Rita Hayworth, l’atomica diva latina

by Caterina Del Grande

Molto prima della moda del fascino latino portata alla ribalta attraverso il lavoro e l’appeal di star come Jennifer Lopez e Eva Longoria, c’è stata Rita Hayworth.

La ballerina-attrice, nata Margarita Carmen Cansino, che avrebbe compiuto cento anni nel 2019 è stata star di punta della Columbia negli anni ’40, moglie di Orson Welles, compagna di ballo di Fred Astaire ed ebbe una carriera straordinaria in un’epoca in cui ai bambini latino americani era ancora imposta la frequenza in scuole segregate. Solo un decennio prima l’America aveva attuato il massiccio programma di rimpatrio che aveva rispedito 2 milioni di messicani a casa, secondo la convinzione che stessero rubando posti di lavoro agli americani. 

Nata a Brooklyn, Margarita ha iniziato a prendere lezioni di danza all’età di 3 anni. Trasferitasi con la famiglia nel sud della California, ha iniziato a esibirsi all’età di 12 anni con il padre spagnolo in un gruppo chiamato Dancing Cansinos.  Scoperta da Winfield Sheehan della Fox Film Corporation, ha ottenuto un piccolo ruolo nel film del 1935 Dante’s Inferno all’età di 16 anni. Altri ruoli minori seguirono e nel 1937, l’agente delle star Edward Judson la sposò e prese in mano la sua carriera, chiudendo un contratto di sette anni con la Columbia.

Uno dei primi problemi da risolvere nell’immagine di Margarita erano i suoi capelli. Erano troppo spessi, troppo scuri, troppo ricci e avevano l’attaccatura troppo bassa. L’attrice si sottopose a due anni di trattamenti primitivi di elettrolisi che hanno ucciso i follicoli piliferi uno a uno al costo di dieci dollari a follicolo. Gli Studios non enfatizzavano la sua natura ispanica ma nemmeno la nascondevano anche perché l’attrice aveva già realizzato dieci film con il suo nome che decisero comunque di cambiare in Rita Hayworth.

La fama dell’attrice ha continuato a crescere fino al 1940, anno in cui attira l’attenzione del suo secondo marito, il regista e produttore Orson Welles. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu dato il suo nome a una bomba atomica sperimentale lanciata su Bikini. Da qui il suo soprannome, Rita Hayworth l’atomica.

Nel 1946 è la volta di Gilda che contribuisce ad affermare l’immagine di Rita Hayworth come femme fatale, tentatrice indecifrabile ma anche vittima dell’incostanza degli uomini. Un film audace e bizzarro per i suoi tempi, Gilda era pieno di immagini e dialoghi sessualmente allusivi e del noir aveva molti degli elementi standard del genere: dialoghi ostinati, ombre minacciose (scattate dal direttore della fotografia Rudolph Maté), esplosioni di violenza improvvisa e un senso di tradimento che portava un audace grado di erotismo sullo schermo , sfidando i costumi sessuali del tempo con le sue sfumature di sadomasochismo e omosessualità. E lo spogliarello di Gilda sulla canzone “Put the Blame on Mame” è stata una delle scene più memorabili del film.

Due anni dopo, l’attrice ha recitato in un altro film noir classico, La signora di Shanghai (1947). Diretto dall’allora marito Orson Welles, è forse il film più labirintico del genere, il ritratto che fa l’attrice di una cinica seduttrice è una delle sue interpretazioni più apprezzate. Fu anche in quel periodo che la rivista Life la soprannominò “The Love Goddess” (la dea dell’amore), un appellativo che, con gran dispiacere dell’attrice, sarebbe rimasto con lei per tutta la vita.

Nel 1947 il suo matrimonio con Welles era finito. Nel 1948 si recò a Cannes dove fu presentata al principe playboy Aly Khan. Dopo un corteggiamento durato un anno, si sposarono nel 1949. Il matrimonio la mise al centro di scandali e pettegolezzi internazionali, lei cristiana che sposava il capo di una comunità musulmana attirò perfino l’attenzione del Vaticano che la scomunicò. Fu la prima attrice americana a diventare una principessa, lasciò Hollywood e salpò per la Francia, interrompendo il contratto con la Columbia. Ma quell’unione fu anche di breve durata e tornò a Hollywood nel 1953.

Rita Hayworth iniziò ad avere problemi vocali e di perdita di memoria. Molti credevano fosse alcolizzata ma nel 1980 le fu diagnostica l’Alzheimer portando alla ribalta internazionale una malattia ancora poco conosciuta.  Nel 1989, due anni dopo la sua morte all’età di 68 anni, uscì una biografia non autorizzata in cui si disse che la maggior parte dei problemi dell’attrice tra cui gli scatti d’ira, l’aggressività e l’incostanza derivavano da abusi sessuali e fisici da parte di suo padre quando era molto piccola.

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