Sofronia di Taranto, la santa ambientalista che pregava incidendo i tronchi

by Carmine de Leo

Se dobbiamo attribuire un sostantivo a Santa Sofronia, senza dubbio sarebbero molti: Santa ambientalista, donna ed anacoreta, ella aveva l’abitudine di pregare il Signore incidendo delle brevi preci sui tronchi degli alberi.

Questa donna pugliese, fatta poi Santa dalla chiesa cristiana, visse a Taranto, porto già molto noto e fiorente sin dai tempi antichi lungo le rotte marittime del Mediterraneo, con il suo mar Piccolo, straordinario porto naturale, ideale specchio d’acqua ove trovavano sicuro rifugio i navigli.

Proprio al largo di questa città, fondata da alcuni coloni Greci, si ergono nel mare alcune piccole isole, chiamate Cheradi.

Su uno di questi fazzoletti di terra, protagonisti di questa storia di preghiere ed amore per l’ambiente naturale, fu costruito dai primi Cristiani un piccolo monastero e il minuscolo arcipelago fu abitato in principio da una comunità di monaci Basiliani.

La storia di Santa Sofronia si collega direttamente al culto per Santa Pelagia, che visse nel Medio Oriente; si narra che questa Santa fosse una bellissima donna pagana, attrice di teatro della città di Antiochia, indicata anche come prostituta, che ad un certo punto della sua esistenza, affascinata dai sermoni di tal vescovo Nonno, si convertì alla religione cristiana.

Pentita di tutti i suoi peccati e le occasioni non le mancarono calzando le scene di vari teatri, vendette i suoi preziosi gioielli e gli abiti sontuosi e, vestita solo con un povero e ruvido saccone, intraprese un viaggio penitenziale a piedi fino alla città di Gerusalemme, ove visse per un certo tempo di elemosine e preghiere.

Fatta Santa dopo la sua morte, la devozione per Santa Pelagia si diffuse ben presto per tutto il Mediterraneo ed anche a Taranto, città marinara e punto d’incontro di tradizioni e culti religiosi.

Il culto per l’ex attrice convertitasi al Cristianesimo affascinò non poche fanciulle tarantine e fra questa la ricca Sofronia, il cui nome in greco significa saggia.

Questa ragazza, conosciuta la storia di Santa Pelagia, volle in qualche modo emularla.

Un giorno, infatti, dopo ore passate in preghiera ed in meditazione, decise di abbandonare gli agi ed il lusso della casa paterna e con una barca si recò presso la piccola isola di San Pietro, ove era sorta una piccola chiesa dedicata a questo Santo..

In questo piccolo lembo di terra decise di restare per tutta la sua vita per vivere come la sua Santa preferita, in povertà e pregando.

I genitori ed i parenti tutti cercarono di dissuaderla da questa scelta, ma le loro preghiere a nulla valsero nell’animo della giovane Sofronia.

Ella preferì restate sulla piccola isola e vivere da eremita, diventando ben presto un positivo esempio di umiltà per molti suoi concittadini, che iniziarono a recarsi numerosi in pellegrinaggio sull’isola.

Sofronia passava le sue giornate solitarie pregando il Signore, la Madonna e la sua Santa preferita, Pelagia, incidendo poi brevi preci sui tronchi degli alberi, che numerosi si ergevano sull’isola di San Pietro.

La natura era la sua unica amica nella solitudine dell’isola, che favoriva le sue meditazioni, facendola sentire più vicina a Dio.

Alla sua morte, avvenuta verso il 300 dopo Cristo, la leggenda vuole che alcuni uccelli migratori, che erano soliti sostare sull’isola di San Pietro, visto il corpo esamine di Sofronia, vollero ricoprirlo con un tappeto naturale fatto di foglie e fiori, da loro trasportate per onorare l’esistenza solitaria in mezzo alla natura di questa straordinaria ragazza tarantina.

Fatta Santa, la sua festa ricorre il 10 maggio, gli abitanti di Taranto trasportarono in seguito le sue spoglie mortali in un più dignitoso sepolcro nella loro città.

Oggi restano a ricordo della vita da anacoreta ed ambientalista di Santa Sofronia interessanti affreschi nella chiesetta rupestre di San Pietro Mandurino, nel cuore del Parco archeologico delle mura Messapiche, a Manduria in provincia di Taranto, in questo luogo sacro la Santa è raffigurata mentre incide sul tronco di un albero le sue preghiere.

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