Rolling Stone, la rivista per cui lavora, l’ha spedito a Kinshasa per seguire l’incontro del secolo, Ali contro Foreman. Sì, proprio l’incontro del secolo.
Andrea Silvestri
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Di Sixto Rodriguez da Detroit, poeta della Motor City, si era infatti persa ogni traccia. La causa? Il totale flop di vendite negli Stati Uniti dei suoi due dischi, Cold Fact (1970) e Coming from Reality (1971), aveva decretato la fine della carriera di un’artista unico a metà tra Bob Dylan e Nick Drake.
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Lotte raccontava dello spirito romantico tedesco, del rapporto sofferto con la Natura: il cinema fu uno degli apici di quella visione. Ma tutte le arti erano in fermento: c’era Brecht e il suo teatro epico e sociale, Grosz e la potente figurazione del maiale borghese, il dada tedesco politico e arrabbiato, il Bauhaus razionale ed utopico allo stesso tempo. Benjamin scriveva da recluso, spaventato da oscuri presagi. Era, la Germania, al centro dell’avanguardia.
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Nell’estate del 1981 Jack Abbott usci di prigione insieme al suo primo libro. Intoduzione a firma di Norman Mailer.
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Da allora non scrisse più niente di buono. La sua parabola discendente cominciò a Kinshasa. Vivrà gli ultimi anni perso tra droga, armi e prostitute. Fino a quella sera del 2005 in cui gli amici più cari spararono le sue ceneri in alto con un cannone, illuminando i picchi innevati del Colorado.
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Era arrivato in Europa da un po’, l’ostracismo per i suoi noti comportamenti estremi dovuti all’abuso di droga lo avevano convinto a lasciare gli Stati Uniti.
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Cinema, Storie e MitiMusica
Charles Manson e i Beach Boys, la verità sul legame tra le due “famiglie
Nel recente Once upon a time in Hollywood (2019), Quentin Tarantino lo cita in una breve sequenza: Manson suona al campanello di una villa e va ad aprirgli Jay Seibring , famoso parrucchiere delle star. Manson si presenta come amico di Dennis, proprio quel Dennis Wilson dei Beach Boys e gli chiede di poter incontrare Terry Melcher e Candice Bergen, ma Jay gli risponde che non vivono più lì, che quella casa ora è abitata dai coniugi Polansky (Jay sarà una delle vittime della celebre strage).
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Ogni domenica prendeva la sua carrozza e correva a Lunghezza, in campagna, per curare gratuitamente i contadini poveri. Curava indistintamente uomini e animali. Oggi Axel Munthe è considerato un precursore dei diritti degli animali. Lui, sempre così controllato, a Parigi aveva preso a calci un conte dopo averlo visto bastonare con ferocia il proprio cane.
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William le disse: “E’ tempo di giocare a Guglielmo Tell!” Dovevano averlo già fatto altre volte. ”Metti il bicchiere in testa Joan, facciamogli vedere come spara il vecchio Lee”.
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Nelle lettere si dichiarava virtualmente un senzatetto; aveva perso l’abitazione dove aveva passato due anni sul divano, con drogati e spacciatori come compagnia e, comunque, non ci sarebbe mai rientrato.
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