Anaïs Nin ha creato un’opera d’arte senza eguali che rompe le barriere letterarie tra narrativa e poesia, diario e romanzo indagando a fondo nell’inconscio nel tentativo di descrivere un’umanità sempre in divenire schiacciata dalle trasformazioni e dalle molteplici sfaccettature del sé.
Daniela Tonti

Daniela Tonti
Giornalista, laureata in lettere moderne. Si è specializzata in drammaturgia e storia e critica del cinema. Ha svolto attività didattica e di ricerca scientifica all’Università La Sapienza. Ha collaborato con diverse testate e lavorato nella comunicazione pubblica e privata.
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Vladimir Majakovskij e Lilja Brik, il delirio amoroso che fu un fiume di nevrosi, passione e versi disperati
La storia con Lilja Brik era finita da qualche anno e il poeta si era legato sentimentalmente alla giovane poetessa Veronika Vitol’dovna Polonskaja. Quel giorno, mentre scendeva le scale di casa, Veronika sentì un colpo di pistola. Tornata indietro, scoprì che Majakovskij si era sparato un colpo di pistola dritto al cuore.
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“Una donna a Berlino”, Marta Hillers e il tabù degli stupri dell’Armata Rossa della Liberazione
Il diario travalica l’esperienza personale per divenire la parabola di tutte le donne che in Germania dovettero fare i conti con la violenza dell’esercito russo considerato in un primo momento “liberatore”. Divennero il capro espiatorio del male nazista. Si tratta di un’opera agghiacciante e senza omissioni su quello che è stato definito lo stupro di Berlino e dalla quale gli uomini escono malissimo. Vigliacchi e incapaci di difendere le donne tedesche, spesso andavano a nascondersi durante le violenze.
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Cinema, Storie e Miti
The Lodger, il primo vero film di Alfred Hitchcock. I dubbi e la tensione sull’identità di Jack lo Squartatore
Scene notturne, elementi visivi utilizzati per aumentare la tensione, angolazioni di macchina, primi piani e riprese dall’alto sono tutti elementi espressionisti ma assolutamente innovativi in Gran Bretagna e che ritorneranno in molti altri suoi film.
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Cinema, Storie e Miti
Un volto nella folla di Elia Kazan, l’apologia del potere e la manipolazione della realtà attraverso i media
L’obiettivo di Kazan e Schulberg era quello di criticare i media e l’esaltazione della celebrità da parte del pubblico e di mostrare come fosse semplice manipolare la realtà attraverso la televisione e di quanto fosse facile illudere i creduloni e farli abboccare alle bugie di un ciarlatano.
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Storie
Violeta Parra, la voce struggente e rivoluzionaria del Cile, che disse Gracias a la Vida perché sentiva vicina la morte
Cantautrice, pittrice, scultrice, ricamatrice e ceramista, prima artista cilena esposta al Louvre, Violeta Parra non è stata solo un’artista multidisciplinare, una donna coraggiosa dalla voce struggente, provocatoria e anticonformista, ma ha anche unito nelle sue opere la malinconia e l’idiosincrasia di un paese in piena evoluzione cantando le lotte, le ingiustizie sociali e l’eterna lotta dell’uomo contro il destino.
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L’oscurità di Marguerite Duras, la scrittrice del dolore, dell’attesa e dell’abbandono
Autrice, romanziera, regista, drammaturga, comunista, alcolizzata, con una storia letteraria unica e incredibile: per quarant’anni fu apprezzata solo da una piccola nicchia di intellettuali fino a che non fu travolta dalla popolarità mondiale quando uscì il best-seller L’Amante.
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Storie
Nina Berberova, la poetessa della malinconia degli intellettuali emigrati russi, che visse per la “crudele immanenza”
Nina Berberova per tutta la vita si dedicò alla narrazione di storie di individui eccezionali. La biografia di Čajkovskij, Il ragazzo di vetro, del 1936, è stato uno tra i più interessanti approfondimenti psicologici della tormentata personalità dell’artista. L’autrice che ha esplicitato, per la prima volta, l’omosessualità del compositore, attirò su di sé numerose reazioni polemiche.
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Storie
La Suite Française di Irène Némirovsky, l’epopea rimasta in valigia per sessantadue anni che racconta la Francia dell’occupazione nazista
Irène giunse al campo di smistamento di Phitiviers il 15 luglio, e il 16 venne ufficialmente iscritta nel registro per la deportazione sotto la dicitura “Epstein Irène Némirovsky, donna di lettere”. Consapevole forse del triste destino a cui stava andando incontro, riuscì a spedire al marito un’ultima lettera.
«Giovedì mattina. Mio caro amato, mie piccole adorate, credo che partiremo oggi. Coraggio e speranza. Siete nel mio cuore, miei amati. Che Dio ci aiuti tutti». -
Storie
Amy Judith Levy, la outsider New Woman che per prima scrisse contro antisemitismo e misoginia
Amy si innamorò perdutamente e al suo ritorno in Inghilterra le inviò molte lettere, ma Violet non l’amava come Amy voleva essere amata, totalmente, fino a perdere il senso di sè (“… l’amo, ma è una persona povera e intelligente e sa dire poesie…”, scrisse Violet a sua madre).