La scomparsa del moncone del ponte, che ci ha fatto compagnia per troppi mesi tormentando la nostra mente ricordandoci l’accaduto, per alcuni è stata un sollievo e per altri una nuova perdita. Un dolore come quello che si prova per un arto amputato del quale siamo certi di percepire dimensione e forma nonostante, guardando il punto preciso in cui era, siamo certi che non ci sia più
Deborah Alice Riccelli

Deborah Alice Riccelli
E' formatrice esperta in violenza di genere, stereotipi del linguaggio e crimine famigliare. È autrice, sceneggiatrice e regista teatrale. Lo spettacolo teatrale del suo romanzo "Nessuno mai potrà + udire la mia voce" ha visto il sold out in teatri come il Carlo Felice di Genova e il teatro del Casinò di Sanremo. Ha pubblicato "Nessuno mai pota + udire la mia voce " nel 2009 per la Fratelli Frilli editori e, in edizione rivisitata, nel 2014 per Palomar . Nel 2018 pubblica "Mille e più farfalle " per Erga. Altri racconti sono stati pubblicati in varie antologie. È presidente e co_fondatrice dell'associazione Oltreilsilenzio onlus che si occupa di violenza di genere, elaborazione del lutto dei famigliari e degli orfani delle vittime di femminicidio. Dal marzo 2018 è stata nominata Consigliera di Parità supp. per la provincia di Imperia.
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Alcune donne decidono di comprare la bambola perché vogliono un figlio ma non le responsabilità ma altre sono donne che un figlio non ce l’hanno più. Portano la foto del loro pargoletto morto e chiedono agli artigiani di riprodurne uno identico.
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Questa volta, a porre la sua firma su una legge che dovrebbe farci inorridire tutte e tutti, è stata una donna. Lo so che non dovrebbe fare alcuna differenza ma a me fa sempre un po’ più male quando è così perché io da una donna pretendo comprensione, esigo immedesimazione.
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Forse non è vero che gli italiani non leggono. Le code all’entrata erano lunghissime. Le code alle presentazioni, infinite. Il primo aggettivo che mi viene in mente pensando a ciò che mi si è parato davanti è “maestoso”.
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Santa Scorese “Cappotto, pantaloni, una camicetta gialla e il maglione blu. In più ci sono la scarpe, le calze, gli indumenti intimi. Tutti insieme riempiono un bel borsone, di quelli grandi. Lei è arrivata sveglia, cosciente
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La prima Barbie esordì nel New York Toy Fair il 9 marzo 1959. Era vestita con un costume da bagno zebrato, la pelle chiara e i capelli neri legati in una lunga coda. Nel primo anno furono vendute ben 350.000.
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Non chiamatela festa! Se per l’8 marzo Trenitalia decide di omaggiare le donne con una caramella al limone