De(ath)livery» è una storia di zombie, evocati e plasticamente rappresentati nella ripresa parodistica di «Thriller», il celebre video di Michael Jackson. Oppure, più classicamente, una storia di «anime morte» alla Gogol, con quattro trentenni in vario modo impantanati nei meccanismi del turboliberismo, protagonisti dell’inferno dei vivi del precariato perenne, esponenti del lumpenproletariat della modernità.
Enrico Ciccarelli
Enrico Ciccarelli
Enrico Ciccarelli, classe 1958, è un attempato giornalista foggiano con oltre quarant’anni di attività professionale alle spalle. Ha lavorato per Teleblù (di cui è stato il primo direttore) Teledauna e Teleradioerre. Ha fondato e diretto per oltre dieci anni il settimanale Foggia&Foggia. Ha diretto e curato il programma Parleuropa, unico spazio dell’etere televisivo privato dedicato alle istituzioni europee. Ha lavorato in qualità di addetto stampa per il parlamentare Franco Cafarelli, per il presidente della Provincia di Foggia Antonio Pellegrino, per l’assessore regionale Enrico Santaniello, per l’europarlamentare Salvatore Tatarella, per il sottosegretario Ivan Scalfarotto (prima alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e poi al Ministero per lo Sviluppo Economico). È stato dagli inizi di luglio 2018 fino alla fine di ottobre 2019 responsabile della Comunicazione per il Gruppo Salatto. Attualmente è disoccupato e in cerca di lavoro. Sposato, ha un figlio. Su facebook, con lo pseudonimo di Manrico Trovatore, pubblica ogni tanto riflessioni e articoli di varia natura, che definisce “esercizi di cazzatologia”. Non crede all’astrologia, come tutti i nati sotto il segno dell’Acquario. Portatore insano di morbi dell’epoca come europeismo, riformismo e juventinità.
-
-
Teatro
«Io accuso» al Teatro dei Limoni. Magnifico esempio di magia del teatro e della sua capacità di emozionare anche chi lo fa
La prima trasformazione operata da Galano è quella di intervenire sul magnifico e sovrabbondante testo di Massini asciugandone gli eccessi di compiacimento tipici di chi scrive molto bene e serrarne i ritmi narrativi
-
Teatro
Quando i migranti eravamo noi. Angelucci Marino porta in scena gli italiani d’Argentina con «Stèfano»
Operazione ambiziosa e meritoria, quella che ha compiuto il Teatro Stabile d’Abruzzo in collaborazione con il Teatro del Sangro e il Teatro Abeliano di Bari: mettere in scena per la prima volta a livello professionale «Stèfano» di Armando Discepolo, capo d’opera del grotesque criollo e testo fra i più rappresentati dal Rio de la Plata alla Terra del Fuoco, al punto che lo si paragona per diffusione all’eduardiano «Natale in casa Cupiello».
-
Teatro
Anatra all’arancia con contorno di cime di rape e carciofi alla Giuda. Lo scintillante debutto della stagione di prosa al «Giordano»
Corifei di prim’ordine, quelli al fianco dei protagonisti, coppia sposata in via di separazione per repentino innamoramento di lei: un ottimo Ruben Rigillo nel ruolo del riccone aristocratico Serravalle Scrivia (ma anche «coniglio con le bretelle») di cui Natoli si è innamorata; la fresca e brillante Beatrice Schiaffino, giovane attrice ligure di sicuro avvenire, nel ruolo di Patrizia, segretaria di piccola virtù grazie alla quale Solfrizzi ridesterà la gelosia e il desiderio della moglie.
-
Urban Politics
Il giornalismo, Domenico Iannacone e il gesto di Ettore. In morte di Giovanna Pedretti
Alcuni indizi fanno ritenere che la recensione sia fittizia e falsificata. Falsificata anche in modo abbastanza ingenuo, sembra (una persona un po’ più smaliziata avrebbe potuto facilmente commissionare a qualcuno una recensione posticcia a cui rispondere). Per un desiderio di pubblicità? Per comunicare che nel suo locale i gay e i diversabili sono i benvenuti? Non lo sappiamo, e francamente ci interessa poco.
-
Storie
La vicenda giudiziaria per l’assassinio di Camilla Di Pumpo comincia in modo molto amaro. Ma non è finita qui
Il magistrato giudicante ha fatto benissimo a dare ascolto soltanto alla legge, e benché creda che abbia decisamente sbagliato, non metto in dubbio né la sua professionalità né la sua buona fede. Ma la legge è fatta per l’uomo, non l’uomo per la legge. Deve essere comprensibile, intelligibile, apprezzabile.
-
Il libro “Mina – Viva lei!” (Edizioni Clichy, 2023) decima pubblicazione del giornalista e scrittore foggiano Tony Di Corcia è l’esatto contrario di una “indagine su Mina”
-
Una ferocia senza motivo, che inevitabilmente rende più urgente e carica di collera la domanda “perché?” che ogni credente rivolge di tanto in tanto a Dio
-
Perché questa non è, come quella di Giulia Cecchettin, una storia di purezza deturpata, di letale crudeltà possessiva. Questa è una storia di errori, di travagli, di perdoni. Una storia di esseri umani, tanto distanti dalle nostre figurine della perfezione, dalla ripugnante aridità di chi crede di essere superiore perché sa giudicare e non sa comprendere. La storia di una donna che non era tutta nel suo matrimonio, nel suo lavoro, in suo figlio. Una donna che forse sognava, si appassionava, cadeva.
-
Teatro
«Voci nella notte». Dopo l’Iliade, ancora quattordici fra attrici e attori in scena ai Limoni per le fantasmagorie drammaturgiche di Nicola Rignanese. Imperfetto, forse soverchio, ma teatro allo stato puro
Obiettivo centrato: se nell’Iliade avevamo avuto modo di notare qualche cavallo zoppo o scosso, per usare il linguaggio del Palio di Siena, in questo allestimento le ragazze e i ragazzi del Corso Avanzato, con la non indifferente integrazione di quattro grossi calibri come Leonardo Losavio, Maggie Salice, Letizia Amoreo e Francesca De Sandoli (con quest’ultima davvero formidabile) hanno effettuato performance davvero pregevoli. Tanta policroma brillantezza, però, rischia di mettere l’attenzione dello spettatore sui cavalli di un carrousel, di una giostra luccicante e musicale capace di fargli smarrire il filo del discorso.