Sebbene la sua sia una poesia perlopiù spirituale, profondamente ancorata alla poetica romantica, i versi di Emerson non hanno nulla da invidiare a poeti blasonati come Emily Dickinson o Walt Whitman: il sentimento che traspare dalle liriche antologizzate è sempre sincero, non si avverte mai il gusto dell’artificio o una propensione alla leziosità
Fabrizio Simone

Fabrizio Simone
Fabrizio Simone si è laureato in Lettere moderne, presso l’Università degli Studi di Foggia, con una tesi sul Martirio di san Sebastiano di Gabriele D’Annunzio. Sta per laurearsi in Comunicazione sociale, pubblica e d’impresa, presso l’Università degli Studi di Bari, con una tesi sull’Impresa di Fiume. Ama follemente la musica classica, l’arte, il teatro e i libri.
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La neonata orchestra stabile di Foggia è stata diretta dal M° Marco Moresco ed ha presentato un programma variegato ed estremamente interessante (ad esempio, la polka schnell straussiana Sturmisch in Lieb’ und Tanz è stata una vera sorpresa, dato che non è tra le opere più famose del Re del valzer benché sia tra le sue polke veloci più belle), non troppo serio né troppo leggero, apprezzato dal numeroso pubblico
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Difficile immaginare un concerto natalizio più bello e articolato: inni presbiteriani, classici della tradizione cattolica e spiritual americani (pensiamo soltanto al travolgente e irresistibile When the Saints Go Marching In,cantato in mezzo ad un pubblico euforico e brioso), evergreen come Oh Holy Night di Adolphe Adam e White Christmas, fino all’intramontabile It’s Beginning to Look a Lot Like Christmas .
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Il Rachmaninov della Lisitsa è un fiume che travolge qualsiasi cosa e scorre inarrestabile verso la meta. La Lisitsa non conosce ostacoli e scivola agilmente in questo mare di arpeggi, scale, accordi pesanti e drammatici, senza lasciarsi intimorire da questa scrittura tumultuosa, a tratti sgargiante ma sempre fortemente melodica ed emotiva, concedendo alle zone d’ombra di risplendere intensamente nonostante il grande virtuosismo.
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Presentatosi nelle consuete vesti di esecutore e di compositore, Sollima ha trascinato il pubblico per ben due ore allestendo un programma variegato e ben bilanciato, alternando classici della tradizione violoncellistica ad arrangiamenti di grandi successi rock.
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Albanese e la Filarmonica lombarda hanno presentato un programma in buona parte canonico (due concerti di Mozart per solista e orchestra, il n.18 in si bemolle maggiore Kv 456 e il ventunesimo, il popolarissimo Kv 467 in do maggiore, noto soprattutto per l’Andante centrale), con una bella novità per il pubblico del capoluogo dauno.
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Nel 1931 Edward Elgar dedicò una delle sue ultime composizioni alla principessa Elisabetta, alla sorellina appena nata (Margaret, morta nel 2002) e alla loro madre, Elizabeth, allora duchessa di York (diventerà regina nel 1936).
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È con la vivacissima St Paul’s Suite, che Holst scrisse per le sue allieve (dirigeva la St. Paul’s Girls’ School, tuttora attiva e non molto distante dal celebre Natural History Museum di Londra), che si è rivelata davvero l’anima di questo fantastico popolo
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Il patriottismo spinse una larga fetta di volontari ad abbracciare la causa fiumana e a raggiungere D’Annunzio. Patriota fu il legionario Pietro Scalfari, padre del celebre Eugenio, fondatore di Repubblica, scomparso oggi a 98 anni.
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Si intitola “Musique au bord de la rivière” il primo disco del Trio Manfredi, composto da tre giovani talenti di Capitanata, Giovanna Sevi, violino; Sara Tomaiuolo, clarinetto; Angelo Nasuto, pianoforte. È una raccolta di quattro opere composte appositamente per questa formazione da alcuni grandi del Novecento (la Suite dall’Histoire du Soldat di Stravinsky, i Trii di Menotti e di Khachaturian, la Suite per clarinetto, violino e pianoforte Op. 157b di Milhaud).