“Racconto il limite e il tentativo di superarlo, il desiderio, la nascita, la morte. I miei libri, come tutti i libri forse, sono alla ricerca di come si sistemano le cose: il dolore, la malattia, il lutto, l’offesa. Scrivo sempre di come ci si muove nelle tragedie quando ti trovi personalmente a tenere dritta la barra della nave e a reggere la sorte”
Felice Sblendorio

Felice Sblendorio
Se non legge, scrive. Appassionato di libri e politica, ha già collaborato con il Quotidiano e l’emittente televisiva TeleBlu. Da tempo è convinto che chi non ha risposte, forse, si salverà con una domanda: se avrà il tempo giusto per sceglierla bene.
-
-
LibriTop Posts
Vita e amore di Francesca Morvillo. Cavallaro: «Francesca non avrebbe mai lasciato solo, come fecero tutti gli altri, il suo Giovanni Falcone»
“Francesca era un magistrato, una donna che si stava occupando del processo contro Vito Ciancimino: una persona, dunque, colpita non a caso. A lei era stata offerta una scorta, ma l’aveva rifiutata: era consapevole del pericolo, ma voleva rischiare il peggio assieme a lui. Aveva dedicato una parte della sua vita alla protezione di Falcone e la loro vicinanza fisica era la cosa più scontata”
-
LibriUrban Politics
Il “Rinascimento europeo” di Gianni Cuperlo: «L’Europa è un miracolo laico che oggi deve pensare in termini di utopia»
«Noi abbiamo ereditato un’Europa a lungo pacificata, non abbiamo il diritto di lasciare in dote a chi verrà dopo di noi un continente di nuovo diviso e incapace di convivere».
-
TV
La tv poetica di Domenico Iannacone: «È il momento di riconquistare la sostanza. Bisogna ridare calore alle parole»
«Nelle mie esperienze televisive da inviato, piano piano, mi è stato sottratto il tempo a disposizione per raccontare le storie. Sottraendo quel tempo è come se io non avessi più avuto la possibilità di essere onesto con chi avevo di fronte. Non avere il tempo giusto per raccontare una vita o un’emozione non stabilisce un rapporto leale con chi decide di farsi raccontare da me. Questo mi ha spinto a prendermi una licenza, che poi non è una vera licenza, ma è una necessità della vita: il tempo giusto per raccontare la pienezza di una cosa».
-
Lui, controcorrente, lo è stato sin da piccolo: dal rapporto tormentato con la scuola e con una maestra colpevole di outfit deludenti all’attrazione precoce per tutto quello che poteva essere creato, plasmato, modellato
-
Urban Politics
Venti di Diritti. Luigi Manconi: «Il corpo è la sede dei diritti ed è al centro delle tensioni in tutti gli scontri politici»
«Io penso che l’identificazione con le vittime sia una cattiva retorica perché, semplicemente, l’identificazione non è possibile. Se dicessi che mi identifico con le vittime di Kiev, mentirei. Io, dal mio studio, non vivo la più piccola delle condizioni di soffocamento della libertà e del pericolo per la vita che vivono gli abitanti di Kiev. Io non mi posso identificare con i richiedenti asilo, con Ilaria Cucchi o Patrizia Moretti, perché quelle condizioni e quelle situazioni di dolore non sono trasferibili, non possono essere acquisite da me. La mia condizione sociale, materiale ed emotiva è diversa».
-
Teatro
Massimo Popolizio: «M è il nostro atto politico. Far rivivere quelle parole per noi è un dovere. Farlo bene, invece, è il nostro lavoro».
«Mussolini non è mai stato individuabile. Era convinto che il futuro fosse suo. E lo dice: Io sono come le bestie, sento il tempo che viene».
-
LibriTop Posts
Il perdono e la luce di Gemma Calabresi Milite: «La memoria deve avere le gambe, deve camminare».
«Urlare slogan e insulti contro una giovane donna che aveva appena perso suo marito è una cosa terribile. La morte, anche quella di un nemico, esige silenzio, merita rispetto. Spero che qualcuno di loro lo comprenda, anche cinquant’anni dopo».
-
Teatro
Il corpo insepolto di Aldo Moro a teatro. Fabrizio Gifuni: «La sua scrittura è un combattimento tragico con la morte»
“Il valore urticante delle parole di Aldo Moro – considerato una persona pacata, mite, conciliante, paziente – arriva in maniera molto inaspettata. Le sue parole, ogni sera, arrivano come la lama tagliente di un coltello, perché sono profondamente diverse da quelle che aveva speso fino a quel momento”.
-
Teatro
Il varietà nero di Massimo Popolizio porta in scena Mussolini, il figlio del secolo del romanzo di Antonio Scurati
La scelta di sdoppiare la figura di Mussolini consente di indagare a fondo un uomo che non è stato solamente, com’è possibile intuire, il personaggio straripante e ridicolo nei gesti e nei toni che la storia ci ha consegnato. Il Duce tratteggiato dalla regia di Popolizio, quasi un fantasma descritto più dall’esposizione con gli altri attori che dai discorsi diretti in scena, è una figura mutevole