«Il lavoro delle realtà culturali non si può interrompere perché è da qui che si riparte, da questa nostra rinascenza culturale»
Felice Sblendorio

Felice Sblendorio
Se non legge, scrive. Appassionato di libri e politica, ha già collaborato con il Quotidiano e l’emittente televisiva TeleBlu. Da tempo è convinto che chi non ha risposte, forse, si salverà con una domanda: se avrà il tempo giusto per sceglierla bene.
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Lidia Ravera e la vecchiaia dei rivoluzionari degli anni Settanta: «Non tutti hanno avuto il coraggio di una feroce autocritica, restando così adagiati nell’illusione»
Chi sono diventati gli inarrestabili giovani della lotta armata degli anni Settanta? Dov’è finita l’euforia e la voglia di cambiare il mondo, di ridefinire la realtà? Se lo chiede oggi, a distanza di quarant’anni dal finale di quella stagione, Lidia Ravera, scrittrice prolifica e storica agitatrice culturale, nel suo ultimo romanzo, “Avanti, parla”. L’intervista
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Libri
«Il culto dell’Io non ci salva. Riprendiamoci il Noi». Il senso della vita di Monsignor Vincenzo Paglia dopo la pandemia
«Dobbiamo scoprire il senso della vecchiaia, non come naufragio ma come un’età preziosa. Non è più l’età in cui essere messi “da parte”. È il tempo di nuove attività, di una nuova consapevolezza nei rapporti interpersonali. Ed è preziosa anche nella debolezza che prende il corpo: ricorda a tutte le altre età che siamo comunque deboli. Per questo richiede una sua spiritualità che va riscoperta»
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La rinascita di Edith Bruck: «Edith oggi è una bambina adulta, una bambina a novant’anni»
«Quando sono tornata dal campo ho lottato per la mia vita. È qualcosa di inimmaginabile, che non si può capire bene. Aspettavo che il mondo si inginocchiasse, che mi chiedesse scusa, ma nessuno ci accolse. Non sapevamo dove andare, dove vivere, come ricominciare a vivere. Non ci ascoltarono. Così, dopo aver vissuto la tragedia nei campi di concentramento, mi sentii davvero uno scarto, un avanzo della vita. Nessuno, in fondo, ci voleva».
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Libri
Nel giorno che incombe di Antonella Lattanzi: «Per non subire la cronaca bisogna attraversarla»
“Nessuno si libera mai dal proprio passato perché ci sta sempre addosso. Anche quando ti sembra di esserti emancipato, ci rimani dentro. Quando si scrive, soprattutto di eventi completamente lontani da noi, il reale si mette in forte contatto con il proprio passato, con le piccole cose che ci diciamo ogni giorno per continuare a vivere”.
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Erri De Luca e il rapporto inscindibile con la famiglia: «Il nodo può allentarsi, non sciogliersi».
“La mia generazione ha criticato i genitori sovvertendo i loro valori, la famiglia, il loro stile di vita, gli abiti e i partiti politici. Le rotture si sono diramate come le crepe sulla superficie di un vaso. Siamo stati opposti e perciò insolenti, spietati”.
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Non sta zitta Michela Murgia: «La differenza che sogni o che pensi di meritare, alla fine, finirai per farla»
“Il maschilismo se non riesce a raggirare il tuo cosa, troverà il modo per agire sul tuo metodo. Non ti diranno «non hai ragione», ti diranno «lo stai dicendo male». Il sottotesto è: anche se sto perpetrando un’ingiustizia ti chiedo di farmela notare con gentilezza”.
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Libri
L’era della suscettibilità di Guia Soncini: «È una buona notizia se non scatta la ghigliottina a ogni parola recepita come sbagliata dalla nostra sensibilità»
Le idee non si combattono più, ma si fanno scherno come racconta “L’era della suscettibilità” (Marsilio, 192 pagine, 17 euro), il nuovo libro di Guia Soncini, scrittrice caustica e implacabile voce critica di questa infragilita umanità.
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Libri
«La grande conquista è liberarsi dal potere e dall’influenza dello sguardo degli altri». Nel Bianco di Francesca Mannocchi
“La malattia credo sia uno strumento che ha rafforzato delle cose che c’erano già in me. Gli imprevisti, e ci metto la malattia come tante altre cose, possono essere delle rivelazioni nelle nostre vite. L’imprevisto prende il calendario e dà un nuovo significato al tempo: bisogna essere sordi per non ascoltare quei suggerimenti.” L’intervista
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Il coraggio delle donne di Dacia Maraini: «Il femminismo è la sola rivoluzione riuscita del Novecento. Le leggi stavano lì da generazioni, il femminismo le ha cambiate»
“Quando le donne nei posti decisionali sono poche, finiscono per subire il ricatto dell’androcentrismo: devono mostrarsi seduttive, efficaci ma servili. Spesso la scelta è dovuta: o fai la seduttiva un poco scema (alla Marilyn Monroe che scema non lo era affatto, ma recitava una parte molto amata dagli uomini), oppure fai il maschiaccio accettando tutte le regole della competizione, della rivalità e della prepotenza che sono considerate prerogative vincitrici”. L’intervista