Dai vari stati mistici o spirituali di derivazione dharmico passando per l’esperienza psichedelica e di espansione della coscienza “La musica rock divenne la principale forma d’espressione dell’hippie
Filippo Mucciarone
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Un Foggia quello di Rossi targato 2023, “rabberciato” in corsa (alla guida tecnica) e a poche partite dalla fine della regoular season, che sembra dunque incarnare alla lettera quasi l’excursus spirituale e caratteriale del suo allenatore, e che trae forti attinenze emblematiche seppur nel piccolo per certi versi grazie ad una propria forte peculiarità di dedizione e coriacea tenacia professionale, con l’epilogo dal forte sapore “Mundialito ‘82” degli Azzurri di Bearzot
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In cifra di sintesi dal 25% in media di maggiorazione per interessi su singola rata (come quelli gravosi e presenti nella prima parte di finanziamento posto in essere) si passa al 18,5 % circa effettivi per la seconda parte se si decidesse “forfettariamente” in accordo con l’istituto di credito di voler eludere in unica soluzione la restante quota del finanziamento.
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Libri
“La bellezza non ha prezzo”, l’autobiografia di Zdenèk Zeman con gli stilemi del romanzo di formazione
La magica armonia (come reclamava un famigerato spot coca cola anni ’80) poteva già compiersi ed iniziare. Zemanlandia diventare a suo modo un fenomeno straripante dall’agone “Pop” del calcio (spettacolo) “globalizzato”, quando insomma (e a bocce ferme) il merchandising più che il business, poteva diventare un eufemismo.
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A dieci anni dalla prematura scomparsa, ricordare il portiere volante sin dal primo Foggia in serie A di Zeman con la maglia rossonera, è anche rendere ancora desta la memoria su momenti indimenticabili per la storia moderna del calcio italiano.
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Tendenze trasversali di un pamphlet macabro abbozzato e per fortuna alla fine sventato nell’agone della inconciliabilità univoca sul nome ambito per il colle, che più che mai sembrino abbiano poco avuto a che fare sulle sorti “giocose”
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A Zeman interessa il controllo del gioco, e questo, per lui, può passare solo dall’idea che si debba produrre il proprio destino, e non evitare che si avveri quello altrui. Anche riguardo un altro capo d’accusa classico dei detrattori zemaniani, ossia il suo presunto dogmatismo riguardo la scelta del modulo, l’imperituro 4-3-3, il boemo è molto chiaro.
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Certo ora Zemanlandia, Zeman, a Foggia ed al Foggia per la rinascita si spera (l’ennesima), è Atto IV (dopo le tre precedenti panchine alla guida dei satanelli), ma è anche soprattutto, parafrasando Gigi Di Biagio da uno spezzone del docufilm Zemanlandia (appunto) di G. Sansonna, a Lui dedicato …”Un po’ come rivivere l’infanzia, il problema è che giocavi in serie A”.
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Nella summa evocativa ed emblematica, della sua pubblicazione “Il teatro e il suo doppio”, ove convergono il primo ed il secondo manifesto della crudeltà, oltre ad importanti scritti di genesi rifondatrice sul pensare un innesto tra corpo, attore ed autorialità registica nel tessuto spesso scarno e dissacrante del contesto spaziale di scena, Jacques Derrida nella prefazione-introduzione, non esita a definire e descrivere (oltremodo) tale predisposizione vitale allo spettacolo come “Substrato”.
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Arte
La fisionomia dell’arte tra anfratti psicologici e civiltà antiche. Da Paglicci e i mesoamericani a Brancusi
Un’estasi in movimento costante dunque, in cui tra paleoavanguardia e zona paleartica tramite il transito del pensiero dell’arte a noi prossimo, non è scontato incrociare Nietchze, con il suo concetto di transvalutazione dei valori
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