La serie funziona anche perché non cerca il compromesso e racconta i tempi moderni evidenziandone le contraddizioni lampanti.
Giuseppe Procino
Giuseppe Procino
Ha studiato cinema e comunicazione. Non vede film che abbiano fatto più di 12 spettatori. È coinvolto in 3000 progetti e rischia l’esaurimento nervoso.
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Cinema, Storie e Miti
Old Boy, il primo tassello di un domino. Il manifesto della cinematografia coreana in grado di elevare il cinema di genere a prodotto d’autore
“Old Boy” per molti era un film ‘prodotto da Tarantino’ mentre in realtà il merito del regista americano era stato quello di premiare la pellicola di Park Chan-wook con il Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes 2004. Accanto al pur importantissimo e meritato premio arrivava l’eco della critica che, all’unisono, urlava al capolavoro.
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TV
“Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino” e l’estetica da serie senza empatia e senza la lucida discesa agli inferi di una generazione cult
La serie funziona bene solo nei momenti in cui abbandona le tentazioni di voler inseguire i codici della cinematografia e della serialità contemporanei e spinge l’acceleratore sino in fondo, ma sono solo attimi. Quello che manca è una vera empatia narrativa o in ogni caso la capacità di trasmettere delle vere emozioni, l’estetica vince sui contenuti ma soprattutto sulla storia stessa. Fico potremmo dire ma completamente piatto.
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Film
“Il testimone invisibile”, il remake di Stefano Mordini, che rende credibile e avvincente un racconto noir ambientato in Italia
Come nella pellicola originale, in “testimone invisibile” vive l’ombra della cinematografia classica del nero e la fatalità del normale di Alfred Hitchcock di cui entrambi prendono in prestito l’impianto narrativo e l’ambiguità dei rapporti umani esaltandola attraverso una sceneggiatura sorprendente. Il tutto si estende per 100 minuti densissimi e immersivi in grado di ricreare un’atmosfera che nulla ha da invidiare al cinema straniero.
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TV
Cinema, fotografia e musica nella serie Netflix Zero: i dubbi, le perplessità e le problematiche dei “nuovi italiani di seconda generazione”
Omar vive in periferia ma si trova in posizione centrale rispetto a importanti decisioni, tra dovere e volere, inseguendo il suo sogno. Omar è eroe ancor prima di scoprire il suo potere, ancor prima di compiere grandi azioni, perché lotta ogni giorno per cambiare la propria vita. La sua è l’esistenza normale di un ragazzo di origini senegalesi nella nostra penisola ma anche la vita di un rider, alle prese con uno dei lavori creati dalla contemporaneità.
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ArteInnovazione
“Va’ all’inferno”, ispirato a Dante il nuovo progetto di Alfredo Vasco e Marco Pezzella
“Va’ all’inferno” nasce da un’idea dell’attore e drammaturgo Alfredo Vasco, impegnato in un processo di ricerca e scrittura sull’Inferno dantesco, un processo fatto di indagine approfondita e immedesimazione.
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L’immagine che questa serie restituisce del terrificante personaggio è quella di una figura calcolatrice, intelligentissima ed in grado di poter gestire le proprie emozioni e manipolare gli altri.
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Una riflessione profonda ed efficace sul senso di appartenenza, sull’identità e infine sul significato di evoluzione come superamento di preconcetti e limiti nel nome di una società più giusta e inclusiva.
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Film
“Letizia Battaglia: Shooting the mafia”: tra le immagini meravigliosamente cruente di una terra devastata, la vita della fotografa palermitana
Attraverso i suoi scatti la Battaglia ha raccontato e, per fortuna, continua a raccontare il mondo ma anche sé stessa, rivedendosi nei volti delle donne silenti e costrette dal peso di una società in cui vince il più forte, ma anche di bambini innocenti. Sono volti bellissimi che non hanno bisogno della parola per esprimere il peso della storia. Letizia Battaglia è stata volutamente la testimone di un periodo pesante, di uno stereotipo degradante.
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Teatro
Dalla storia di Bianca Lancia a quella di Paolo Grassi: l’esperimento (riuscito) di TPP che porta il teatro a casa
Nella prospettiva di un’attesa che potrebbe ulteriormente dilungarsi, il Teatro Pubblico Pugliese prova a proporre una cura per la distanza dalle platee che, seppur non si ponga come un’alternativa totalizzante da quella forma di arte magica e imprevedibile del qui e ora, diventa una delle tante vie possibili da percorrere.