Arsenio Lupin in questa serie non compare mai eppure è perennemente presente. L’idea di partenza è assolutamente vincente e funzionale: in questo modo si evita il confronto con il personaggio originale o peggio ancora con il nipote nipponico. Il titolo originale della serie è infatti “Lupin: Dans l’ombre d’Arsene” proprio per rimarcare che questa è una storia derivativa
Giuseppe Procino
Giuseppe Procino
Ha studiato cinema e comunicazione. Non vede film che abbiano fatto più di 12 spettatori. È coinvolto in 3000 progetti e rischia l’esaurimento nervoso.
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Qualcuno ci ha messo al mondo pur sapendo che dovremo morire, allora: vale la pena vivere? È questo il punto nevralgico attorno a cui si dirama la storia di questo bellissimo film di animazione.
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Il male ne “L’Esorcista” abita la casa di Georgetown, si impossessa di una bambina innocente in maniera improvvisa, inaspettata e allo spettatore non è concesso sapere più del dovuto.
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In poco più di due ore Radha Blank riesce a sintetizzare cosa vuol dire ritrovarsi adulti, appartenere al circolo di “quelle con le mamme morte” e ritrovarsi a fare la lotta con i cambiamenti non solo fisici: una sorta di “Coming of age” dell’età adulta.
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Un grande classico che funziona a distanza di sessantacinque anni e che attrae in maniera morbosa senza lasciare alcun barlume di speranza. Una potenza narrativa inarrivabile e sconvolgente che valse A Jules Dassin il premio alla miglior regia all’ottavo festival di Cannes.
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Film
The Commitments, il viaggio inaspettato nei sobborghi di una Dublino quasi monocromatica di Alan Parker
Inserito nel 1999, tra i “100 migliori film britannici del secolo” dal British Film Institute, potrete vederlo o rivedrlo su Amazon Prime Video
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Tra citazioni più o meno colte, senza dimenticare il pop televisivo (“la signora in giallo”), dialoghi brillanti e una regia sorprendente Johnson dimostra una libertà espressiva autorevole, chiarendo di essere ben altro rispetto al cinema di cassetta. Imperdibile.
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Cinema, Storie e MitiFilm
Lo scopone scientifico: il gioco a carte della vita in una delle interpretazioni più memorabili di Alberto Sordi
Nella partita a carte tra il ricco e il povero si nasconde il sogno di rivalsa delle popolazioni che abitano le baraccopoli romane, il tentativo di cambiare la sorte già scritta di chi non ha nulla.
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È un racconto molto personale, pregno di una malinconia che è figlia di questo momento storico e che cattura attraverso immagini meravigliose le sensazioni di spaesata nostalgia che popolano spazi ancora vuoti.
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Così se nel romanzo di Hugo la vita dei personaggi si dipana tra un ciclico ritorno di cadute e redenzioni, nel film di Ladj Ly ci sono solo cadute perenni, un processo quasi naturale di affossamento dell’essere umano e che può solo spingersi verso conseguenze estreme.