È ora di spingere affinché si dia definitivamente impulso alla Zona economica speciale adriatica e migliorare le infrastrutture (penso al raddoppio della linea ferroviaria Termoli-Lesina che secondo i piani di Ferrovie dello Stato dovrebbe essere tra le opere commissariate sul modello “ponte Morandi”).
Tommaso Pasqua

Tommaso Pasqua
Si chiama Tommaso il discepolo delle dita, il cognome è Pasqua, la festa per eccellenza per i Cristiani, i tre giorni più veri, per chi crede. Si nutre di dubbi, perché non potrebbe fare diversamente. E' nato tra le strade, di Apricena, la città del Marmo e della Pietra. E' cresciuto nei luoghi della Fragilità, operatore sociale nella comunità di recupero Saman, organizzazione laica e che gli ha insegnato a coniugare l’etica del volto. Crede che il coraggio sia coniugare le azioni semplici in una modernità veloce e che cancella le relazioni. Crede nella persona, e non ha mai incontrato biografie sbagliate. Il libro più bello per lui è “ Il Piccolo Principe”. Ha scelto di fare l’obiettore di coscienza, perché la violenza, la guerra e le armi gli puzzano di affari. Criminologo perso tra sigari, libri e camminate.
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Da tempo a Lesina in questo fazzoletto di terra, e di acqua, c’è una sperimentazione continua di urbanistica, di relazione persona-natura, di spazio pubblico vivo, c’è un continuo flusso di persone che passeggiano la mattina, respirano il relax nel pomeriggio, e alla sera c’è buona musica e aria di serenità. In questa notte “l’Isola di White”, un locale delicato e di musica bella, oltre che di caffè buonissimo, luogo simbolo, insieme ad altri, della crescita turistica di Lesina, è andato in fumo.
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Le strade intorno alla Cantina Sociale di San Severo, dopo il sabotaggio ai silos da parte degli incappucciati, erano abitate di voci, volti e sapere. Non è stato un evento, è stato l’evento, perché a San Severo dal 1933 la Cantina Sociale è il luogo dove passa la vita, e si narra delle vigne e si assapora il mosto, e si gusta il vino.
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Il Prefetto Grassi, parlava agli imprenditori ma il messaggio era rivolto ad ogni rappresentante della classe dirigente diffusa della Capitanata
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Nella piazza c’erano i giovani, tanti giovani. C’erano docenti e cittadini, c’era nell’aria, nei volti, la trama di un pensiero che la diversità sia un valore da praticare tutti i giorni e che il rispetto della persona sia a prescindere dalle proprie scelte individuali.
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La ruspa, di stretta osservanza salviniana, il minuscolo è scelta voluta, era la parola aggressiva sulle fragilità, ed era un brand fotografico per dare l’impressione che la politica agiva. Da oggi non vedremo più ruspe per distruggere ma dovremmo vederle per costruire, si chiude un micro ciclo politico, fatto di sovranismo da spiaggia
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La dimensione dei social sta mutando i comportamenti e le relazioni tra le persone. È necessario un forte investimento, educativo e culturale, per combattere l’analfabetismo digitale che sta “aggredendo” anche il panorama interiore delle persone, generando stati emotivi difficilmente osservabili prima della trasformazione digitale in atto
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In una società complessa abitata da pluralismi esistenziali abbiamo bisogno di coniugare la diversità come valore relazionale, e non possiamo essere bloccati su simboli che dividono e non uniscono