È una rassegna di formidabile impatto, che vivrà altri momenti memorabili nelle prossime settimane (bastino i nomi di Toni Servillo e Nicola Piovani) e che è promossa dal Comune di Lucera d’intesa con la Regione, il Consorzio Teatro Pubblico Pugliese (niente campanilismi, per carità; ma non è irrilevante che il presidente sia il foggiano Peppino D’Urso), Primavera al Garibaldi, Puglia Promozione, con il prezioso e immancabile sostegno della Fondazione Monti Uniti e la collaborazione dell’Università, dell’Accademia di Belle Arti e del Conservatorio di Foggia
Teatro
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Villains, la carnalità dei cattivi di Shakespeare a Borgo Turrito. Galano: «Teatro e ruralità per conoscere vino, azienda e territorio»
«Una notte all’aria aperta, tra le stelle ad ascoltare di nuovo come si faceva una volta il mito ci riporta ad uno stato naturale e più umano delle cose»
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Teatro
Intrecci di voci: Elementare, la performance del Collettivo Amigdala, tra rito, accadimento e riproducibilità
by redazioneby redazioneCantare è accogliere l’imprevisto, bruciare, perdere le coordinate, dosare, precipitando, istante dopo istante, avere una visione, tenersi insieme e infine lasciare andare tutto.
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Si sta pensando a un festival del teatro civile attraverso il quale coinvolgere le nuove generazioni. Il tema della legalità si può affrontare con i convegni con le conferenze e i proclami ma anche con il teatro, con altri linguaggi che funzionano moltissimo.
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L’impostazione, un po’ per vincolo logistico e un po’ per convinzione, è brechtiana: scena nuda, nessun costume, azione scenica basata soprattutto sul prendere o meno una sedia e utilizzarla. Ma non c’è straniamento né impostazione didascalica: il filo che lega i diversi monologhi o dialoghi, benché abbiano come tema prevalente il disagio e lo smarrimento della condizione giovanile, non ha carattere ideologico ed anzi plana su diversi registri, dal teatro dell’assurdo al cabaret al teatro militante.
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In quel pianeta terribilmente intricato e affascinante che è la danza contemporanea servono ovviamente prove assai più impegnative di quelle che sono oggi alla portata di questi diciannove fra ragazze e ragazzi, quale più quale meno fisicamente adeguato, quale più e quale meno talentuoso.
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Teatro
«Parabellum», performance sfidante. L’inedito live di Collettivo Mediante, Avl e Teatro della Polvere
«È una performance live pensata per destrutturare il concetto di arma» dice Deborah Carlucci, del Teatro della Polvere «Ci muoveremo in scena portando un messaggio»
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Teatro
«L’anima fresca» di Burambò e la vittoria al Premio Eolo: «Esterina Centovestiti sollecita il confronto con il tumulto emozionale di adulti e bambini»
Daria Paoletta: «Io ho la sensazione che abbiamo un ultimo passo da compiere anche se difficile da farsi, forse perché siamo un po’ soli. Per favorire la relazione con il mondo della scuola è necessario che intervengano più voci. C’è necessità che interagiscano al meglio le amministrazioni, la scuola, il teatro, i genitori»
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Mentiremmo per la gola, se dicessimo di avere compreso appieno il complicato marchingegno messo su dal talentuoso Di Furia, con un misto di credenze magiche e tecnologie aliene, superpoteri a localizzazione coatta, streghe del mare e profeti.
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Lodovini interpreta queste quattro donne (donne, non personaggi, come lei stessa specifica nelle interviste) modulando toni di voce e movenze, distinguendo, svariando, mutando. La perfetta interpretazione di un testo che, attraverso le molteplici sfaccettature delle vicende e dei casi, nel registro dell’ironia e dell’umorismo, descrive e denuncia in modo uniforme e compatto un particolare aspetto della condizione umana nella modernità, quella che chiamiamo questione femminile.