Per una impareggiabile viaggiatrice come Marguerite Yourcenar, intellettuale sopraffina, raffinata traduttrice e poliglotta, la vita di casa, al focolare tutto femminile, pur in un posto da sogno come Mont Desert sulla costa atlantica statunitense, è una sofferenza.
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Enrica Calabresi, la grande scienziata che per colpa delle leggi razziali fasciste perse tutti gli incarichi pubblici
Costretta a dichiarare la sua razza e la sua fede, fu cacciata dagli ambienti universitari e scolastici fiorentini, nell’indifferenza generale dei colleghi. Per Enrica, però, lo studio e l’insegnamento rimasero sempre una cura ai dolori della vita, così si dedicò agli alunni ebrei, espulsi dalle scuole statali, che la comunità di Firenze accolse nella Scuola Ebraica di via Farini.
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L’empatia e la sorellanza di Plautilla Nelli, l’artista priora che «in luogo di Cristi faceva Criste»
L’Ultima Cena di Plautilla è, a conoscenza storica, la tela più grande dipinta da una donna: lunga sette metri, popolata da tredici figure ritratte a grandezza naturale, il recente restauro ha messo in evidenza la straordinaria abilità della pittrice che, nella stesura, non si è servita di particolari disegni preparatori ma, con pennellate decise, ha proceduto alla creazione di una delle opere più belle del tardo Rinascimento fiorentino.
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La donna racconta la storia dietro quel carteggio, l’amore tra una giovane e un celebre poeta, uno dei maestri del Romanticismo inglese, John Keats. Tutto si svolse tra il 1818 e il 1821, i due erano segretamente fidanzati e nessuno aveva mai saputo della loro relazione. Quella ragazza, Fanny Brawne, era la signora Lindon.
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La Suite Française di Irène Némirovsky, l’epopea rimasta in valigia per sessantadue anni che racconta la Francia dell’occupazione nazista
Irène giunse al campo di smistamento di Phitiviers il 15 luglio, e il 16 venne ufficialmente iscritta nel registro per la deportazione sotto la dicitura “Epstein Irène Némirovsky, donna di lettere”. Consapevole forse del triste destino a cui stava andando incontro, riuscì a spedire al marito un’ultima lettera.
«Giovedì mattina. Mio caro amato, mie piccole adorate, credo che partiremo oggi. Coraggio e speranza. Siete nel mio cuore, miei amati. Che Dio ci aiuti tutti». -
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La storia di Erzsi d’Asburgo, l’arciduchessa rossa, venuta al mondo tra fasti e clamori, che volle dissolversi nell’oblio
L’arciduchessa rossa morì nel 1963, ad Huetteldorf. La sua eredità ammontava a più di un milione di euro e fu divisa tra gli eredi, mentre i beni materiali decise di lasciarli all’Austria e oggi sono custoditi al Kunsthistorisches Museum di Vienna.
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Lucida Mansi, la “bella degli specchi” che vendette l’anima al Diavolo per l’eterna giovinezza
Un po’ Faust un po’ Dorian Gray, per certi versi sposa sfortunata, indubbiamente donna bellissima, vanitosa, lussuriosa e crudele come una mantide religiosa. Era Lucida Mansi, nata Saminiati il 7 marzo 1606 a Lucca, morta a soli 43 anni in circostanze al limite delle leggi della natura e oggi protagonista di una leggenda che pervade di fascino e mistero due luoghi incantevoli della città toscana.
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Transfert e controtransfert. Storia della psicoanalista Sabina Spielrein e del triangolo con Jung e Freud. Quando la conoscenza del sesso non è più tabù
Estremamente affini, ormai sorprendentemente legati da un affetto potente, Jung e Sabina divennero amanti. Per i due fu un qualcosa di inevitabile.
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Dora Carrington, la radicale artista di relazione, la cui giovane esistenza si è fusa nell’arte
Carrington non espone mai: lei dipingeva esclusivamente per le persone che amava. E disegnava la sua vita. Avere un ruolo d’artista, riconosciuta da colleghi e intellettuali, non era abbastanza per lei, sebbene poi sia diventata una frequentatrice del fosse membra del mitico gruppo di Bloomsbury di Virginia e Leonard Woolf.
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Lavinia Fontana, la “pontificia pittrice” che dipinse le donne e per prima ebbe commesse per pale d’altare
Nella storia delle donne artiste e del loro affermarsi Lavinia Fontana è una figura importante perché in pittura padroneggiò una gamma considerevole di soggetti e fu la prima ad ottenere commissioni pubbliche in numero rilevante. Il suo contributo, come sempre accade per le donne, è stato sottovalutato. Nella storia dell’arte Lavinia viene relegata in secondo piano, eppure le sue opere furono di grandissimo spessore. Senza il suo esempio e le nuove strade da lei aperte difficilmente sarebbe stato possibile, qualche anno più tardi, l’affermazione di Artemisia Gentileschi.