Festeggiamo perché siamo innamorati o perché vogliamo a ogni costo certificare (al partner, agli altri, a noi stessi) che lo siamo?
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Il ritorno di mastuggiorgio. La brutalità che rimuoviamo e ci riguarda, ben oltre i confini del «Don Uva»
Le violenze del «Don Uva» appartengono all’album di famiglia dei manicomi d’Europa e d’Italia. Apparteneva d’altronde all’Opera di don Pasquale Uva Il famigerato lager di Bisceglie, non certo il meno importante nella crociata di Franco Basaglia, che agli odierni orrori fornisce antesignani illustri.
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Le poesie sulla nostalgia sono innumeri. Ma la mia preferita, per quanto troppo lunga per questi tempi istantanei ed effimeri, è stata scritta nel 1885, dopo un sobbollimento meditativo di circa un decennio, da un signore che aveva allora cinquant’anni, uno di quei nomi che a scuola ci hanno insegnato a odiare con accuratezza, perseguitandoci con corvèe mnemoniche, obblighi di riassunti e parafrasi, esaltazioni retoriche di cui ci sfuggiva il senso. Sto parlando di Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci
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Capodanno e la poesia ingenua e speranzosa sul tempo. Per difendere il proprio da ottusi e malvagi
Naturalmente l’anno nuovo è fatto di brindisi. Questo è quello dell’ispido, passionale e raziocinante Erri De Luca.
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Michela Murgia, il Dio bambino e l’irresistibile forza dell’infanzia, da Saba a Korkzcak
Nessuno fra i popoli del Libro, ebrei, cristiani o musulmani che siano, riesce a eludere l’infanzia. In quel caposaldo della letteratura universale che è «I fratelli Karamazov» il finto ateo Ivan dice al religioso Alioscia che l’ostacolo principale alla sua fede è la sofferenza dei bambini, e lo stesso grido di ribellione echeggia nella poesia dell’israeliano Yehuda Amichai secondo la quale «Dio ha pietà dei bambini degli asili», ma smette di averne non appena crescono
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Francesco rompe lo schema. La pietra fondante dei Vangeli, la nascita del Cristo, diviene, da vicenda remota e misteriosa, cosa visibile, immediata, percepibile. Avviene qui. Avviene ora. Non c’è nascita che non sia Quella nascita, non c’è bambino che non sia Quel bambino.
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I poeti, che negli enigmi si trovano a meraviglia, non hanno mancato di dedicare attenzione al sorriso
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Il giornale che visse due volte. Ventisette lustri di Gazzetta del Mezzogiorno
Protagonisti della serata, testimonial di due parole importanti come «fantasia» e «Gazzetta» (le cui iniziali, annota Santigliano, formano la sigla della nostra provincia) sono stati il direttore del quotidiano, il giornalista e critico cinematografico di vaglia Oscar Iarussi, e la foggiana più celebre in assoluto (in ambito maschile avrebbe come rivale Renzo Arbore), Vladimir Luxuria.
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La separazione ci rende più cari coloro che abbiamo perduto. E importa poco se si tratti di perdite legate all’estrema sentenza o ai tumulti e alle beffe della vita
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Li canta già Simonide, lirico greco attivo nella seconda metà del VI secolo avanti Cristo e nella prima metà del V.