Un volto nella folla di Elia Kazan, l’apologia del potere e la manipolazione della realtà attraverso i media

by Daniela Tonti

Uscito nel 1957, Un volto nella folla di Elia Kazan è un film drammaticamente in anticipo sul tempo e sulla storia, un’opera profetica, imprescindibile e necessaria sull’ossessione dell’uomo per il potere e la celebrità. Un’apologia del potere che mette in scena la manipolazione della realtà attraverso i media che possono fare di un vagabondo mediocre, meschino, truffatore e senza talento alcuno, un idolo che ammalia le folle e ne influenza il pensiero e le scelte politiche.

Un film preveggente che alla sua uscita non fu accolto positivamente. Ma che, con il passare degli anni, ha mostrato tutta l’attualità di una critica feroce e nerissima dei media e della classe politica attraverso una narrazione virtuosa, teatrale – come tutto il cinema di Kazan, il regista più americano del suo tempo – e i dialoghi sferzanti su classe, razza e provincialismo.

Così lo recensiva sui Cahiers du Cinéma  François Truffaut :

Ciò che è importante non è la sua struttura, ma il suo spirito inattaccabile, la sua potenza e ciò che oso chiamare la sua necessità. Il solito difetto dei film “onesti” è la loro morbidezza, timidezza e neutralità anestetica. Il film è appassionato, esaltato, feroce, inesorabile come una ‘mitologia’ di Roland Barthes – e, come esso, un piacere della mente.

Il film non fu accolto positivamente e Patricia Neal, l’attrice protagonista, in seguito ha affermato che l’unica ragione era che la gente non tollerava il fatto che Elia Kazan avesse successo.

Negli anni di Roosevelt l’emigrato Elia Kazan (nato a Kadi Keu, un sobborgo di Instanbul da genitori di origini greche) fu impegnato nella fila della sinistra politica nella battaglia per una nuova cultura democratica e per questo fu coinvolto nei processi per le attività antiamericane. Per molto tempo si rifiutò di collaborare ma poi il suo atteggiamento divenne ambiguo. Barattò con la delazione dei suoi colleghi la libertà di poter continuare a lavorare.

Un tradimento che Hollywood non gli avrebbe mai perdonato.

Questo compromesso politico e morale per Kazan non significò la fine della creatività come accadde per molti suoi colleghi ma un impulso più forte, di analisi del disagio sociale e intellettuale delle infinite possibilità dell’esistenza che non si limitava alla superficie. Kazan veniva dal Group Theatre, debitore della lezione di Stanislavskj, e le opere del primo tempo della sua carriera furono tutte incentrate su temi come il razzismo, la povertà, l’antisemitismo e il disagio sociale (Barriera invisibile che gli valse il suo primo Oscar, Pinky la negra bianca, Un albero cresce a Brooklyn etc).

Dalla scure del maccartismo le sue opere divennero più taglienti fino a costituire una radiografia rigorosa, amarissima e unica dell’America degli anni ‘50. Dalla trascrizione cinematografica di Un tram che si chiama desiderio di Tennesse Williams a Viva Zapata! a Fronte del Porto a La Valle dell’Eden a Baby Doll il cinema di Kazan è una lunga riflessione sull’altalena e le complessità della vita.

Dopo Fronte del porto (1954) che si aggiudicò un Oscar come miglior film, Elia Kazan torna a lavorare con lo sceneggiatore Budd Schulberg per Un volto nella folla.

Marcia Jeffries (Patricia Neal) è una giornalista radiofonica che in cerca di storie accattivanti scopre un barbone in una prigione dell’Arkansas e lo aiuta a realizzare il suo programma radiofonico. 

Il barbone galeotto Solitario Rhodes (interpretato da Andy Griffith, al suo debutto cinematografico) avrà talmente tanto successo alla radio da passare alla televisione, un lupo travestito da populista che nel giro di breve tempo diventa un demiurgo affabulatore di folle e riesce a conquistare fama e potere con un personaggio mediocre e gretto, senza nessun talento, in cui si riconosce l’uomo qualunque.

Nel suo spettacolo di varietà suona musica ad alto volume, racconta barzellette sconce e si compiace nel sovvertire le regole. I dirigenti della rete temono di aver creato un mostro. Ma gli spettatori non ne hanno mai abbastanza.

La sua ascesa mediatica è violentissima, pericolosa e cattiva. Lungo la strada seduce donne e ragazze adolescenti, si allinea al volere degli sponsor per vendere prodotti scadenti per poi passare alla vendita di idee e di un immaginario politico.

Opportunista, ignorante ma astuto e ambizioso approfitta della sua enorme influenza per sostenere un candidato alla presidenza, il senatore di destra Worthington Fuller (Marshall Neilan) che scala i sondaggi grazie a un Rhodes sempre più fuori controllo che la celebrità ha trasformato in un mostro. 

Sarà Marcia a porre fine alla sua parabola. Non senza difficoltà ma con assoluta determinazione, la donna usa il mezzo che ha portato Rhodes al successo, le onde radio, per distruggere il mostro di gesso che ha contributo a creare e smascherare l’imbecillità della gente.

L’obiettivo di Kazan e Schulberg era quello di criticare i media e l’esaltazione della celebrità da parte del pubblico e di mostrare come fosse semplice manipolare la realtà attraverso la televisione e di quanto fosse facile illudere i creduloni e farli abboccare alle bugie di un ciarlatano.

Kazan ha detto del film: “La cosa che ci ha guidato è stata la nostra convinzione in questa idea, in anticipo sui tempi, del potere che la TV avrebbe avuto nella vita politica della nazione.”

Nel film Kazan usa una messa a fuoco profonda in modo che le espressioni degli attori sullo sfondo e i volti nella folla siano visibili e vividi, la folla ingannata e colpevole che subisce il sopruso da compiangere e condannare, sfila muta davanti allo spettatore.

Un volto nella folla è stato inserito nell’elenco dei miglior film della storia del cinema e selezionato per la conservazione nel National Film Registry degli Stati Uniti dalla Library of Congress come culturalmente, storicamente o esteticamente significativo nel 2008.

L’intero paese è proprio come il mio gregge di pecore!

Sono miei! Li possiedo! Loro pensano come me. Solo che sono ancora più stupidi di me, quindi devo pensare per loro. Marcia, aspetta e vedrai. Sarò io il potere dietro il presidente – e tu sarai il potere dietro di me!

Quegli idioti là fuori? Shucks, potrei prendere del fertilizzante per polli e venderglielo come caviale. Potrei fargli mangiare cibo per cani e pensare che sia una bistecca.  Sai com’è il pubblico? Una gabbia di porcellini d’India. Buonanotte stupidi idioti. Buonanotte, miserabili sciattoni. Sono un sacco di foche addestrate. Gli lancio un pesce morto e loro sbattono le pinne.

Solitario Rhodes, Un volto nella folla

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