Come Hitchcock ha realizzato Psyco

by redazione

Il signor Hitchcock era sbalordito che questo film semplice e in bianco e nero avesse fatto tutti quei soldi. Mi ricordo che diceva ora devo sbrigarmi a fare un altro film per via delle tasse!
Mary Clathworty

Quando iniziò a lavorare su Psyco, Alfred Hitchcock aveva 46 film e tre stagioni televisive alle spalle ma nonostante ciò nessuno era disposto a produrre il film ritenendo che il tema fosse troppo scabroso. Hitchcock dovette fare i conti con problemi di ogni natura dai collaboratori ai tecnici, dalle location agli attori. Così decise di produrlo da solo. La Paramount accettò di distribuire il film una volta ultimato ma non concesse nessun sostegno per le riprese.

La storia inizia nel 1959 quando l’agente dello scrittore Robert Bloch, inviò in anteprima le copie del libro Pysco a svariate case di produzione senza successo.

Il libro si ispirava  alle vicende di cronaca di Ed Gein che fu identificato come uno dei più tremendi serial killer americani. Repellente o meno, un certo Ned Brown comprò a scatola chiusa i diritti del libro per 7.500 dollari. Robert Bloch scoprì più o meno in quel momento che la sua casa editrice non aveva previsto alcun bonus o percentuale sui profitti in caso di vendita a Hollywood. E fu allora che apprese che Pysco era stato venduto a sir Alfred Hitchcock in cerca di una storia del genere da quando Clouzot aveva realizzato I Diabolici.

Nell’estate del 1959 Hitchcock aveva il mondo ai suoi piedi : la Paramount aveva dato al maestro inglese carta bianca sulla scelta di storie, sceneggiatori cast e montaggio per qualsiasi progetto. Si preparava all’uscita di Intrigo Internazionale, un thriller da tre milioni di dollari che sarebbe diventato uno dei suoi film più fortunati. Ed era convinto la Paramount gli avrebbe prodotto Psyco. La Paramount rispose che il libro “Era troppo repellente per farne un film e piuttosto scioccante anche per un lettore con un bel po’ di pelo sullo stomaco”. E così decise di produrlo da solo servendosi dei suoi collaboratori televisivi.

Per motivi di budget, il regista abbandonò in preproduzione molte idee tecniche che la sceneggiatura, curata da Joseph Stefano, descriveva nel dettaglio. La prima a essere sacrificata fu una ripresa aerea analoga a quella effettuata per Caccia al ladro e per comprendere il basso budget basti pensare che Hitchock affidò a una piccola troupe televisiva una serie di immagini fisse tra cui la strada con i passanti e la mobilia a casa dello sceriffo.

Hitchock ha inventato praticamente qualsiasi idea cinematografica sia stata usata e probabilmente sarà usata in ogni forma
Brian De Palma

Per Psyco Hitchcock decise che le star sarebbero state lui e la trama. Tony Perkins aveva sottoscritto il contratto di quello che sarà il personaggio che lo perseguiterà per una vita intera, senza nemmeno leggere lo script.  Per la protagonista femminile scelse Janet Leigh e affidò a sua figlia Patricia il piccolo ruolo di Caroline.

L’11 novembre 1959 Hitchcock catturò su pellicola le prime immagini prendendo in prestito una troupe della sua ultima produzione televisiva. Quattordici giorni dopo la troupe si spostò sull’autostrada 99 in California per quarantanove inquadrature di sfondi che servivano a realizzare il viaggio in macchina della protagonista: il regista aveva deciso di farne una sequenza stilizzata e l’idea era di fare tutto utilizzando i trasparenti.

Nonostante Psyco fosse un piccolo film, Hitchcock sfruttò una gamma incrredibile di tecniche, studiate per intensificare il coinvolgimento della platea. Il regista insistette che praticamente l’intero film fosse girato con obiettivi da 50mm che su una macchina da presa a 35mm all’epoca costituiva quanto di più si avvicinava alla vista umana.

Schivate le trame della censura, Hitchcock era pronto a concentrarsi sul suo vero nemico: il pubblico cinematografico. E diede vita a una campagna marketing passata alla storia come la più formidabile di tutti i tempi.

Fino a quel momento gli spettatori potevano entrare in un film a metà, guardare l’ultima parte e poi restare per recuperare ciò che si erano persi. 

Il regista era preoccupato che i primi spettatori, uscendo dalla proiezione, andassero a raccontare il finale uccidendo il film. Decise quindi di non organizzare anteprime per critici e giornalisti.

La pubblicità sui giornali insisteva sul fatto che nessuno, ma proprio nessuno sarebbe stato ammesso in sala dopo l’inizio di ogni proiezione, cosa già fatta per Vertigo ma per Pysco Hitch non si limitò a suggerire ma insistette fornendo agli esercenti due dettagliatissimi manuali di istruzione per la promozione del film in cui si suggeriva, tra l’altro, di assumere guardie giurate che facessero rispettare il regolamento.

Il Kit di vendita comprendeva due grossi orologi e sagome a grandezza naturale del regista da piazzare all’ingresso in sala mentre gli altoparlanti trasmettevano in strada un messaggio registrato con la sua voce in cui spiegava al pubblico perché non erano ammessi ingressi a film iniziato. In uno di questi diceva “Mi rendo conto che si tratta di un concetto rivoluzionario, ma abbiamo scoperto che Pysco è diverso da quasi tutti gli altri film e non migliora se proiettato al contrario”

Il film fu un successo strepitoso. Ma fu solo quando polverizzò i record d’incasso che si resero conto che era diventato un fenomeno. Per placare la folla in coda sotto la pioggia fuori da un cinema di Chicago che minacciava di tirare giù il teatro se il gestore non avesse aperto le porte, Hitchcock fece comprare e distribuire degli ombrelli, regalando un’enorme pubblicità gratuita quando la notizia fu pubblicata in prima pagina.

Per mesi i bollettini che arrivavano da tutto il paese raccontavano di svenimenti, squadre di vigili impegnati a destreggiare il traffico vicino alle sale e ambulanti che erano stati costretti a munirsi di carrelli da golf per vendere bibite e popcorn.

Ma il film fu stroncato dalla critica e non vinse nemmeno un Oscar nonostante le quattro candidature.  Secondo molti il peccato maggiore di Hitchock fu quello di non aver organizzato le prime per i critici ma “niente che Hitchcock avesse girato in precedenza aveva preparato la critica e il pubblico alla commedia nera o all’agghiacciante horror gotico di Psyco”.

Il rapporto tra il maestro inglese e la critica fu sempre travagliato, furono i Cahiers du cinema a rivalutare la sua formidabile opera con la celebre intervista a Truffaut.

Con la straordinaria colonna sonora di Bernard Hemmer, i titoli di Saul Bass, l’uso del bianco e nero e le incredibili innovazioni tecniche, Psyco rimane uno dei migliori film della storia del cinema, oggetto di numerosi remake, tra cui quello di Gus Van Sant del 1998.

“In Psyco del soggetto mi importa poco, dei personaggi anche: quello che mi importa è che il montaggio dei pezzi del film, la fotografia, la colonna sonora e tutto ciò che è puramente tecnico possano far urlare il pubblico. Credo sia una grande soddisfazione per noi utilizzare l’arte cinematografica per creare una emozione di massa. E con Psyco ci siamo riusciti. Non è un messaggio che ha incuriosito il pubblico. Non è una grande interpretazione che lo ha sconvolto. Non è un romanzo che ha molto apprezzato che l’ha avvinto. Quello che ha commosso il pubblico è stato il film puro”

Intervista a Truffaut

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