“Continueremo a parlare al pubblico”. Il cinema che diventa portale: la storia de La Compagnia di Firenze

by Michela Conoscitore

Per quanto abbia condizionato e, a volte anche stravolto, le nostre vite, la pandemia da Covid-19 ha indicato, tuttavia, strade mai battute prima e lasciato, dentro molti, il coraggio di mettersi alla prova e, soprattutto, sperimentare. Sperimentazione e cinema sono sicuramente due parole che sono legate da una certa affinità, perché la stessa arte cinematografica fu proprio una scommessa dei fratelli Lumière.

E una scommessa simile la sta portando avanti il cinema La Compagnia di Firenze: l’idea di Più Compagnia, il portale dal quale la sala fiorentina sta riuscendo a coinvolgere non più soltanto gli spettatori toscani ma quelli di tutta Italia, nasce nei mesi di quarantena con i cinema chiusi, e l’esigenza del pubblico di continuare ad usufruire di un ‘bene’ artistico, ovvero la visione di un film, a cui non sappiamo più rinunciare. L’utente registrato al sito www.cinemalacompagnia.it potrà assistere ad un’offerta variegata di titoli e contenuti, comodamente da casa, con l’opportunità di poter visionare produzioni di pregio che nelle sale mainstream non avrebbero la stessa risonanza.

bonculture ha intervistato Camilla Toschi, la responsabile della programmazione di questo nuovo cinema virtuale.

Il cinema La Compagnia è una realtà prettamente fiorentina, ora con questa vostra iniziativa avete aperto una sala dai ’confini’ nazionali: quindi per presentarvi, può raccontarci la storia del cinema?

La Compagnia è una casa del cinema voluta dalla Regione Toscana che da anni sostiene e promuove la cinematografia in tutte le sue forme, anche attraverso il sostegno a festival internazionali e cito fra tutti il Festival dei Popoli e lo Schermo dell’Arte, ma anche pensando di dedicare ai cittadini di Firenze e della regione Toscana uno spazio di sperimentazione dedicato al cinema. È una sala dove principalmente proponiamo con programmazione continuativa film documentari, perché è il genere sostenuto da anni dalla Regione, e a cui il pubblico toscano è più affezionato. Ospitiamo anche molte anteprime ed eventi, tra cui i festival internazionali, e teniamo anche dei laboratori con attività dedicate a target diversi come gli anziani, e soprattutto i giovani delle varie fasce d’età.

Come nasce l’iniziativa Più Compagnia?

Durante il periodo di lockdown abbiamo cercato di mantenere vivo il rapporto col nostro pubblico, come hanno fatto tutte le realtà che si occupano di cinema, offrendo contenuti, interviste agli autori che sono stati con noi in sala, ma arrivando ad oggi ci siamo chiesti come potevamo cercare di non snaturare l’emozione del cinema, ovvero quel momento di confronto con gli autori o con chi ci siede semplicemente accanto: da qui è nata l’idea di una piattaforma diversa dalle altre, in cui la ritualità legata all’idea di vedere un film in sala resta, e quindi introduciamo due appuntamenti specifici, uno alle 17, l’altro alle 21, così il pubblico deve ritagliarsi un po’ di tempo per vedere un film, e ciò lo valorizza. Connettendosi alla piattaforma, sceglie il contenuto speciale e il pubblico con cui potrà commentarlo. Più Compagnia è stata anche una risposta al crescere, a nostro avviso, spropositato di tutte queste piattaforme on demand che intaccano la magia e il valore del vedere un film in sala, tutti insieme, magari introdotto dal racconto dell’autore.

Qual è il bilancio di questa prima settimana online di Più Compagnia?

 Siamo piuttosto contenti, ci sono titoli che vanno meglio, altri meno. Stiamo raddrizzando il tiro, nel senso che cercheremo di investire sempre più in contenuti originali come documentari che non hanno distribuzione, o su film d’autore. Poi l’altra attività su cui abbiamo molte speranze è costituita dai centri estivi multimediali per i più piccoli: con la chiusura delle scuole, dedicheremo proprio a loro un pomeriggio a settimana. Ci teniamo molto a questo progetto, e contiamo che ci seguano un po’ da tutta Italia.

Scorrendo il calendario degli eventi in programma, può indicarci quali sono quelli davvero imperdibili?

Cito alcuni documentari, che sono il fil rouge della nostra programmazione: Il giovane Karl Marx, che sarà visibile dal 14 al 19 giugno, ma anche You only die twice con cui abbiamo aperto la settimana scorsa. Interessante anche il documentario dedicato al tennista John McEnroe, dal 12 al 17, e poi una chicca in collaborazione col festival Lo Schermo dell’Arte, un progetto di raccolta fondi per giovani artisti che andranno a produrre alcune opere che verranno donate alla GAMeC di Bergamo: abbiamo dato vita ad una rassegna preziosa perché alcuni artisti contemporanei hanno prodotto per il pubblico di Più Compagnia contenuti e conversazioni originali, del tutto nuovi. Giovedì 11 giugno ci sarà la grandissima Shirin Neshat che presenterà la proiezione del suo documentario, in programmazione alle 21, Looking for Oum Kulthum, e ci racconterà in anteprima il lavoro a cui si sta dedicando in questo periodo. Ma soprattutto ci racconterà la sua vita in questi mesi, lei è un’artista donna, nomade, abituata a girare e a far conoscere il suo lavoro in giro per il mondo, e adesso bloccata, come tanti, a New York da Covid e sconvolta dalla situazione drammatica che gli Stati Uniti stanno vivendo in questi giorni.

Più Compagnia nasce dal periodo di quarantena, un momento in cui siamo riusciti a dedicarci maggiormente e con più cura ai nostri hobby. Come ne esce il cinema da questo momento?

Credo che sia stato un momento di grande riscoperta del cinema, e di un avvicinamento di persone che non erano così affezionate a questo medium. Penso che tutti, negli scorsi mesi, almeno una decina di film se li siano visti e spero abbiano avuto anche l’occasione di scoprire titoli del passato a cui la televisione generalista non concede spazio. Quindi spero che il momento appena trascorso riporti la gente nelle sale: ben venga lo streaming e la sala digitale, noi la manterremo anche quando il nostro cinema riaprirà, si spera a settembre, con una finalità diversa: sarà uno strumento per continuare a parlare al pubblico italiano che non ci potrà raggiungere, ma che è interessato ai nostri contenuti esclusivi.

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