È cinema, devi smetterla di avere paura. Bella l’opera prima di Anna Lisa Vespa

by Enrico Ciccarelli

Carla De Girolamo, come regista Annalisa Vespa è più o meno severa di Abel Ferrara?

“Meno, meno” ride lei “Perché Abel Ferrara… mamma mia!”

Il paragone non sembri irriverente. Locked down, devi smetterla di avere paura, il corto di Anna Lisa Vespa presentato a Lucera nel versatile egrazioso spazio creativo del talent hubdi Jafar da una bravissima Annalisa Molfetta, è cinema, tal quale i blockbuster o le produzioni indipendenti. Di diverso rango, di diversa durata, soprattutto di diverso budget, ma di identica sintassi. Una sintassi che la giovane videomaker lucerina, con alle spalle diverse esperienze attoriali e teatrali, declina in una vicenda graziosa e futuribile, dedicata agli strascichi e ai postumi che la pandemia ci avrà lasciato in eredità. È una storia che l’autrice ha disegnato con la complicità di Erminio Tota, che ha collaborato con lei e con Antonio Petruccelli nella crew tecnica del corto. Il plot è semplice: Tiziana, l’incantevole Francesca Di Maggio, che ha perso sua madre causa Covid, si è rinchiusa in un isolamento patofobico che non rompe nemmeno per aprire al fattorino, un divertente Marco Terenzio Barbero, o per il vicino di casa curioso e intrigato, l’assai convincente Adriano Santoro. Né ha miglior fortuna l’amica del cuore e aspirante tutrice Anna, resa con l’abituale fascino da Carla De Girolamo. Il finale aperto e improvviso che non riveleremo interrompe in modo brusco una vicenda che sembrava avere una prospettiva temporale assai più lunga. Restano però esemplari due cose: la prima è che al tentativo di autoreclusione di Tiziana si contrappone l’immanenza, pur fuori campo, rappresentata da echi passati e presenti di notiziari, della comuIo nità, dell’ambito collettivo in cui si scioglie ogni individuale tragedia, per quanto dura. La seconda è che il tema grave e luttuoso del film è giocato sul filo dell’ironia, quando non della vera e propria comicità.

“A volte la via migliore per arrivare a un concetto, anche serio” dice Vespa “è la comicità, Quindi l’ironia è qualcosa che mi faceva piacere ci fosse, in questo prodotto”.

“È stata un’esperienza preziosa” sottolinea dal canto suo De Girolamo “perché nel momento pandemia, chiusure, timore, nessuna speranza, c’è stata questa scintilla che davvero mi ha allietato tutte le giornate che sono venute dopo. Un’esperienza positiva, senz’altro”.

“L’abbiamo girato poco prima del secondo lockdown” ricorda Francesca Di Maggio, la Tiziana del corto “quindi è stato per noi anche un momento per non pensare a quello che stava accadendo. Mi sono divertita tantissimo, perché il personaggio è abbastanza comico, nonostante la drammaticità del tema. È un personaggio lontano da me” afferma l’attrice “Io posso immaginare cosa una persona possa provare nel perdere la propria madre, ma fortunatamente non l’ho vissuto. Ci starei così male che forse vorrei morire, per come sono fatta io, perché non riuscirei a sopportare un lutto. Ma al tempo stesso reagirei e cercherei di vivere. Lo farei soprattutto per mia madre”.

“La mia esperienza parte da un background teatrale” racconta Anna Lisa Vespa “ho studiato per otto anni recitazione, ho approfondito lo studio attraverso degli spettacoli, ma anche qualcosa nel settore audiovisivo. Dopo di che ho cominciato a lavorare dal punto di vista tecnico, sei anni fa, e di conseguenza ho avuto la fortuna di farlo per lavoro seguendo al tempo stesso corsi di perfezionamento. Ora il background sembra essere più completo”.

Prossima tappa?

“Hollywood” dice lei con una risata squillante.

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