Il primo Natale di Ficarra e Picone

by Giuseppe Procino

Salvo è un ateo convintissimo, privo di sensibilità e che vive attraverso il furto di arte sacra. Valentino invece è il parroco che si diletta nell’organizzazione del presepe vivente scrivendone persino i testi in rima. Il primo vuole rubare l’antichissima statua di Gesù bambino presente proprio nella parrocchia di padre Valentino ma viene scoperto. Mentre i due si inseguono per le strade del paese, accade qualcosa di inspiegabile: si ritrovano nella Palestina dell’anno zero dove Gesù sta per nascere.

Salvatore Picarra e Valentino Picone, duo comico cinematograficamente più che collaudato, si confermano ancora una volta tra i punti saldi della nuova commedia italiana, questa volta fondendo satira sociale e genere fantastico. È un’impresa quanti mai coraggiosa che merita un plauso nonostante difetti di regia e, a piccoli tratti, poca cura nella direzione degli attori.

Il prodotto non rientrerà sicuramente tra i film italiani memorabili del 2019 ma perlomeno si sforza di offrire un necessario spunto di riflessione attraverso un genere inusuale per il nostro cinema e colma il vuoto commerciale lasciato dalla morte del cinepanettone.

Sicuramente una bella sfida se si considera che la comicità dei due comici siciliani sa essere cattivissima ma mai volgare, disinibita ma sempre elegante. Il pubblico li premia ancora una volta e la sfida è già vinta attraverso una scrittura intelligente (ancora una volta assieme a Nicola Guaglianone) e un’immagine curata (la fotografia è di Daniele Ciprì). La ricostruzione storica è credibile e la cura per i dettagli è meticolosa. Il risultato rispetto alle opere precedenti è più sofisticato ma leggermente sottotono e sicuramente meno aggressivo.

“Il primo Natale” è un film che vuole parlare a tutti, anche ai più piccoli, e questa prerogativa resta ben salda sino alla fine della pellicola mantenendo però una moderazione di fondo che smussa qualsiasi possibilità di cattiveria. Si ride meno (ma si ride) e come sempre si riflette su temi importanti. Il cinema di Ficarra e Picone d’altronde non è mai contenitore vuoto di battute e situazioni, ma è sempre microcosmo del sistema attuale evitando da sempre di essere banale. Anche in questo caso lo sviluppo della narrazione non segue un filo lineare ma si intesse e si arricchisce di situazioni e personaggi, raccontando una società in cui l’uomo dell’anno zero è metafora del contemporaneo e in cui si riflette davvero sul senso del Natale.

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