Il Tempo dei Giganti: viaggio nella terra dei padri, dove gli ulivi muoiono di Xylella

by Giuseppe Procino

Giganti, sculture che il tempo ha modellato per ricordarci quanto le nostre esistenze siano un piccolo passaggio rispetto all’infinito ciclo della storia, simboli dell’identità di un territorio. Gli ulivi sono l’elemento riconoscibile del Salento attorno a cui si sono codificate tradizioni, usanze, vite, opere d’arte che a tutti gli effetti si caricano del senso di sacro e profano. Per secoli queste installazioni che ci ricordano chi siamo, il concetto di ponte culturale tra popoli diversi e le nostre radici arcaiche, sono rimaste lì, immobili ad osservare il nostro movimento continuo, vedendo tramandare di generazione in generazione i rituali pagani che accompagnano la coltivazione delle olive. Molto più che delle semplici piante ma dei veri monumenti all’identità storica e sociale.

Per questo, l’epidemia da Xylella Fastidiosa, è la più grande tragedia botanica del nostro secolo: milioni di alberi di ulivo stanno morendo.

“Il Tempo dei Giganti” narra il viaggio di Giuseppe verso la terra del padre, nella Piana degli ulivi monumentali, laddove è imminente l’arrivo dell’epidemia. Dovrà spiegare all’anziano contadino come la loro vita verrà sconvolta da questo batterio invisibile, finora sconosciuto in Italia.

Davide Barletti e Lorenzo Conte provano a riaccendere i riflettori su una questione delicatissima e lo fanno dopo un’altra tragedia umana che ci ha visti tutti protagonisti su scala globale. La pandemia da Xylella come quella da Covid 19 rimette tutto in discussione, rimescola le carte e spinge l’uomo a reinventare il presente e il futuro. Una tragedia che non è solo economica ma quindi anche umana. La scomparsa di questa coltivazione coincide con la scomparsa delle tracce dell’uomo inteso come attore dei processi storici, sociali e culturali. “Il tempo dei Giganti” è un documento/documentario prezioso perché ci ricorda l’importanza del senso di comunità e perché ci spinge ad una riflessione attualissima che si intreccia con l’ecologismo e la politica spesso incapace di tempestività. Mentre si cerca una soluzione per salvare quel poco che resta, incontriamo i volti di chi può raccontare questa catastrofe da un punto di vista particolare e privilegiato, non solo Giuseppe e suo padre, ma anche altri contadini, artisti, esseri umani che hanno messo in discussione le proprie vite per riappropriarsi del rapporto ancestrale che l’uomo ha con la natura e ponendo l’accento sull’emergenza globale che riguarda noi e le prossime generazioni.

“è stato chiaro fin da subito quello che stava avvenendo sotto i nostri occhi: l’arrivo in Salento di una malattia così devastante come la Xylella sarebbe stato uno shock e avrebbe repentinamente cambiato un intero territorio e la sua comunità. Un destino che rende terribilmente vicine questioni che sembrano non appartenere all’orizzonte e all’agenda del nostro Paese: desertificazione, cambiamenti climatici, riscaldamento globale, pandemie del mondo umano e mondo vegetale, globalizzazione dei mercati e nuovi organismi patogeni importati da Paesi lontani.” Affermano i registi.

Queste piante hanno davvero creato attorno a loro una narrazione sociale e comunitaria che parte da tempi e mondi lontanissimi e con questa delicatissima pellicola Barletti e Conte scrivono un poetico epitaffio per “Il tempo dei Giganti”, un tempo che purtroppo non ci sarà più.

“È nostra convinzione che questo film documentario possa essere una possibilità per il grande pubblico di conoscere quello che sta avvenendo in Puglia, senza relegarlo a un qualcosa che interessi soltanto una piccola porzione del nostro Paese. La vicenda della Xylella coinvolge in realtà il delicato equilibrio tra uomo e natura, tra globalizzazione e diversificazione, tra una vecchia concezione dell’economia agricola e nuove pratiche virtuose. E mentre gli uomini si separano ulteriormente, litigano sul da farsi, discutono sulle colpe mantenendo le proprie rigide posizioni, l’ulivo lentamente muore, muore un simbolo, muore una terra.”

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