Klaus, I segreti del Natale: la leggenda di Babbo Natale nel cartoon di Netflix

by Gabriella Longo

Smeerensburg è decisamente un luogo terribile. E di questo ben presto si accorge Jesper Johannsen, figlio scansafatiche del comandante dell’Accademia Regia dei Postini, lì spedito (proprio come un pacco) da suo padre, col compito di crearvi un nuovo ufficio postale entro l’anno, e magari allontanarlo dall’agio di casa. A malincuore, Jasper dovrà rinunciare alla colazione a letto, ai pregevoli tessuti delle sue coperte, a favore di un’isola dimenticata dal mondo, fredda, grigia in ogni stagione. Per non parlare, poi, dei suoi macabri abitanti, spaccati a metà dall’insolubile lotta fra il clan dei Krum e quello degli Ellingboe, fra i quali vigono “secoli di glorioso odio tramandato per generazioni”.

Persino la giovane maestra Alva, ormai contagiata dalla glacialità climatica e umana che la circondano, si presta alla vendita di ogni qualità di pesce artico in una Smeerensburg in cui la gente, non manda i propri figli a scuola. Motivo per cui a Smeerensburg non si scrivono lettere e motivo per cui a Smeerensburg un postino, sarebbe del tutto inutile. Ma Jesper ha un altro compito da portare a termine: riuscire ad affrancare seimila lettere di suo pugno per evitare così di essere diseredato dal ricco genitore. Come fare? Il suo geniale intuito gli suggerisce, ad un certo punto, di spargere la voce fra i bambini che in cambio di una lettera, il vecchio Klaus – l’eremita abitante dei boschi – fa recapitare loro bellissimi giocattoli di cui casa sua è ricolma.

Klaus, I segreti del Natale, primo cartoon realizzato da Netflix, si è già meritatamente conquistato quel posto accanto a Mamma ho perso l’aereo sulla mensola degli indispensabili delle feste.

Alla regia, per la prima volta, troviamo lo spagnolo Sergio Pablos, che dopo essere stato co-creatore della serie Cattivissimo Me e aver lavorato come animatore a film d’animazione dal peso di Il gobbo di Notre Dame, Hercules e Tarzan per Walt Disney, ma anche per Sony Pictures Animation, Blue Sky Studios e Illumination Entertainment (sia come animatore che come sceneggiatore), ha fondato una propria casa di produzione -The SPA Studios-, con lo scopo di ritornare ai lungometraggi tradizionali in quella che può definirsi l’epoca d’oro dell’animazione. E questa stessa SPA Studios, in partnership con Les Films Du Poisson Rouges, si è trasformata in un vero e proprio laboratorio di alchimisti quando Pablos, ha voluto che l’intera pipeline di Klaus fosse rigorosamente disegnata a mano, fotogramma dopo fotogramma, proprio come ai vecchi tempi.

Felicemente supportata dal colosso dello streaming, la sfida nostalgica del regista iberico ha previsto un ripensamento totale rispetto alle moderne tecniche di animazione: la pietra filosofale, è data dall’unione di disegni in 2D, e un’illuminazione in CGI che stacca i personaggi dagli sfondi per regalargli una naturale tridimensionalità (un’operazione simile non la si vedeva dai tempi de La principessa e il ranocchio, 2009).

Con un uso di luci e colori che sono a metà fra la tetra atmosfera burtoniana e quella sognante dei classici Disney degli anni ’90, Pablos sceglie, dunque, di raccontare il mito di Babbo Natale al di fuori dalla mitologia natalizia e così, in una divertentissima origin story, lo seguiamo nella sua trasformazione da burbero taglialegna, al tenero vecchietto di rosso accompagnato dallo scampanellio della slitta. Ma nulla sarebbe stato possibile se non fosse stato per l’arrivo a Smeerensburg di Jesper, quel bizzarro postino cresciuto nella bambagia, che è il vero protagonista della storia. Sarà proprio lui, con la sua caparbietà e il suo buon cuore, a dimostrare a quegli abitanti artici come «un vero atto di bontà ne ispiri sempre un altro», ridando vigore e colore alle stagioni dell’isola. La necessità di condivisione è ciò che manca ormai da tempo, e una lettera, due, moltissime, saranno esattamente ciò che ci vuole perché ogni cosa possa ripartire, dalla voglia di imparare a quella di sentirsi parte di una comunità sino a sposare (letteralmente), le idee di un altro clan, nonostante apparenti inconciliabili differenze.

E poi… se ci stavamo ancora chiedendo come quel grassone di Babbo Natale scendesse giù per il caminetto, adesso lo sappiamo: non lo fa, perché è il suo postino ad assumersi l’ingrato compito. Ma ha davvero sempre avuto quel buffo costume? Certo che no, è un omaggio di un irresistibile comunità lappone di Smeerensburg a quel grande signore che prima era soltanto il triste eremita di una foresta ghiacciata.  E in quanto alla storia dell’onniscienza? Come fa Babbo Natale a sapere chi merita balocchi e chi carbone? E quella della slitta magica? E poi, perché mai un signore dovrebbe prendersi la briga d’inviare regali ai suoi piccoli corrispondenti? Ognuno di questi segreti del natale, verrà rivelato con la magia che ha l’essenzialità, nella bellezza di una storia che parla di come nasce una leggenda.

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