“La patata bollente”, il film politicamente scorretto sull’omofobia a sinistra

by redazione

“Chiudi gli occhi se vuoi/ questo è un tango diverso/ balla meglio che puoi è un tantino perverso/ tango languido e sia contro l’ipocrisia/ dare scandalo è l’unica via”.

Il “Tango diverso”, scritto da Totò Savio e cantato da Tamara, pseudonimo dello stesso Savio, leader degli Squallor, diventato poi simbolo per il movimento Lgbt, è da tempo una delle colonne sonore contro l’omofobia, inno ufficiale del gay pride nazionale a Bologna nel 2008.

Una scena cult esilarante ed indimenticabile quella del tango diverso, con Renato Pozzetto e Massimo Ranieri in pista alla Festa dell’Unità. Il film, tra i più rappresentativi della fase gender di Renato Pozzetto, è “La patata Bollente” di Steno. Anno 1979 con Renato Pozzetto appunto, Edwige Fenech, Massimo Ranieri, Luca Sportelli, Clara Colosimo. Un film perfetto da vedere per la Giornata Mondiale contro l’Omofobia di oggi 17 maggio.

Bernardo Mambelli-Pozzetto è un ex pugile, operaio milanese di una fabbrica di vernici. Lo chiamano “il Gandi” e milita nel Pci: si trova una sera a salvare un giovane fragile Claudio, picchiato dai fascisti. Lo porta a casa e cominciano gli equivoci e i luoghi comuni: il ragazzo è gay e una serie di situazione paradossali porterà il partito e la sua bellissima fidanzata interpretata da Edwige Fenech a credere che anche lui sia diventato gay.

Manbelli viene spedito in Unione Sovietica per allontanarlo dal pericolo della decadenza borghese, ma quando tornerà, farà autocritica sulla sua omofobia, fino al tango disintermediatore alla Festa dell’Unità.

Il film è molto interessante perché assai prima di Ferzan Özpetek e con uno stile del tutto diverso, affronta un tema delicatissimo, con il ritmo della commedia e offrendo un punto di vista totalmente nuovo, obliquo. Sarebbe stato facilissimo parlare di omosessualità e omofobia nella destra politica, ma invece Steno (Stefano Vanzina), uno dei più grandi registi del genere, tira fuori dalla commedia la contraddizione del comunista duro e puro di spirito che si dimostra omofobo. La frase cult “Hitler ha ammazzato tanti froci, come tanti ebrei”, contestata dalla critica impegnata e mainstream, racchiude tutte il senso del film, contro una sinistra che all’epoca, negli anni Settanta, sapeva darsi solo delle etichette e aveva molte difficoltà con le minoranze. Il film esce poco dopo la cacciata di Pierpaolo Pasolini dal Pci, espulso proprio per la sua presunta omosessualità.

Steno nel film riflette sulla tematica, sconvolgendo i registri. Politicamente scorretto, con una sceneggiatura a tratti becera, il regista, padre dei fratelli Vanzina, dà vita all’omofobia in modo grottesco, con lucidità, obiettività ed efficienza, anticipando di alcuni decenni moltissimi cliché sui comportamenti che la sinistra assume nei confronti della diversità. E lo fa con una commedia, che arriva a tutti.

Lotta di classe, omofobia, l’accettazione del diverso in una società molto cattolica o politicizzata e chiusa da un machismo partitico e fordista. Tutto questo c’è nel film, che è molto di più del b-movie che la critica ha sempre dipinto. Del resto i film di Steno contribuirono a mettere in luce nei toni grotteschi della farsa, certi aspetti rivelatori della società italiana del tempo sia per i soggetti affrontati, ancorati alla realtà di tutti i giorni, sia per uno stile a volte vivacemente demistificatorio.

Cosa resta di quel cinema che era l’assemblaggio di barzellette goliardiche e di battute infarcite di doppi sensi? Nella Patata bollente di certo Steno smaschera la vuotezza del cinema pseudo intellettuale e mette a nudo l’inconsistente tolleranza della sinistra.

Merita una menzione speciale nel film il grandioso Massimo Ranieri, un attore straordinario spesso sottovalutato dal nostro cinema. Nel 1980, l’anno dopo la Patata Bollente, interpreterà “L’anima buona di Sezuan” di Giorgio Strehler. Su Ranieri in quegli anni giravano alcuni gossip di una sua presunta omosessualità, non ha mai fatto coming out, lui, che fino ad allora aveva sempre recitato personaggi amati dalla donne, li sconvolge tutti accettando il ruolo di rottura del giovane operaio innamorato del Gandi.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.