Martin Eden, il romanzo cinematografico di Pietro Marcello

by Marco Pezzella

Martin Eden è il nuovo lungometraggio di Pietro Marcello, documentarista napoletano, presentato all’ultimo festival del cinema di Venezia. Interpretato da Luca Marinelli, Martin Eden è un personaggio di finzione “disegnato” dal romanziere inglese Jack London; Marcello si è liberamente ispirato al romanzo nel ritratto del suo Martin vivente in una Napoli anni cinquanta. Un marinaio coraggioso e con la volontà di crescere culturalmente. Il film a colori vintage, tant’è che le inquadrature sembrano istantanee degli anni cinquanta per merito del d.o.p. Francesco Di Giacomo, ricorda vecchie pellicole in stile “La valle dell’Eden” capolavoro con James Dean.

Il paragone col mito Dean non è forzato se si pensa che oggi, Luca Marinelli ha conquistato il ruolo di homme fatale, di attore bello e bravo del cinema nostrano. Nessuno può negarlo, l’attore romano in ogni scena rivela il suo talento; è sconcertante l’empatia che riesce a far provare. Il pubblico viene letteralmente travolto dal suo modo di interpretare un qualsivoglia personaggio e subisce una fascinazione teatrale, conquista imperitura di un’opera cinematografica. Martin Eden di Pietro Marcello può ben vantare tale peculiarità; nonostante una sceneggiatura definita da alcuni lacunosa, ma che oggettivamente appare ermetica, latentemente contraddittoria, irreale; Marcello punta tutto sulla sua forza delle immagini. E su cosa si fonda il cinema se non sulle immagini, essendo ogni secondo di girato costituito da 25 fotogrammi (25fps)?
Ci sono poi i dialoghi, le interpretazioni degli attori, le colonne sonore; se tutto fosse all’altezza delle strepitose immagini scattate dal regista campano si starebbe parlando di un capolavoro.

L’opera di Pietro Marcello riesce a condurre lo spettatore verso temi complessi e riesce pure a trasmettere, senza una pedissequa serietà, la propria idea della politica, della poesia, del romanticismo, della cultura, della voglia di riscatto, dell’ambizione, del coraggio e ancora dell’amore. Come ingredienti per un buon dolce, servito caldo, prevalgono nel gusto del film sentimenti quali l’amicizia, la letteratura, la fascinazione di un modo che non si conosce, ma che si sfiora attraverso un’ingombrante presenza femminile e la voglia di viaggio, probabilmente insita nel Martin scrittore tanto quanto nel Martin marinaio.

Senza alcuna difficoltà si assiste alla descrizione di una vita e di un personaggio affascinanti; del modo di pensare e del modo di creare perfino i rapporti interpersonali; lo spettatore resta oggettivamente affascinato. Due ore o poco più corrono veloci.

Martin Eden è un romanzo cinematografico, un affresco sincero e originale di una storia che, altrimenti, non si conoscerebbe.

Mancare l’appuntamento in sala con questo film potrebbe comportare una violazione ad una disposizione del codice di procedura culturale di ogni individuo.

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