Matria, le parole non ancora perdute. Luciano Toriello e la memoria della langue d’oil

by Enrico Ciccarelli

Matria è l’iniziativa che la Regione Puglia ha varato per la tutela e la valorizzazione delle sue lingue minoritarie, ben tre: la grika, parlata nella Grecìa salentina, l’arbereshe, la lingua albanese venuta con i soldati al seguito di Ferrante d’Aragona; e il franco-provenzale, o langue d’oil, che giunse nell’Italia meridionale con gli Angioini. Su quest’ultima enclave linguistica, l’unica sopravvivenza di questo linguaggio antico nell’Italia peninsulare, ha centrato la propria attenzione la Fondazione Apulia Film Commission, che ha affidato al cineasta lucerino Luciano Toriello la realizzazione di un documentario

«Il progetto nasce da un’idea dell’Assessorato regionale all’Istruzione per la valorizzazione delle lingue minoritarie in Puglia» dice il regista «L’Apulia Film Commission mi ha affidato il documentario sul franco-provenzale e io sono stato molto felice di questo, perché da anni sto raccogliendo e digitalizzando il patrimonio audiovisivo della Daunia.»

Su quali apporti hai potuto contare?

«Un incontro importante è stato quello con Aldo Genovese, un anziano signore che fin dagli anni Sessanta aveva cominciato a girare in Super8. Ho digitalizzato tutto e ho scoperto questo incredibile patrimonio immateriale che andava valorizzato. Così ho cercato di realizzare un montaggio nel segno della continuità fra presente e passato.»

Ti sei avvalso di una reporter di grande gradevolezza come Carla De Girolamo, coinvolta anche dal punto di vista della sua biografia, e di due interpreti in erba, no?

«Carla ho voluto coinvolgerla fin da subito perché mia madre mi aveva detto che i suoi genitori erano di Faeto. La persona perfetta per condurre il documentario, per essere ponte fra me e quella comunità. Poi ho conosciuto Clarissa, che mi hanno detto essere l’unica bambina che sapeva ancora parlare il franco-provenzale. Anche in Amazzonia ho avuto un’esperienza simile, con un bambino che era l’unico a parlare la lingua dei padri. Clarissa è il futuro delle nostre comunità franco-provenzali.»

Matria è un prodotto intenso, caratterizzato da assoluto nitore stilistico, affascinante e spesso toccante: De Girolamo è perfetta nel trasmettere la propria personale emozione e moltiplicarla per gli spettatori. E anche i paesaggi di Faeto e Celle sembrano parlare lingua antica, con «parole che non odo umane» avrebbe detto D’Annunzio

II documentario è stato il punto più alto della bella manifestazione condotta da Antonio Stornaiolo sul palco del Teatro Giordano, con esibizioni e danze folkloristiche. Una bella, inclusiva e civile iniziativa che ci piace porti la firma, oltre che dell’assessore Leo, di una brava e preparata dirigente regionale foggiana come Silvia Pellegrini. Non sappiamo come si dica complimenti in lingua grika, arberesh o franco provenzale. Dovranno accontentarsi dell’Italiano.

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