Dialoghi di Archeologia: Il MarTa e le connessioni con la comunità tarantina

by Sara Fascia

Il Museo è cultura, conoscenza, identità di un luogo. Tre principi a cui si ispira il MArTA, il Museo Archeologico Nazionale di Taranto, che sta seguendo un rinnovato percorso basato sul legame con la comunità specialmente da quando è direttrice Eva Degl’Innocenti. E’ stata proprio la giovane archeologa la protagonista del secondo appuntamento dei Dialoghi di Archeologia al Museo Civico di Foggia, organizzati dall’Assessorato alla Cultura del Comune e dalla Fondazione Apulia felix, in collaborazione il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Foggia, il Liceo Lanza-Perugini, l’Associazione Amici del Museo. La direttrice del MArTA ha posto in luce i progetti per i bambini e le scuole attuati dal presidio culturale ionico, della sua funzione in una città gravata da tanti problemi.

La comprovata esperienza sulla didattica Museale e sull’apertura dei musei civici nei territori ha consentito a Eva Degl’Innocenti di accettare una sfida importante come quella della direzione del museo di Taranto, connotato da un forte legame con la città.

“Eva ha deciso di affrontare una priorità, quello dello sfilacciamento del Museo di Taranto con la città – ha spiegato in apertura il prof. Danilo Leone dell’Università di Foggia -. Il turista prima era quasi visto come uno straniero, oggi invece è una realtà aperta alla città e con un forte aumento dei visitatori”. Risultati resi possibili da un lavoro certosino sui progetti, molti dei quali con respiro nazionale ed internazionale.

“Questo Museo ha un grande patrimonio culturale che esplica un legame con il territorio, che è stato però percepito come se fosse riferito solo al passato – ha spiegato Eva Degl’Innocenti -. La nostra missione, perciò, è stata quella di costruire una conoscenza del presente e un futuro basato sullo sviluppo sostenibile, in cui la cultura fosse un modello di crescita per l’intera comunità”.

Il primo Museo Open Data

I professionisti del MArTA stanno lavorando su un museo inclusivo, ripristinando ad esempio l’accesso originario e operando un restyling della hall. Oggi troneggia al centro della sala la testa di Eracle (V secolo A.C.), che pur rappresentando un elemento di richiamo crea qualche difficoltà di accesso. Verrà quindi sistemata una parete tattile con la digitalizzazione di 40mila reperti, agevolandone così la fruizione e rendendo meno farraginoso lo schema di catalogazione. Questo grande progetto renderà il MArTA il primo Museo in open data e sta permettendo di dare lavoro ai giovani. È un Museo non semplice da gestire, con una superficie di 8mila metri quadri. “Il problema fondamentale era andare oltre l’immagine negativa di Taranto, legata a danni ambientali che hanno condizionato anche i turisti. L’altro punto di debolezza è stata la chiusura per alcuni anni del Museo, che aveva creato una sconnessione dalla comunità”, ha spiegato la direttrice del Museo tarantino.

Oggi le attività sono notevolmente migliorate, potenziando l’accessibilità e i legami multiculturali presenti già all’interno del MArTA. Il percorso storico inizia da reperti antichi del Salento leccese nel Neolitico, per poi concludersi col Medioevo nell’ultima delle 25 sale presenti.  Taranto è sempre stata un ponte culturale per il Mediterraneo, e a questa concezione si rifanno alcune anfore ritrovate nel porto della città ionica. Visibili anche reperti che testimoniano i proficui rapporti con i Messapi, e capolavori di ceramiche laconiche, alcune risalenti al VI secolo A.C.  Importante poi il macro-reperto, ritrovato negli anni ‘50, sul famoso Atleta di Taranto (V secolo A.C.), un unicum nella storia. Tutte le estati, inoltre, vengono resi accessibili i “tesori mai visti” dei depositi, che vengono poi valorizzati con mostre e percorsi inediti e accessibili anche a pubblici neofiti, e non mancano gli spettacoli di Teatro-Danza. Ma Il MArTA è anche un museo per i bambini, con collezioni e percorsi pensati per loro.  “Quando qualcuno mi chiede qual è la funzione del museo, guardo a quei bambini che vengono da noi e chiedono di ritornare con le loro famiglie”, ha sottolineato Degl’Innocenti. Sempre più, quindi, un museo territoriale e “diffuso”, dentro una immagine di Taranto sempre più aperta al mondo scientifico e culturale.

Sara Fascia

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