Erbario Figurato, Fabio Petani riqualifica l’Isolotto con la street art. «Vogliamo riconnetterci con l’essenza naturale del luogo, grazie agli studi botanici»

by Valeria Nanni

Trasforma il grigio metallico in un’esplosione di colori, l’architettura anonima di un bagno pubblico in opera d’arte chiamata “Erbario Figurato”. Responsabile di questa trasformazione è l’arte di strada, quella che a Firenze per mano dell’artista internazionale Fabio Petani, ha aggiunto un’altra street art a riqualificazione urbana nel quartiere periferico dell’Isolotto. Nella città del Fiore spesso il peso della storia passata tende a schiacciare la quotidianità, fatta di lavoratori, di periferie a volte dimenticate, a volte ferventi di un popolo vivo che produce bellezza, polemica, pensiero. Ragioniamo perciò sul senso dell’arte di strada alle periferie in una città come Firenze, non nota per l’arte contemporanea.

“Il graffito nasce come atto anche vandalico – dice a Bonculture Federica di Risio, che da tempo segue gli artisti witers su Firenze, esperta in arte urbana – Ogni Writer opera per esprime se stesso o per muovere denuncia politica e sociale. Un’arte che nasce come atto illegale ma che nel tempo si è evoluta fino a far dialogare gli artisti con le istituzioni. Tutti gli street artists più famosi hanno iniziato per strada, magari nascosti, magari di notte, lavorando in velocità. Street art e graffiti si muovono su due binari paralleli e spesso si sono odiati come settori perché la street art sarebbe il writing legalizzato, sminuendo in un certo senso lo spirito dell’atto artistico di denuncia. Pur tuttavia oggi questi settori convivono e sta di fatto che l’Arte urbana è chiamata ad abbellire gli spazi urbani, illegale o legale che sia. Chi mette oggi in congiunzione artisti writers con le istituzioni fiorentine è la Street levels gallery la prima galleria fiorentina che opera per supportare gli artisti di arte urbana. Conosco personalmente chi ci opera ed ho avuto la fortuna di incontrare molti artisti che ad essa si rivolgono per lasciare il segno artistico a Firenze e nei suoi abitanti”.

Dunque abbellire gli spazi urbani soprattutto periferici, quelli che spesso sono vocati più all’utile che al bello. E non soltanto. Far uscire l’arte dai musei, perché galleria d’arte diventa la strada, meglio se periferica, quella dimenticata, quella dove vivono i lavoratori comuni. E così non fa impressione se al posto della tela c’è il muro metallico di un bagno pubblico. Fabio Petani, classe ’87 e di origini piemontesi, è famoso in tutto il mondo per aver messo in connessione studi botanici e chimici con principi alchemici, al fine di indagare e manifestare l’essenza naturale dell’uomo e del suo mondo.

“I suoi lavori sono a sfondo botanico – continua Federica di Risio – È uno dei pochi del settore a battere su questo tema. È un artista molto seguito anche sui social. Conta al momento 9390 followers. L’opera realizzata per la piazza dell’Isolotto, nel quartiere omonimo fiorentino, mi piace molto perché è contestualizzata con gli indirizzi delle vie che richiamano specie arboree e floreali, questo il suo valore aggiunto”.

Infatti i muri del bagno pubblico, costruito un anno fa nella celebre piazza del quartiere periferico della città del Rinascimento, è oggi vivificato dalla mano di Petani con decorazioni di fiori, piante, e relativa nomenclatura. Un erbario dunque, per chiamarlo all’altica, molto definito. Il tema è significativo. Il quartiere dell’Isolotto a Firenze nasce nel periodo del Secondo Dopoguerra, come un’oasi urbana, modernamente e giustamente inteso come luogo adatto al riposo ed alla vita quotidiana dei lavoratori operai. Precedentemente però questo era un luogo agreste, con case rurali qui e là. Alcune di esse sono ancora visibili ed integrate. Nell’800 diventa una zona industriale per maioliche, fonderie e officine. Nel ‘900 le industrie furono smantellate ed iniziò e prendere posto il quartiere popolare.

In questo contesto l’opera di Petani, Erbario Figurato, ricorda ai cittadini soprattutto residenti nel quartiere le origini nascoste sotto il cemento e le abitazioni attuali. Scopo è riconnetterci con l’essenza naturale del luogo, grazie agli studi botanici.

Ma l’opera del Petani non è l’unica di arte urbana del quartiere. Precedentemente il 4 maggio 2021 ha visto la luce il murales dedicato a Davide Astori, capitano della Fiorentina morto il 4 marzo 2018, opera estesa su un muro di 240 mq in via canova 166, per mano dell’artista calabrese Giulio Rosk. Un’opera di design art comparve l’8 luglio del 2020 sulla pavimentazione del parco Michela Noli in via Torcicoda, opera della cooperativa sociale Cepiss insieme agli artisti della United Painting, un collettivo olandese operante in tutto il mondo coinvolgendo ogni volta gli abitanti del posto.

E in ultimo, almeno per ora, a novembre 2020, fu ultimato il murales ritratto di Antonio Gramsci, opera del napoletano Jorit, in via Canova, dove il ritratto ha sostituito la precedente scritta: “Anche quando tutto è o pare perduto. Bisogna rimettersi tranquillamente all’opera, ricominciando dall’inizio. Le crisi consistono appunto nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere. Odio gli indifferenti credo che vivere voglia dire essere partigiani”.

Un nuovo itinerario artistico dunque inizia ad approntarsi per il viaggiatore/abitante del suo quartiere. Non c’è prezzo di biglietto. Le strade diventano corridoi e i palazzi piazze e pavimenti, le stanze espositive di una galleria urbana alla portata di tutti.

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