Il ritratto di Napoleone arriva alla Galleria dell’Accademia di Firenze. Il busto di Lorenzo Bartolini e l’aderenza al vero di natura indagato

by Valeria Nanni

Occhi grandi, naso prominente e lungo, mento ristretto, sono tratti somatici costanti del viso di Napoleone Bonaparte, colui che già in vita fu leggenda, e del quale dal 5 giugno 2023 si può ammirare il nuovo busto ritratto alla Galleria dell’Accademia di Firenze, acquistato alla Biennale dell’Antiquariato di Firenze nel 2022 per 80 mila euro. Un ritratto è importante, un ritratto dice molto della personalità riprodotta e interpretata. Se poi a farlo è Lorenzo Bartolini, il più grande scultore dell’800 in Italia insieme a Canova, allora ecco due buoni motivi in più per prolungare la visita nel museo fiorentino tra i più visitati al mondo.

I contemporanei non potevano avere indifferenza verso la personalità e la linea politica di Napoleone, colui che dunque si fece odiare e amare da due fazioni politiche distinte. Uomo certamente di carattere, che genera ancora opinioni contrastanti su di sé. Amò molte donne pur legiferando una condizione femminile di inferiorità rispetto all’uomo nel Codice Napoleonico. Asseriva i valori rivoluzionari di libertà, uguaglianza e fratellanza, pur eleggendosi al di sopra di tutti. Si professava italiano, confessando “Io sono italiano o toscano, piuttosto che còrso”, ma poi verso gli italiani mette in guardia dicendo che “non obbediscono che alla voce del padrone”.

    Insomma un politico a tutti gli effetti che guarda all’utile, ma che folgorò gli animi dei contemporanei con le sue imprese. Tra i suoi sostenitori abbiamo proprio lo scultore toscano Lorenzo Bartolini, che nel 1805 ricevette dai Bonaparte la commissione del busto in bronzo colossale con il volto di Napoleone da sistemare all’ingresso del Museé Napoleon, oggi più noto come il Louvre. E questo fu solo l’inizio perché Bartolini eseguì numerosi altri busti ritratto di Napoleone su incarico della sorella Elisa Baciocchi divenuta Duchessa di Toscana, quando l’artista si trasferisce a Carrara tre anni dopo per insegnare Scultura all’Accademia di Belle Arti.

    “Anche se come personaggio non amo Napoleone, ho deciso di fare un regalo a Lorenzo Bartolini che invece lo considerava un mito – dichiara alla stampa Cecilie Hollberg, direttrice della Galleria dell’Accademia di Firenze – Appassionato della politica di Bonaparte, Bartolini si arruola con i francesi nel 1799 per combattere nella Battaglia della Trebbia. In Francia avrà successo dove ha avuto contatti con Jacques-Louis David e altri pittori del suo calibro. A Parigi inizia la sua carriera con i Bonaparte, che prosegue in Italia a Carrara”. 

    Quel che piaceva di Lorenzo Bartolini era la sua aderenza al vero di natura indagato, non solo riprodotto. Così mentre la scultura neoclassica di Canova è ideale, tale da raggiungere il lirismo, quella di Bartolini è un neoclassico che vive, maestro del ritratto vero. Egli era bravo a coinvolgere i giovani con il lavoro pratico, basato sull’osservazione dal vero. Famoso l’episodio di quando potrò una persona gobba in Accademia perché fosse studiata e riprodotta alla pari delle belle fanciulle, modelle per gli studenti. “Bartolini dichiarò ai sui studenti che la natura non è sempre uguale ed equa”, realtà che non poteva essere da loro ignorata.

    Il nuovo busto esposto in Gipsoteca è in marmo, con il quale Lorenzo Bartolini ci presenta un Napoleone Bonaparte privo simboli imperiali, come la corona d’alloro. Pensoso e corrucciato, non molto per il vero, quanto piuttosto intento a pensare lungamente alle sue azioni rapide. Non è presentato l’imperatore, ma l’uomo, con tutto il suo carattere forte, stratega, senza idealizzazione né simbologie. A parlare è solo la fisiognomica. Posto su di un piedistallo, è in compagnia dei numerosissimi modelli in gesso di busti, tra i quali anche molti della famiglia Bonaparte, e modelli di statue a figura intera.

    A pensare che l’opera di Bartolini giaceva ignara e polverosa nelle mani di un privato proprietario, sembrerebbe assurdo. Ce lo racconta l’antiquario milanese Carlo Orsi che lo ha presentato alla Biennale dell’Antiquariato di Firenze e poi venduto al Museo della Galleria dell’Accademia. “Sono stato sorpreso in realtà dell’acquisto da parte del museo. Conosciamo 15 modelli di busti di Napoleone tutti di privati proprietari. Ho trovato fortuitamente questo busto autografo di Bartolini buttato per terra in una cassa presso un proprietario romano ed acquistato da me come originale. Adesso si può ammirare nelle sale dedicate all’artista che lo ha prodotto” qui a Firenze. Da oggi l’artista Lorenzo Bartolini avrà il suo mito Napoleone nel suo studio di scultura, riprodotto dall’allestimento della Gipsoteca fiorentina accanto al David di Michelangelo.

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