La scienza in un dipinto, l’esperimento di Joseph Wright of Derby agli Uffizi

by Michela Conoscitore

La scienza fa paura? Sembra sia questa la domanda che ci pone il quadro Esperimento su di un uccello inserito in una pompa pneumatica, opera del pittore inglese Joseph Wright of Derby. Protagonista della prima esposizione autunnale del polo museale delle Gallerie degli Uffizi, Arte e Scienza, curata da Alessandra Griffo, il quadro si innesta nel dibattito quanto mai attuale sull’importanza che riveste la scienza nella nostra quotidianità.

Ce la siamo posta spesso questa domanda, negli ultimi mesi: la pandemia da Covid-19 ha messo particolarmente in evidenza quanto una risposta imprevedibile della natura possa essere contrastata dal mezzo scientifico, ma allo stesso tempo sui visi delle persone, quando si parla di vaccini e pratiche mediche per combattere la pandemia, spesso si legge lo stesso timore dei protagonisti del quadro di Wright. Allora, l’arte diventa narratrice e racconta al visitatore, da una delle sale degli Uffizi in cui il quadro sarà ospitato fino al prossimo 24 gennaio, che il viaggio nel mondo della scienza più che pauroso può rivelarsi davvero affascinante.

Tra i pezzi più pregiati della collezione della National Gallery di Londra, il quadro è stato eccezionalmente prestato al polo museale fiorentino e la prima delle sue iniziative museali è stata presentata alla stampa dal direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, che ha introdotto con queste parole l’arrivo a Firenze del quadro di Joseph Wright of Derby: “Quel che colpisce del quadro è lo spavento che si può leggere negli occhi dei personaggi ritratti, la reazione che la scienza esercita sugli esseri umani. Acquista particolare significato avere questo quadro qui in esposizione, dopo i mesi del lockdown”. Schmidt ha proseguito: “Come in Gran Bretagna, anche in Italia, a Firenze, nel periodo a cui risale il quadro, il 1769, si respirava Illuminismo e il granduca Pietro Leopoldo conduceva esperimenti simili a quelli ritratti nel quadro per i suoi figli a Palazzo Pitti. E il museo naturale de La Specola era tra i più visitati in città. In pittura, infatti, si stava sviluppando questo nuovo approccio alla monumentalizzazione delle scienze naturali”.

Ad una delle sue iniziali uscite come nuovo presidente della Regione Toscana, all’appuntamento con la nuova stagione di mostre degli Uffizi non è mancato Eugenio Giani, definito dal direttore Schmidt “uno degli amici più affezionati del museo. E averlo, oggi alla guida della regione fa pensare alla realizzazione di quanto detto da Platone, abbiamo un filosofo al posto di comando”.

Il 25% del patrimonio artistico e culturale italiano è in Toscana”, ha affermato il presidente Giani, “com’è testimoniato dalla storia degli Uffizi, il direttore Schmidt ha saputo rinnovare quella vitalità che è propria di questa istituzione culturale. Ho dato inoltre disponibilità al direttore per nuovi spazi espositivi, attualmente in ristrutturazione, come la villa medicea di Careggi, proprietà della regione, che a mio giudizio dovrebbe trovare nel disegno di Schmidt una sensibilità nella possibilità di allargare quello che è l’ambito di utenza e conservazione del nostro patrimonio”.

La parola è poi passata al professor Paolo Galluzzi, direttore del museo Galileo di Firenze che ha donato al quadro la ‘possibilità’ di spiegare i propri molteplici simboli: “Siamo nel periodo della rivoluzione industriale che attesta il predominio della fabbrica, della chimica e della scienza nella vita delle persone. Il pittore, Wright of Derby è un socio della Lunar Society di Birmingham, il cui fondatore fu Erasmus Darwin, nonno dello scienziato Charles. Wright of Derby potrebbe essere definito il bardo in pittura delle scienze applicate e attesta, con la sua arte, il diffondersi della scienza al di fuori dei laboratori. La scena ritratta nel quadro lo dimostra benissimo: posta al centro la figura dello scienziato che, come un mago rinascimentale, sta attuando qualcosa fuori dall’ordinario”.

Quello ritratto non è un esperimento molto innovativo all’epoca, era già vecchio di vent’anni. Ma erano le prime volte che tali esperimenti erano organizzati in una casa borghese con un pubblico, più o meno interessato. Le due bambine sono spaventate, le due figure laterali poste sulla sinistra preferiscono amoreggiare attraverso gli sguardi piuttosto che seguire l’esperimento. Eppure quel che sta avvenendo nel quadro è importante per il fenomeno sociale rappresentato: per la prima volta, uno scienziato stava dialogando con persone comuni e non con uomini di scienza”.

A colpire, inoltre, del quadro oltre la ricchezza di particolari è la luce caravaggesca che Wright of Derby ha donato alla scena: la luminosità che si irradia dalla pompa pneumatica e, quindi, dall’esperimento in atto, sta a testimoniare la nuova direzione che la scienza stava dando alla vita degli uomini, un nuovo corso in cui l’umanità non sarebbe rimasta al buio e senza risposte.

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