L’amore brilla sempre. Guida ragionata ai migliori gioielli da regalare a Natale

by Antonella Soccio

Senza scomodare le mattine davanti alle vetrine di Colazione da Tiffany e la collana Schlumberger, con 120 perle e una chiusura con un diamante giallo da 128,54 carati di Tiffany indossata dalla divina Audrey Hepburn o il cuore di Kate Winslet in Titanic con un grande zircone cubico blu dei londinesi Asprey & Garrad o lo splendido girocollo con rubini di Pretty Woman, sappiamo tutte che un gioiello rappresenta per una donna il regalo perfetto da posizionare sotto l’Albero di Natale. Per tutte, pure per coloro che sostengono di non amare i monili o sono in un periodo monacale della loro vita, come chi scrive.

Anche nella serie statunitense melensa e strappalacrime di Netflix Virgin River, negli ultimi due episodi speciali natalizi da poco rilasciati dalla piattaforma, la protagonista Mel, tra una caccia e l’altra al suo padre biologico, ricorda qua e là al suo riluttante promesso sposo Jack, tutto immerso in regali alternativi come passeggiate romantiche tra i boschi e serate hot sotto plaid a quadri, che sono i gioielli il vero toccasana di una donna. Diamonds are a girl’s best friend non tramonta mai.

L’amore, tra innamorati, filiale, genitoriale, amicale, brilla sempre.

Cosa acquistare quindi in gioielleria entro il 24 dicembre?

Noi di bonculture in questa guida luxury ci siamo fatte aiutare da Attilio Lupo, storico gioielliere pugliese originario di Lucera e propositore di gioielli con la G maiuscola in termini di buon gusto e qualità delle pietre, con un master conseguito a Losanna preso il CFH nel 1967, la cui accettazione fu riservata a soli 50 giovani gioiellieri italiani. La sua Lupo Gioielli è fra le poche centinaia di gioiellerie in Italia con 140 anni di storia.

Ebbene, come ci spiega Attilio, il mercato va diviso in due grosse fette, che ambiscono però alla stessa riconoscibilità. Non esistendo quasi più il ceto medio non esiste neppure il gioiello di fascia media, facoltoso, onesto, ma senza una griffe di grido. Chi propone oggi gioielli importanti di ingegneria e arte orafa, ma “anonimi”, è destinato a non avere il successo che merita.

Sia che si spendano 100 euro sia che se ne spendano 10.000, qualsiasi portafoglio antepone oggi la visibilità della griffe. Cosa che non sempre coincide con il vero valore intrinseco del gioiello.

Per la gente comune, che non può spendere fortune ma vuole oggetti riconoscibili il leader è senza dubbio Pandora Jewelry, che offre monili a prezzi stracciati, graziosi e facilmente indossabili. Al secondo posto gli charms componibili di Trollbeads. Sul podio tutti in ex aequo i vari Morellato, Stroili, Brosway, Rebecca. In questo segmento economico, meritano una menzione speciale per Attilio il marchio Amen, che mescola in maniera originale i materiali oltre al sacro e al profano dell’idea originaria e S’Agapò di Gerardo Sacco, valente orafo calabrese che in passato ha realizzato diversi pezzi unici per le dive.

Si è inserita in questa fascia, pur con qualche prezzo più alto, molto furbescamente, Chiara Ferragni, che ha ripreso tutta la collezione Damiani degli anni Novanta e l’ha riproposta in chiave più contemporanea, colorata e prevalentemente cheap.

Nel segmento costoso ma di massa vanno collocati certamente gli animaletti discreti e minuscoli di Dodo, adatti ad una donna, sia giovanissima sia adulta, elegante ed ironica che ama l’understatement, le campanelle di Chantecler per la media borghesia vezzosa, Pomellato per le donne con un maschile più accentuato, Salvini e Comete. Per questo target c’è anche Recarlo classica gioielleria media, in passato fornitrice di fiducia di Silvio Berlusconi per le sue cene eleganti.

Unoaerre gioielli rimane, secondo Attilio, un’ottima scelta nel rapporto qualità prezzo. Seguono altri marchi di un certo peso come Marco Bicego e Nanis della stessa casa, con modelli molto similari, due marchi per raddoppiare la clientela.

Cosa acquistare allora per fare un regalo davvero originale, il cui prezzo coincida con il valore del gioiello?

Dipende appunto dalle tasche. Cartier, Bulgari e Damiani non sono per tutti. Attilio Lupo cita un po’ di marchi per persone che non sono ossessionate dalle griffe. Gabriella Rivalta, oro miniato, Fraleoni, Marcello Pane, Pippo Perez.

Tra tutti emerge Dada Arrigoni.

«Dada ha una lunga esperienza nella creatività, prima esercitata come libera professionista per grossi marchi di nicchia del settore e poi con la sua ditta da creatrice di gioielli a suo nome», spiega Attilio.

Per il Natale è bellissimo il suo anello Happy Frog.

È un marchio interessante Bronzallure. “Partendo da gioielli in bronzo opportunamente elaborato è stato uno dei primi a creare monili che non erano bijoux comuni, spesso ripetibi come il marchio TI SENTO, collane lunghe o girogola, solo con pietre dure di costo basso. Bronzallure crea gioielli originali, con metalli poveri, con modelli che piacciono alla donna trendy , ma anche alle giovanissima che vuole differenziasi da Pandora, con la sua ripetitiva proposta di braccialetti prodotti in milioni di pezzi, con gli ormai scontati ed iperdiffusi charms, che pochi sanno sono comuni elementi con cristalli, a volte vetro colorato con dei raggi laser per dare colori diversi. Insomma una catena di montaggio industriale: anche in un gioiello di primo prezzo si deve a vista d’occhio percepire un minimo di artigianalita’”.
Altra menzione di Attilio è Raspini, che nasce come produttore di cornici in argento, per poi creare monili usando le stesse tecniche adottate per la precedente produzione con charms per bracciali in argento brunito. Per un regalo last minut Labor Milano per gioielli di nicchia, easy ma originali , a prezzi tutto sommato accessibili , sopratutto poiché prevalentemente in oro.

Di pregio una piccola maison Borsari Gioielli che ha cose di gran gusto , giovanili , con prezzi accessibili, non economicissimi , realizzati con metalli nobili,.

Chi scrive, sotto ausilio del gioielliere, sceglierebbe per sé Casa Vhernier. E per gli uomini le onde di Giovepluvio.

«Casa Vhernier, i cui gioielli mi colpirono fin dall’inizio, quando era una piccola realtà con sede in Valenza e poi fu rilevata da un pool di milanesi, ha gioielli originali ma di fascia alta. La loro testimonial è Lilly Gruber in onda ogni sera con dei pezzi Vhernier. I suoi orecchini sono sempre molto belli e importanti», dice in conclusione del nostro viaggio scintillante Attilio Lupo.

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