“Le pagine recuperate sono come dei relitti di un naufragio”: a Palazzo Pitti le miniature recuperate dai Carabinieri

by Michela Conoscitore

Proseguono le celebrazioni per il cinquantenario del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri: istituito il 3 maggio del 1969, questa speciale sezione delle forze di polizia nazionali, da decenni ormai, recupera porzioni del nostro passato e lo sottrae a traffici illeciti e, spesso, anche all’oblio, poiché pezzi pregiati, quadri, reperti archeologici e altre tipologie di manufatti se non fossero recuperati dai carabinieri del TPC, potrebbero essere apprezzati solo da pochi, quando invece appartengono all’umanità.

Questo insostituibile e prezioso lavoro di ricerca e tutela è ricordato con la nuova mostra inaugurata a Palazzo Pitti lo scorso 23 giugno, Storie di pagine dipinte. Miniature recuperate dai Carabinieri: ben quaranta le opere recuperate grazie allo sforzo del nucleo speciale dell’Arma ed esposte nel percorso espositivo, visitabile fino al 4 ottobre. Gli antichi codici e le pagine superstiti di quelli, purtroppo, distrutti e dispersi dai trafficanti d’arte coprono un arco temporale che va dal Duecento fino al Rinascimento. Provenienti dalla Toscana e dall’Umbria, i libri miniati portano la firma di grandi artisti dell’epoca come il Maestro di Sant’Alessio in Bigiano, Pacino di Bonaguida, allievo di Giotto, e Attavante degli Attavanti con Monte di Giovanni, tra i più celebri miniaturisti ai tempi di Lorenzo il Magnifico.

Le opere trafugate possono raccontare davvero delle storie incredibili, e allo stesso tempo anche infelici perché, sovente, segnano la perdita definitiva di un bene di inestimabile pregio: è il caso dei venti libri trafugati dall’Abbazia di Monte Oliveto a Siena, rubati nel 1975. I ladri in fuga smembrarono i codici trafugati, parte nascondendoli nel letame, un’altra porzione gettata via, mentre le pagine miniate immesse sul mercato illecito. Il lieto fine, questa volta, però c’è stato: i codici, anche se danneggiati, grazie ai Carabinieri, sono tornati a Monte Oliveto.

L’atmosfera soffusa presente in mostra pone ben in evidenza la bellezza e i colori fulgidi dei codici, custoditi nelle teche espositive. Nel percorso di visita anche un pannello con tecnologia touch che può essere adoperato dai visitatori e riporta le vignette dell’illustratrice Vanna Vinci, che illustrano il lavoro e i successi del TPC. La mostra, inoltre, è l’esito finale del lavoro svolto da specializzandi e dottorandi della scuola di specializzazione in Storia della Miniatura dell’Università degli Studi di Firenze, coordinati dalla professoressa Sonia Chiodo, curatrice della mostra. I ragazzi, di concerto con i Carabinieri, hanno rintracciato e narrato le storie dei codici miniati recuperati, andando ad arricchire la Banca Dati del TPC, costituita per rintracciare le opere mancanti, ancora da ritrovare.

A presenziare la conferenza stampa il direttore del Polo Museale Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, con il generale Roberto Riccardi, comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale e la professoressa Sonia Chiodo. Il generale Riccardi ha cominciato il suo intervento con una frase dello scrittore latino Terenzio: “Tutto quello che appartiene al genere umano, mi riguarda”, che è anche la filosofia seguita dal TPC, recuperare anche le più piccole testimonianze artistiche dell’uomo perché sono beni che appartengono a tutti.

Il nostro lavoro è fatto di ricerca, catalogazione e ricostruzione storica, necessari per l’indagine sul bene da recuperare”, ha affermato il generale Riccardi, “da sempre, lavoriamo in sinergia con le forze di polizie e le magistrature di altri paesi poiché l’Italia è da considerare un alfiere della diplomazia culturale: affinchè il bene ritorni nel nostro Paese, bisogna accordarsi con l’attuale proprietario, anche se illecito”.

Quelli esposti in mostra sono Graduali, Antifonari e Salteri”, ha spiegato la professoressa Chiodo, “ovvero libri contenenti i canti liturgici e le celebrazioni quotidiane. Un codice poteva contenere fino a sessanta miniature. Per i trafficanti d’arte immettere un singolo pezzo sul mercato, significa ricavare un guadagno maggiore. Le pagine recuperate per la mostra, quindi, possono essere considerate dei relitti di un naufragio”.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.