Mr Arbitrum, Family Group e la nuova passione di Firenze per l’arte contemporanea

by Valeria Nanni

Chi dice che Firenze non ha voglia di arte contemporanea dovrà presto smentirsi e prendere nota degli eventi di fine estate che si susseguiranno vorticosi segnando forse l’inizio di un nuovo rinascimento artistico. E’ un contemporaneo che non dimentica il contesto storico fiorentino anzi lo supporta seppur con spirito diverso, quello nostro e del nostro tempo vissuto e percepito. Ed è su questa nota che sembra aprirsi il mese di settembre, una parabola di opportunità che si spinge fino a gennaio 2023.  

Chissà se riuscirà Mr Arbitrum a sorreggere la basilica di San Lorenzo fino al 31 ottobre. Proprio così, il nostro tempo contemporaneo ha partorito per mano dell’artista Emanuele Giannelli un gigante di 5 metri, per sorreggere la basilica custode dei corpi della dinastia Medici, e custode anche del rinascimento che pervade il suo interno nelle architetture e nelle decorazioni. Ed è già sorpresa per i turisti del centro urbano. Qualche parola sull’artista è d’obbligo. Emanuele Giannelli ama presentarsi come colui che indaga dubbio e caos dell’umanità. Artista realista e provocatorio, nasce romano ma vive in Versilia, dunque legato territorialmente e forse anche concettualmente con Firenze. In particolare ama osservare le derive distruttive che la contemporaneità a volte prende. Cerca di mettere in equilibrio l’arte figurativa con quella concettuale. Vede l’arte come comunicazione. Con le istallazioni le sue opere viaggiano e sono portate in contesti sempre diversi per narrarci un messaggio sempre nuovo. “Il futuro e l’uomo passeranno da qui”, dice riferendosi a Mr Arbitrium nell’atto di sorreggere o spingere la storica chiesa medicea.

E dopo il gigante per San Lorenzo ci spostiamo a Palazzo Pitti per incontrare Sammy Baloji, dal 6 settembre al 27 novembre. L’artista plastico nato a Bruxelles e proveniente dalla Repubblica democratica del Congo, su invito del direttore degli Uffizi ci presenta la sua installazione sugli avori scolpiti, alcuni esposti in collezione permanente proprio a Firenze, ma provenienti dal Congo. I corni scolpiti furono ricevuti in dono dal duca Cosimo I nel ‘500, ma purtroppo fanno luce sulla realtà di tratta degli schiavi e nascita di gerarchie razziali. Qui la nostra contemporaneità entra in ballo per fare finalmente chiarezza sul processo di scambi artistici. Conservati nel Museo Tesoro dei Granduchi, al piano terra di Palazzo Pitti, sono stati sempre ammirati dai turisti e studiosi per l’aspetto artistico o meglio come curiosità. Sammy Baloji con la sua esposizione che occuperà 8 sale per 88 metri di lunghezza complessiva, ci suggerisce invece la logica estetica che anima queste produzioni e sistemi decorativi.   

Ma anche qualcun altro del secolo ‘900 si fece suggestionare dalla scultura africana, poi combinata con cultura precolombiana, assira, egizia, mesopotamica. Si tratta di Henry Moore che dal 16 settembre 2022 al 21 marzo 2023 sarà a Firenze spiritualmente, attraverso le sue opere. Perciò possiamo spostarci in Piazza della Signoria o salire sulla collina di San Miniato al Monte per vedere sculture chiamate “Family Group” e “Large Interior Form”. L’artista ha esposto in città 50 anni fa al Forte Belvedere quando era già considerato il più grande scultore del ‘900, come Picasso lo fu per la pittura. Moore era paradigma del Modernismo. Oggi le sue opere ci interrogano ancora con la loro presenza, create tra sintesi delle forme e gigantismo dei volumi, poste in due punti strategici della città sulle sponde dell’Arno. Perché per Moore l’arte vive della luce naturale. È legato alla cultura italiana e a Firenze, perché pur non essendo interessato alla nostra arte ne rimase affascinato tra Masaccio, Giotto e il Lorenzetti, e la loro proposta tridimensionale.

E poi ancora si va la 16 settembre con l’inizio della Florence Art Week, la settimana dell’arte contemporanea voluta dal Comune di Firenze per la seconda volta. Dunque dopo l’appuntamento con Moore sempre il 16 settembre si va in piazza Goldoni 2 per l’inaugurazione di “Estate of Giò Pomodoro”, una retrospettiva dell’artista che tra gli anni Cinquanta e Sessanta del ‘900 si collocò in posizione centrale nella scultura astratta internazionale. Fratello minore di Arnaldo Pomodoro, sperimentò oltre alla scultura, l’oreficeria, la scenografia e l’incisione. Plasmava la materia qualsiasi essa fosse. Presentano Eduardo Secci e l’Archivio Gio’ Pomodoro, una mostra visibile fino al 23 dicembre.

E poi c’è chi ha voluto sfidare anche il fiorentino rinascimentale più convinto. Ha preso un palazzo simbolo di architettura di potere nella Firenze post medievale e vi ha fatto la sua personale mostra contemporanea. Si tratta dell’artista Olafur Eliasson che espone a Palazzo Strozzi dal 22 settembre 2022 al 22 gennaio 2023. C’è di curioso che l’artista ha lavorato direttamente sugli spazi del palazzo che sono rinascimentali, dal cortile interno, al piano nobile, alla Strozzina. Nuove installazioni e opere storiche si intrecceranno alla vista dell’osservatore. Se sarà un dialogo riuscito, o provocazione, questo lo si vedrà a mostra aperta. Pare che l’artista abbia usato come legante non la malta per i mattoni, ma il colore, la luce e persino l’acqua.

Ma la passeggiata contemporanea di fine estate a Firenze è solo a metà. Il giorno dopo il debutto a Palazzo Strozzi di Olafur Eliasson, il 23 settembre si passa in piazza Santa Maria Novella, e non per un drink, o magari anche per quello, ma prima meglio entrare nel Museo Novecento. Qui troviamo l’artista Tony Cragg con opere in scultura e su carta, una monografia curata da Sergio Risaliti visitabile fino al 29 gennaio 2023. Il Maestro inglese è stato fondamentale, perché ha introdotto nell’arte nuovi materiali e tecniche tra le più innovative. Se fosse vissuto nel ‘700 sarebbe di certo stato conosciuto dalla Principessa Anna Maria Luisa Medici, perché ad oggi è il rettore dell’Accademia di Belle Arti di Düsseldorf, la stessa città in cui l’ultima discendente dei Medici visse nella reggia, e amava le arti promuovendole.  

Chiude la settimana contemporanea la mostra “Passione Novecento” a Palazzo Medici Riccardi, dove saranno visitabili dal 24 settembre fino al 15 gennaio 2023 opere di artisti del calibro di Paul Klee Giorgio de Chirico, Giorgio Morandi, Alberto Savinio, Lucio Fontana, Alberto Burri, e ancora opere di Andy Warhol e Roy Lichenstein, Cecily Brown e Tracey Emin.

Questa maratona di arte contemporanea si potrà concludere 20 ottobre al Museo degli Innocenti con la mostra di Escher dove 200 opere mostreranno il suo genio anche a Firenze. Si perché le sue mostre sono sempre un successo di incassi. L’artista olandese, scoperto negli ultimi tempi in realtà, appassiona oggi forse per la combinazione perfetta nelle sue opere di arte, matematica, scienza, fisica, design. Ci presenta un mondo immaginario, regolato però da precise regole fisiche. È forse l’artista contemporaneo che più di altri può piacere sia agli amanti dei grandi del passato che agli estimatori di arte contemporanea. Piace a chi ha riferimenti umanistici e scientifici. Insomma Escher conclude un percorso artistico che sfida il glorioso passato di Firenze per portarci a nuove riflessioni sui prossimi approdi artistici e di pensiero. I futuristi avrebbero applaudito.

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