Nelli Maffia, la metamorfosi sui delitti e sulle pene

by Marilea Poppa

Una mostra personale allestita presso la Fondazione dei Monti Uniti, a Foggia, celebra il trentennale artistico di Nelli Maffia. Sui delitti e sulle pene è un’esposizione dal forte impatto visivo, che parla al cuore di ognuno di noi, coinvolgendoci pienamente nell’interpretazione dell’opera e stabilendo un contatto che ci rende protagonisti di un dialogo attivo con quest’ultima o scambio attivo con l’opera.

“In questa mostra dipinti, installazioni, libri d’artista, documentano la riflessione dell’artista sugli aspetti più problematici, misteriosi ma anche tragici dei processi formativi dell’esistenza, sulla violenza verso il prossimo, verso la Natura e verso tutti i viventi. Con l’immagine Maffia riesce a dire anche l’indicibile del dolore, perché l’arte si fa farmaco nella pienezza etimologica del termine”, si legge nel catalogo che accompagna l’esposizione.

Che la tecnica impiegata dall’artista sia pittorica oppure scultorea, il messaggio non tarda a giungere. Il simbolo della personale è una creazione in feltro, raffigurante un viso femminile con una lunga lingua puntellata di spilli colorati. La lingua, intesa complessivamente come linguaggio o idioma, si pone come leitmotiv della mostra comparendo in forme e tonalità di colore differenti e volta a rappresentare l’impedimento dell’espressione, l’inespresso o il “non detto” per qualsivoglia motivo, cui soltanto l’arte riesce a dar voce. Lingue intrappolate in una ragnatela di filamenti, trafitte o arricciate, come quella ispirata al romanzo di Umberto Eco, “Il nome della rosa”, che rimanda all’occultazione del manoscritto maledetto. Altro oggetto ricorrente nelle creazioni tridimensionali è il chiodo che, se da un lato incide e ferisce, dall’altro fissa e mantiene tesi i legamenti, anche invisibili, della nostra vita.

Al centro si collocano le parole ed il loro significato, partendo dall’etimologia. Inizialmente il titolo della mostra doveva essere “Imago”,che oltre ad indicare letteralmente l’immagine, nella psicologia analitica di C.G. Jung, raffigura una persona amata nell’infanzia (di solito un genitore) che continua a esercitare un’influenza sulla psiche dell’adulto.

Immagine, che nella dimensione personale di Nelli Maffia, rievoca un’infanzia segnata dalla rigida e anaffettiva educazione impartitale dalle figure genitoriali. Nei dipinti esposti nella prima parte della mostra, la protagonista è una “lei” bambina, che si ripete in più versioni con elementi tratti dalla natura e dal mondo animale.

Conservavo questo fotografia di me bambina e mi sono rappresentata ricordando alcuni momenti della mia infanzia, prima che lo scatto andasse perduto” dice ironizzando. Non sono andati persi i ricordi, invece, nemmeno nella loro tragicità e negli aspetti più intimi e delicati del processo di crescita. Il mutamento, l’evoluzione al pari della metamorfosi del bruco che diventa farfalla, o falena, secondo l’artista.

Mi piace particolarmente questo animale che nel buio della notte cerca ostinatamente la libertà nella luce artificiale, restandone disorientata e talvolta stordita”, spiega l’artista a bonculture.  

I motivi tratti dal mondo della natura divengono centrali nella seconda parte del percorso espositivo, che si sposta su un piano collettivo, dove l’arte si trasforma in potente atto di denuncia dei drammi dei nostri giorni. I danni dell’inquinamento ambientale riprodotti con fotografie di lamiere soggette a fenomeni di ossidazione, frammenti di tessuti dipinti di un rosso intenso in difesa del maltrattamento degli animali negli allevamenti. La mostra gioca su metafore visive e sul significato bisemico dei motivi di cui le opere sono composte, stimolando una riflessione collettiva ed esaltando la creatività e la sensibilità dell’artista.

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