Riapre La Specola, il museo di storia naturale e fisica di Firenze, creato con l’idea di «una cultura che deve rendere felici»

by Valeria Nanni

Ha riunito in un’unica sede le scienze del cielo e della terra, fu fondato per acculturare il popolo e non solo i ricchi, vide nascere l’officina ceroplastica e l’osservatorio astronomico e meteorologico, siamo a Firenze il 21 febbraio del 1775 e stiamo parlando del La Specola, il museo di storia naturale e fisica che oggi riapre al pubblico dopo anni di chiusura per lavori di ammodernamento museologico e illuminotecnico. 13 le nuove sale per un totale di 2280 metri quadri complessivi, in cui si viaggia dal centro della terra con i suoi meravigliosi cristalli, si passa per l’anatomia umana e vegetale illustrata da celebri modelli anatomici realizzati da artisti in cera, terracotta, vetro, cartapesta, per giungere all’esplorazione del cielo sul Torrino astronomico, e ritornare alla terra con la caduta degli affascinati meteoriti.

Spiega il presidente della Specola Marco Benvenuti che il museo incarna un ideale illuminista del ‘700 davvero all’avanguardia nella concezione della divulgazione culturale. Fu creato con “l’idea di una cultura che deve rendere felici le persone, promuovendo una fruibilità a tutti i livelli. In questo credo che abbia anticipato di 250 anni il concetto moderno di museo. Nella riorganizzazione generale abbiamo cercato di restare fedeli a questa idea, senza snaturare ciò che di antico e di bello c’è in questo museo. I nuovi allestimenti mantengono questo spirito antico ma modernissimo”.

Al primo piano sono visitabili oltre alle bellissime antiche sale, nuove sale riallestite completamente per accogliere le collezioni di mineralogia che dal 1881 erano state trasferite per mancanza di spazi nei locali del museo di storia naturale di Firenze in piazza san marco, dove rimasero per quasi 150 anni. Con nuovo allestimento “Torniamo alle origini riportandolo qui la collezione mineralogica, arricchita e implementata negli anni, continuando un’operazione culturale iniziata nei secoli precedenti”. Secondo il granduca Pietro Leopoldo di Lorena che volle fondare La Specola, “essa doveva rappresentare tutta la natura nella sua estensione, dal regno della terra, con i minerali, al regno del cielo, con l’osservatorio astronomico. Oggi perciò integriamo e recuperiamo questo aspetto antico”.

Le famosissime cere anatomiche sono al secondo piano del museo, esse sono note in tutto il mondo, il visitatore potrà ammirarle imparare da esse come uno scienziato sa fare e inoltre può seguire come si sviluppa la ceroplastica fiorentina dai primordi barocchi fino alla grande scuola ottocentesca. Nuova del tutto è la sala chiamata Giardino Botanico. “In questo percorso abbiamo anche le straordinarie cere botaniche che vanno a creare un giardino in cera che potrà essere ammirato. Sono oltre 200 piante in cera che sfidano l’osservatore a distinguerle con quelle vere. Verrebbe da innaffiarle per quanto realistiche”.

Sono esposte anche le bellissime tavole botaniche dove venne riprodotto il microcosmo. Successe sempre a Firenze nell’800 grazie allo scienziato Giovan Battista Amici, fiorentino adottivo, che mise appunto un’innovazione al microscopio che consentiva di osservare la cellula. Quel che lo scienziato vedeva, pensarono di tradurlo in cera realizzando appunto le in tavole botaniche, lo scopo era il medesimo, rendere la scienza fruibile a tutti. Infine, sempre nel percorso arte e scienza, è sistemata una galleria di dipinti di natura morta realizzati soprattutto da Bartolomeo Bimbi, pittore di corte di Cosimo III de’ Medici. L’artista tra la fine del 1600 e inizi del ‘700 aveva il compito da parte del Granduca di ritrarre a grandezza naturale quelle che erano le cose meravigliose della natura, come frutti e ortaggi.

Nuovamente visitabile ma sotto una nova luce è il percorso zoologico. In 23 sale sono esposti esemplari provenienti da tutto il mondo in numero di 5 mila pezzi. Sono arrivati fin qui attraverso vere e proprie missioni scientifiche che hanno permesso poi di scoprire tantissime nuove specie. Si facevano spedizioni di studio e raccolta. Gli animali venivano cacciati sul posto, preparate le pelli e poi portate qui e sistemate su manichini per ridare loro forma esatta.

Completamente nuova è la sezione mineralogica che parte dai primordi della nostra Terra e dunque dall’origine del Sistema Solare 4 miliardi di anni fa. Il visitatore è perciò immerso in allestimento visivo e sonoro nell’affascinate scoperta delle meteoriti. Così si passa dalle poche centinaia di minerali nello spazio, all’incredibile varietà terrestre che conta 6 mila specie di minerali. Si ammirano cristalli anche di grandi dimensioni, diversi per gruppo e per diversa collocazione geografica.

Nuova collocazione è stata data alla collezione medicea delle pietre lavorate Una saletta dove è ricreato l’ambiente di uno studiolo o anche la Tribuna degli Uffizi dove molti di questi reperti era ospitata. I materiali prevalenti sono quarzo e diaspro. Gli oggetti più antichi sono quelli appartenuti a Lorenzo il Magnifico, siglati “Laurmed”. La manifattura varia da quella locale fiorentina a quella lombarda, come per la celebra tazza Miseroni a forma di conchiglia in lapislazzuli appartenuta a Cosimo I de Medici e citata da Vasari. Ma il collezionismo Medici non aveva confini e arriva ed ottenere manufatti aztechi e cinesi della dinastia Ming.

Infine un messaggio di consapevolezza è lanciato al visitatore dalle ultime teche, si osserva lo sfruttamento dei giacimenti minerari da parte dell’uomo per la creazione di manufatti utili alla vita di tutti i giorni. E non si contemplano solo i fili in rame per i collegamenti elettrici, ma anche oggetti di uso molto comune oggi come i cip e le componenti della circuitistica degli oggetti ad alta tecnologia alla base dei quali abbiamo il quarzo. Infine una panoramica delle decine di minerali che occorrono per la realizzazione di uno smartphone.

La Specola è un museo particolare, non soltanto espone manufatti, cristalli, e strumenti scientifici, fa scienza oggi come nelle intenzioni di chi allora lo creò nel 1775. Il granduca Pietro Leopoldo e il naturalista Felice Fontana, lo vollero come palazzo della scienza, adatto alla didattica e formazione. Trasformato in Liceo di Fisica nell’800, diede le basi alla creazione dell’Ateneo fiorentino che ancora lo gestisce nel Polo Museale di competenza universitaria.

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