“Tacchi nudi”, Nicola Casamassima coglie l’eros tutto per sé delle donne

by Antonella Soccio

Per festeggiare il 50esimo anno e l’inizio dei corsi, il Foto Cine Club di Foggia presieduto da Nicola Loviento si è regalato una mostra straordinaria di Nicola Casamassima dal titolo Tacchi Nudi. L’esposizione è stata già presentata in altri club d’Italia e presenta il particolare percorso del notissimo fotografo bolognese- fotoreporter di Repubblica e reduce dalla mostra sui baci e i viaggi, scattati col cellulare “Kiss & Ride”- nel mondo dei film porno.

All’artista interessava cogliere le pornostar e le attrici meno famose nei loro momenti altri rispetto al set e alla meccanica sezionatrice del film erotici e pornografici, grazie ad uno sguardo dal basso che cogliesse il loro stare nel mondo e nell’attimo prima dell’atto sessuale cinematografico, attraverso le loro scarpe. Dimentichiamoci, però, il fetish e il feticismo dei piedi. Se c’è, c’è solo in chi guarda le foto: è come se Casamassima raccontasse tutt’altro fotografando i tacchi, i corpi, le nudità. È arte innanzitutto, con la A maiuscola. La pornografia scompare interamente dalle sue foto, trasformandosi in poesia esistenziale, accentuata da un bianco e nero simbolista. Il movimento, il passaggio di identità, l’istante della femminilità archetipica, i “momenti di stanca”, l’eros trascendente o la fissità dei tacchi piantati a terra o sollevati leziosamente in una posa tutta personale e non pensata per l’altro sesso sono gli scatti che accendono la curiosità di Casamassima. Le foto mostrano donne estremamente erotiche, colte nella stanza emotiva della sensualità tutta per sé.

Tra le immagini ci sono anche grandi artiste porno. Da Valentina Nappi a Priscilla Salerno fino a Julia Ann, tra le più importanti star del settore in America. Dalle loro scarpe emerge anche il censo, ma l’erotismo non conosce classe o status.

“Ci deve essere qualcosa di più pacato e silenzioso dietro un cambio di scarpe, un vestito strappato, un paio di calze spaiate, un gesto naturale di un elastico dei capelli che non serve più. Casamassima inizia a fotografare negli anni 80 e col tempo diventa uno sguardo partecipe e realistico sui set e dietro le quinte dei film porno. Attraverso l’uso dell’obiettivo e della penna racconta il suo viaggio in quel mondo particolare. “Arrivavano trafelate sul set e si assomigliano tutte un po’: aspetto da liceale e sorriso acqua e sapone.  In una selezione di immagini scattate dal 1995 ad oggi tra tacchi vertiginosi, reggicalze e pelle il fotografo realizza un’ode contemporanea al retifismo di La Bretonne, dal suo amore per il collo del piede ai momenti di intimità in cui le attrici si abbandonano per qualche posa”, scrive la critica Fausta Riva nell’accompagnamento alla mostra.  

Noi di bonculture abbiamo intervistato Nicola Casamassima prima del vernissage.

Casamassima, come mai il bianco e nero?

La prima volta che mi hanno chiesto di fare il fotografo di scena in un film hard mi hanno detto che c’erano pochi soldi. Ma per me era forte la curiosità, quindi ho detto: va bene, vengo, però se mi fate fare qualcosa anche per me. Avevo due macchine fotografiche, una a colori, che usavo per la produzione ed un’altra: per distinguere il mio lavoro, il per me, dal resto, da quello per la produzione ho fatto il bianco e nero. È partito come selezione naturale. Ovviamente facevo delle foto che a loro non importavano. Una delle prime foto che ho fatto è una ragazza che arriva con le sue scarpe e mette quelle di scena. C’è il backstage nelle mie foto. Ma ci sono anche dei posati e dei semi posati. O anche dei momenti di preparazione degli attori.

Il tema delle scarpe è molto battuto, come si fa a non scadere nel volgare o nel cliché nel backstage di un film pornografico?

Il set porno in sé è volgare, ma è meccanico. Dopo la prima volta che l’hai visto, dopo non ti fa né caldo né freddo. La prima volta c’è solo la curiosità, dopo quasi il disgusto. Alla fine io facevo le mie foto e poi andavo da un’altra parte quando c’era la scena vera e propria. Quando feci vedere il mio lavoro ad una casa di produzione, loro mi hanno detto: ma sai Nicola che tu non capisci un ca…o di porno? Però questa stessa casa di produzione ha voluto fare un libro, molto importante, per i propri venditori: anziché un catalogo una sequenza di backstage e alla fine i titoli, con le mie foto. Mi hanno portato in giro per tutto l’anno, anche in America. Andavano a vendere i film, allora nelle videoteche, con il mio libro.

Qual è la cosa più difficile in un lavoro come il suo?

La cosa più difficile da fare è fare un posato che vada bene al produttore, perché ognuno ha la sua idea: se ho una ragazza americana, che per me è famosa, ma l’ho vista solo a Las Vegas, ma sbaglio qualcosa, ma non tecnicamente, ma proprio anche dall’idea, faccio un errore.  

In una sua foto, splendida in mostra, si vede una donna semi nuda, bellissima, che sale delle scale gotiche di un palazzo che sembra abbandonato, come una pantera. Com’è nata l’ispirazione?

Questa è una ragazza americana che tra l’altro ha compiuto da poco 50 anni, Julia Ann, ma che nella foto ne ha 40. Venne a Budapest- io ero spesso a Budapest nel 2008- e chiese ad un attore italiano se ci fosse un fotografo bravo perché voleva fare delle cose per sé. Lei aveva preso in affitto un appartamento in un palazzo, andando su a piedi, mi sono interrogato. Vado dentro, faccio tutto quello che mi chiede e le dico ad un certo punto: hai voglia di andare un attimo sulle scale? Era nuda completamente. È una foto che è piaciuta molto, non è per niente volgare. È una ragazza incredibile anche di testa. L’anno scorso feci la 66, da Chicago a Santa Monica, abbiamo solo un contatto su Instagram. Le avevo annunciato che sarei stato lì, ci siamo visti, abbiamo mangiato insieme col fidanzato. Le ho chiesto se le andava di far qualche foto in spiaggia: alle 7 del mattino era pronta sul pontile di Santa Monica col vestito rosso e i tacchi oro. L’han fotografata anche i miei compagni di viaggio, che son andati giù di testa.

Perché le scarpe dal 1995 ad oggi? La femminilità passa dai tacchi?

Voglio anche far vedere come eventualmente è cambiata la moda. Ci sono scarpette, scarpe ordinarie, scarpe del mercato. L’ultima che è a Polignano calza scarpe di Casadei, una firma importantissima. Il percorso è anche questo.

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