“Zhang Huan, 55 love” al Museo Pascali. “La cultura vince sulla paura”. Intervista a Rosalba Branà

by Anna Maria Giannone

Il coronavirus non ferma l’arte. Aprirà, ma senza inaugurazione, la mostra “Zhang Huan, 55 love” in programma al Museo Pino Pascali di Polignano in occasione del  XXII edizione del Premio omonimo. Le misure di contenimento dell’emergenza Covid -19 non consentiranno un momento di avvio collettivo della mostra che sarà comunque aperta al pubblico a partire dal 7 marzo.

Gli spazi del Museo d’arte contemporanea Pino Pascali ospiteranno fino al 12  luglio la retrospettiva dedicata al grande artista cinese, nato nella provincia di Henan nel 1965 e diviso fra New York e Shangai. Un viaggio attraverso la sua produzione dagli anni ’90 ad oggi, con una focus specifico sulle performances realizzate negli Stati Uniti, in Italia e in Cina e le grandi opere fotografiche e video. La cerimonia di premiazione sarà invece programmata in una nuova data, quando la situazione sarà normalizzata e potrà essere garantita le presenza di Zhang Huan in Italia.

Il Premio Pino Pascali si conferma dunque uno degli appuntamenti più importanti per l’arte contemporanea in Puglia, occasione per connettere la nostra regione con le tendenze più recenti delle arti visive e performative globali. Nato nel 1969 per iniziativa dei genitori di Pino Pascali, il premio è stato interrotto per 20 anni, tornando con nuovo vigore dal 1997 proprio in concomitanza con la nascita del Museo comunale d’arte contemporanea Pino Pascali. Ogni anno una giuria composta da critici e curatori sceglie un artista o un personaggio del mondo dell’arte che si distingue nel panorama internazionale, per innovazione di linguaggio e per un percorso in via di evoluzione sui cui porre l’attenzione. Così in questi anni nel Museo pugliese si sono avvicendati critici del calibro di Bonito Oliva, galleristi che hanno fatto la storia del contemporaneo in Italia come Fabio Sargentini e artisti di fama, tra cui Adrian Paci, Studio Azzurro, Jan Fabre, Jake&Dinos Chapman, Mat Collishaw.

Ad assegnare per questa edizione il premio a Zhang Huan per la sua capacità di “affrontare la complessità della vita: la storia, l’identità, la violenza, la religiosità”,  una giuria composta dai curatori Maria Grazia Costantino e Marco Scotini, presieduta dalla direttrice del Museo Pino Pascali Rosalba Branà che abbiamo intervistato in occasione dell’apertura della mostra.

Direttrice, il premio Pino Pascali ogni anno privilegia artisti che abbiano una “predisposizione pascaliana”. In cosa Zang Huan può definirsi pascaliano?

 Il Premio Pino Pascali, determinato da una commissione che cambia di anno in anno, non viene assegnato ad un epigono di Pino Pascali ma ad una artista che di lui conserva lo spirito innovatore e rivoluzionario, un artista che sappia utilizzare, incrociando  e  contaminando, i vari linguaggi dell’arte, passando con la consapevolezza del fare dalla scultura alla pittura, dalla fotografia alla performance proprio come Pascali negli anni ’60.

Il sistema dell’arte internazionale come sta vivendo questo momento di emergenza mondiale da coronavirus?

Stiamo reagendo tutti bene, l’arte è abituata a vivere in emergenza e affrontare le crisi, la cultura vince sulla paura e sono certa che il periodo che stiamo finendo sarà solo un brutto ricordo ..anche se in questa occasione l’artista, parafrasando un’altra celebre performance…  non sarà presente…

La Fondazione Pino Pascali è impegnata da tempo nella costruzione di uno scambio proficuo con la scena internazionale. Come si articola questo lavoro?

Sin dalla sua nascita nel 2010 la Fondazione ha stretto legami di proficuo scambio con istituzioni pubbliche quali la Galleria nazionale di Roma che detiene il maggior numero di opere di Pascali con la quale collaboriamo attivamente anche  con operazioni di restauro delle opere dell’artista poi esporste come lungo prestito nelle nostre iniziative – vedi per esempio l’opera “Botole /o altri lavori in corso “ del 1967 recentemente esposta nella nostra mostra quale evento collaterale nella Biennale di Venezia del 2019. Altro esempio è la collaborazione con la prestigiosa Fondazione Prada per la realizzazione della mostra su Nathalie Djurberg, cui è stato assegnato il Premio Pino Pascali qualche anno fa. Abbiamo collaborato  anche con gallerie d’arte private, presenti sulla scena artistica internazionali, quali Galleria Continua, Giò Marconi. Per questo ultimo premio assegnato a Zhang Huan abbiamo lavorato con la Pace Gallery di New York e con il gallerista e collezionista Giampaolo Abbondio. Vi è stata una proficua triangolazione al fine di costruire una mostra scientifica e storica dell’artista.

Quest’anno si celebrano 10 anni dalla nascita della Fondazione Pino Pascali. Se guarda indietro come descrive questo periodo di attività?

Sono stati anni in cui abbiamo lavorato, con uno staff d’eccezionale professionalità, alla costruzione dell’ossatura della nostra istituzione che, mi preme ricordarlo è anche l’unico Museo d’arte contemporaneo della Regione Puglia. Ora auspichiamo un balzo in avanti, a mettere a frutto il nostro faticoso lavoro effettuato in una regione del sud, la Puglia, ormai riconosciuta come grande attrattore culturale internazionale. Un risultato cui anche noi ci sentiamo di aver contribuito.

I musei, soprattutto quelli legati all’arte contemporanea, sono ancora considerati luoghi accessibili a pochi. Come lavorate per allargare il vostro pubblico coinvolgendo target nuovi?

La filosofia di gestione dei Musei in questi anni è radicalmente cambiata. A mio parere bisogna cercare un giusto equilibrio tra il mercato, a volte troppo presente nella gestione di luoghi istituzionali, e pubblici, tentando di non soccombere in logiche legate eccessivamente all’idea di un Museo che, al pari di un industria, debba piegarsi alle logiche del profitto. Guardare all’innovazione, alle strategie di comunicazione attraverso un uso consapevole dei social, proporre percorsi inclusivi in grado di allargare l’utenza attraverso laboratori formativi, attenzione al sociale e alle diversità tutte, cercando di non abbassare mai il livello delle proposte. 

Da qualche tempo La Fondazione Pascali ha avviato una collaborazione con La Biennale di Venezia.  Sarete presenti anche in occasione della prossima Esposizione Internazionale d’Arte?

La Fondazione Museo Pino Pascali ha sino ad oggi partecipato a due Biennali tra gli eventi collaterali. La prima volta nel 2011 e la seconda nel 2019, sempre con dei progetti mirati e ponderati. Qualora dovessimo prevedere un’altra nostra partecipazione lo faremo partendo solo da un’idea e da un progetto fortemente scientifico e innovativo, grazie al sostegno della Regione Puglia sempre pronta a sostenere un proposta  che possa far salire l’asticella  della Puglia come volano culturale di qualità acclarata.

La mostra “Zhang Huan, 55 love” sarà regolarmente aperta e a disposizione dei visitatori dal 7 marzo, negli orari curriculari del museo, dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 20, tutti i giorni escluso il lunedì.

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