Taking the waters, un progetto per una nuova città verticale, “percorrendo” l’acqua

by Roberto Pertosa

E’ tempo di recarsi sull’Aventino per raccogliere gli auspici per la fondazione di una nuova città verticale.

C’è profumo di aranci mentre ammiriamo lo scenario. Un odore tanto intenso e acre quanto la nostra avversione a frantumare quella straordinaria prospettiva.

È la prima intuizione.

Sovrapponiamo concettualmente il nuovo skyline al preesistente. Esso si erge da terra e si innalza galleggiando rarefatto sul vecchio, che rimane intatto e leggibile.

Ascolta! Senti anche tu un rumore di acqua che scorre? Improvvisamente, senza preavviso, una cascata ci inonda.

Seconda intuizione.

L’acqua cade dall’alto e trova il suo percorso generando strutture verticali. Si diffonde per l’intero volume come un elemento imprescindibile, fondamentale. Si percepisce da ogni punto. È itinerante, e si muove contemporaneamente all’osservatore che la guarda scorrere e la circoscrive, pervadendo tutte le funzioni all’interno, le quali diventano esse stesse itineranti e collegate tra di loro, “percorrendo” l’acqua.

Essenziale all’esterno, la struttura nasconde complessità e frammentazione all’interno. Il suo volume cilindrico facilita la percorrenza verticale e garantisce una panoramica costante, ed è composto da corpi irregolari, separati tra loro, ma permeabili visivamente, ognuno dei quali è dotato di un proprio “flusso di acqua”, ossia i corpi strutturali dei collegamenti verticali, i quali uniscono i gruppi di attività ai vari livelli, luoghi deputati alle varie funzioni, e rendono loro raggiungibili separatamente.

Dall’Aventino, dopo un lungo affannoso cammino, giungiamo ai margini del sito. Siamo appassionati e accalorati. Cerchiamo ristoro all’ombra dei platani, ma non c’è spazio o tregua per alcun tipo di sospensione.

E’ in arrivo la terza intuizione.

Ci sono foglie dappertutto, le raccogliamo e improvvisiamo un collage. Gli avvenimenti che animano l’interno della struttura diventano pubblici dall’interno e privati dall’esterno. Una lamiera microforata, che funge da involucro schermante, ripropone la tessitura del fogliame dei platani, compresa la loro irregolarità e densa chioma.

Ci incamminiamo verso l’ingresso, attraverso stazioni passanti disseminate lungo i percorsi. Gradonate che superano dislivelli, nuclei attrezzati, estrusioni generatrici di bolle d’acqua, strutture portanti che sfidano la legge di gravità, provocano e rimodellano insistentemente il terreno generando il disegno di fantastiche figure marine che navigano verso ovest, piloti di una nuova visione.

ROME VERTICAL SPA . Roma . Italy

© [ Ark! frequency ] architects

Arch. Roberto Pertosa | Arch. Luca Caputo

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