“Vietato l’ingresso”: i luoghi segreti del Teatro Arcimboldi dove nasce la magia

by Elisabetta Roncati

Venerdì scorso, durante una serata di gala al Teatro Arcimboldi, è stato proclamato il vincitore di “VIETATO L’INGRESSO”, il progetto curato da Giulia Pellegrino. Un vero e proprio piccolo miracolo milanese, nato e cresciuto in pochi mesi, che si è trasformato in un’idea unica ed originale. Una testimonianza di come la condivisione e l’aiuto reciproco abbiano giovato al settore culturale in queste due annate nefaste. Grazie a “VIETATO L’INGRESSO” sono stati ridisegnati i 17 camerini del teatro da altrettanti prestigiosi studi di interior design meneghini. Il successo di pubblico è stato notevole.

Più di 10.000 persone si sono prenotate per le visite durante il Fuorisalone, quando il risultato dei lavori è stato mostrato alla cittadinanza. Oltre ai 17 protagonisti (Atelierzero, BDGS e Daniela Volpi, Calvi Ceschia Viganò Architetti Associati, DAP Studio, Enrico Scaramellini Architetto, Francesco Rota Architettura, Galante Menichini Architetti, Gio Latis Studio, Lupettatelier, Monica Baio Nicola Quadri, NM Nick Maltese Studio, Paolo Volpato e Caterina Steiner, Park Associati, RGA studio, Studio Cagnato, Senselab + Nicolò Gobini, studio wok) sono state ben 200 le aziende italiane di design che hanno messo a disposizione pezzi iconici e risorse a titolo gratuito.

Inoltre al progetto hanno collaborato anche due studi di progettazione fuori concorso, KÄRLANDRÆ e DFA Partners, che si sono presi in carico la riprogettazione del corridoio e dei bagni comuni.

Visto il successo le visite sono state rese possibili anche durante l’Art Night di Sabato 18 Settembre. Ad ogni partecipante è stato poi chiesto di votare online la rivisitazione strutturale preferita. Con ben 7.000 punti lo studio vincitore è risultato Calvi Ceschia Viganò Architetti Associati, progetto “Diorama”.

Un appellativo ricco di significato che è stato esplicato in tal termini: “Mentre il teatro, commedia o tragedia che sia, è un rito comunitario, il camerino è un luogo privato, nel quale è “vietato entrare”.

Abbiamo immaginato gli artisti, abituati a mostrarsi in pubblico, che nel camerino si possono permettere ogni cosa, provare e sbagliare, ridere e piangere, avendo come solo testimone la propria immagine riflessa nello specchio. Abbiamo perciò immaginato un luogo intimo e silenzioso, fatto di materiali domestici e accoglienti.Il camerino ha una forma perfetta come solo un cerchio può essere, ma si deforma con angoli e nicchie colorate dove trovano spazio lo specchio e le luci per il trucco.

L’ambiente circolare è racchiuso da una boiserie in legno di cedro caratterizzata da una plissettatura concava che crea effetti chiaroscurali.

Il corridoio d’ingresso impreziosito da un vaso in vetro di Murano svela solo all’ultimo lo spazio del camerino. Il pavimento è un tappeto in lana blu che riveste anche pareti e divano fino ai piani per il trucco, conferendo morbidezza e comfort acustico.

Immaginiamo gli artisti vivere in questi spazi la realtà sognante di un “diorama”, un paesaggio in miniatura, in cui ognuno si possa sentire accolto e accudito nella propria intimità.”

Ma qual è il premio che lo studio si è aggiudicato?

Calvi Ceschia Viganò Architetti Associati ha ottenuto l’incarico di riprogettare il “Camerino Muti” sito allo stesso livello del palco e dedicato al celebre Maestro d’orchestra che per primo l’ha inaugurato all’apertura del teatro nel 2002.

L’avventura dunque non finisce qui: rimaniamo in attesa di vedere compiuta anche questa rivisitazione.

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