“Anime in guerra” di Rocco Roberto, il romanzo che supera i racconti orali sul conflitto mondiale

by Antonella Soccio

Il 24 settembre del 1943 una scheggia di una bomba, sulla Toppa del Formicoso in Alta Irpinia, dove c’era una colonia di tedeschi, sventra il corpo di suo nonno, appena 45enne, sotto gli occhi del padre adolescente.

Parte da questa tragedia familiare l’immenso lavoro di archivio e di ricerca del romanziere Rocco Roberto, nato a Bisaccia ma ormai svizzero di adozione, da cui è tratto l’ultimo suo fortunato libro, “Anime in guerra”, edito da Delta 3 Edizioni.

Il dolore, la perdita, la sofferenza, che tanto hanno condizionato la sua sfera affettiva, come ha ammesso nelle sue presentazioni estive, lo hanno spinto ad andare oltre i racconti orali sulla Seconda Guerra Mondiale e su quella speciale e parziale Resistenza che ha vissuto il Sud.

Nel ricostruire i bombardamenti subiti dal Mezzogiorno prima e immediatamente dopo l’armistizio, Roberto ha scoperto tantissimo materiale, dalle 4 giornate di Napoli al rastrellamento di Foggia che nell’estate del 43 fu quasi rasa al suolo dagli aerei, in modo da costruire decine di piste aeroportuali che permettessero agli Alleati di raggiungere facilmente tutta l’Europa.

Le aree interne della Campania, del Lazio e della Puglia rappresentarono in quegli anni delle zone franche, in cui la guerra per chi era rimasto- anziani, disabili, preti e medici condotti- era una eco lontana. Eppure ferocissima.

Non c’è un luogo senza storie, sembra dire Roberto, che arricchisce il suo testo di una profonda conoscenza dei posti, delle vie, delle psicologie dei tanti personaggi e delle dinamiche di gruppo in tempo di conflitto.

Anime in guerra è un lavoro polifonico, con un chiaro e forte schema drammatico. C’è sì una trama che segue le gesta e le scelte difficili di Arturo Tartaglia, che cerca di arrivare in terra di America ma ritornerà in Italia da sconfitto con l’amara consolazione che “l’America è dappertutto”, ma è nelle descrizioni della vita quotidiana, dei momenti più minuti di dove la guerra ha perso ogni caratura ideologica, che lo scrittore esprime il suo talento.

La letteratura ambientata in quegli anni, fatta eccezione per Carlo Levi e Alberto Moravia, ha quasi rimosso i bombardamenti e quel dramma ambivalente di tanti italiani, che hanno visto in faccia la morte portata da coloro che erano venuti a liberarli. I meridionali, tranne per sparute eccezioni di giovani con connessioni a Roma o a Milano o con storie particolarissime, non sono stati né vinti né vincitori, né partigiani né repubblichini, non ci sono state epopee sulle colline per loro, non ci sono stati destini e scelte epiche. Da un lato o dall’altro d’Italia. Ma solo morte o anni perduti. Hanno vissuto tutti in un limbo di distruzione, miseria e sopraffazione, aspettando che “passasse a nuttata”. Qualcuno, come Ritanna Armeni, sta ritessendo quelle vite, soprattutto al femminile. Roberto ha fatto un passo in più. Il suo non è un saggio, tuttavia può essere letto come un compendio di cosa era il Mezzogiorno dopo quell’estate. È un almanacco di fatti, di situazioni, di traiettorie, che poi sono diventate percorsi politici dal 1946 in poi. È come se dalle sue pagine si potessero carpire decine e decine di romanzi, se solo ci si concentra su una sola vita, raccontata con la sua maestria, o su una saga familiare, come tanto è di moda oggi nella letteratura ad alto consumo.

“Al Vomero si combatte ancora. Attacco frontale alla stazione tedesca di piazza Medaglie d’Oro. Morti e feriti all’imbocco della via San Francesco, alla masseria del Pagliarone in via Belvedere. In Via Cimarosa e Via Luca Giordano, il coraggioso vigile del fuoco Franesco Pintore porta via una preziosa mitragliatrice, utilizzandola contro i tedeschi che hanno allestito un posto di blocco davanti ai cancelli della Floridiana. Ormai si contano a decine le mitragliatrici in mano agli insorti che ottengono buoni risultati in corso Vittorio Emanuele, in Piazza Mazzini, in Via Giacinto Gigante. Le armi di cui dispongono sono in maggioranza italiane, dal moschetto dell’esercito, modello 1891, al moderno mitra. Ci sono pistole e mitragliatrici dei più svariati tipi. Le munizioni in alcuni quartieri scarseggiano, mentre delle bombe a mano italiane e tedesche si reperiscono grossi quantitativi durante la notte…”.

Anime in guerra di Rocco Roberto è anche un prezioso libro di storia, esatto e puntuale, lirico e coltissimo, con cui riconciliarsi con un passato ancora così poco battuto e fatto proprio.

Un romanzo da non perdere.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.