Ardore, Anna Folli romanza le solitudini, le trasgressioni, le ossessioni e l’amore di Romain Gary e Jean Seberg

by Giorgia Ruggiero

Romain Gary e Jean Seberg sono tante cose, prima di essere uno scrittore ed un’attrice.

Anna Folli li mette sotto una poetica lente d’ingrandimento che, in Ardore, lega le loro due solitudini per ricostruire la loro storia, svelarne i retroscena, le trasgressioni, le ossessioni e le infelicità che li hanno ineluttabilmente legati fino alla fine.

Lui è un bambino ebreo che diverrà un eroe partigiano. Non ha mai avuto un padre ed è per questo il completamento di sua madre, che ama in modo viscerale e che continuerà a cercare in ogni donna della sua vita. Anche dopo la sua morte gli basterà il pensarla, l’immaginarla, per sedarlo dalle sue emozioni sempre violente e che sempre gli arrivano in faccia senza avvisare. Lei è invece una bambina che sogna di fare l’attrice, scrive poesie e va in giro col cuore in faccia, incastonato nei suoi lineamenti, perché ognuno passandole accanto riconosce la sua gentilezza, la bontà che ha nei confronti nel mondo e che malgrado tutto mai perderà.

Romain crescendo scrive compulsivamente, dice di essere indemoniato nel momento in cui scrive, ed è quest’ossessione, accompagnata al suo dono e al suo smarrimento, che lo farà entrare nella storia della letteratura francese. Anche Jean ha un dono: la sua straordinaria vocazione per il cinema. Approderà sul grande schermo in ruoli che la renderanno celebre, ma anche sempre più triste. Hollywood le darà la gloria, ma come spesso è accaduto si rivelerà anche un ingranaggio senza pietà che la renderà una diva smarrita, succube della sua immagine.

La Folli romanza con grande studio e precisione le loro biografie tessendo un filo dalle loro infanzie e dai loro vissuti, fino ad arrivare alla sera del loro incontro californiano, da cui partirà la loro storia sempre caratterizzata dalla cura e dalla dedizione che hanno l’uno per l’altra, ma anche da depressioni, misteri, traumi che si porteranno dietro: non avranno mai pace singolarmente, e così mai potranno averla insieme.

Jean Seberg, infatti, sosterrà con tutte le sue forze il movimento antirazzista Black Panthers, e questo assiduo appoggio che il mondo violento degli anni ‘70 le farà credere una colpa, le costerà molto caro. Finirà infatti nel mirino dell’FBI, che le porterà una spietata depressione, culminata col suicidio. Scusate, ma non posso più convivere coi miei nervi.

Romain porterà lo stesso dolore di Jean: è un genio che vuole essere sempre qualcun altro, la sua è una spasmodica voglia di compiacere se stesso e gli altri che non gli da pace: pubblica racconti e libri con nomi che non sono suoi, provando a capire se almeno così vedrà il mondo con altri occhi, se almeno così si libererà dei suoi. Dopo la morte di Jean non riuscirà a sopravviverle. Si suicida anche lui, sempre più disperato dal sopraggiungere della vecchiaia e dell’angoscia di quell’amore andato perduto.

Jean e Romain sono stati tante cose, prima di essere uno scrittore ed un’attrice. 

Essersi amati li ha messi in luce, messi al mondo, seppur condannati.

Ad esser scoperta e messa in luce è stata anche la testimonianza di due sofferenze che non sono riuscite ad annullarsi, ma che pur ci hanno provato, tessendo quel filo che li ha legati per tutta la vita e che mai si è spezzato.

Ed è stato amore, ardore.

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