“Atti di un mancato addio”, Giorgio Ghiotti indaga l’assenza e la difficoltà del commiato

by redazione

“Atti di un mancato addio” è un romanzo che rappresenta un rito di passaggio, dalla giovinezza all’età adulta. Ogni rito di passaggio è caratterizzato da un sacrificio, da una perdita. In questo libro ciò che si perde è una persona, Giulio, che diventa il centro emotivo di questo gruppo di ragazzi che vede in lui il capo branco. Giulio è un po’ come il Gasometro di Ostiense che troneggia sulla copertina del libro. Un simbolo di Roma che dà quel senso di rovina emotiva, di passato che persiste nel tempo e che continua ad affascinare. Giorgio Ghiotti parte proprio da qui, dalla scomparsa, dall’assenza, dalla difficoltà del commiato, e dedica il suo romanzo ai dispersi, sulla Terra, ovunque.

Scrive: “i morti ci danno pace, prima o poi. Ci si dà pace. Gli scomparsi invece continuano a lavorarci dentro testardi, imbastarditi, imponendosi alla memoria, rivendicando un’attesa”. Eppure, Ghiotti va oltre, parte dalla scomparsa di Giulio, che un giorno si incammina sulla Tiburtina senza fare ritorno, per raccontare il commiato da un’età, quella gioventù ormai al tramonto.

Il palcoscenico del libro è il quartiere San Lorenzo di Roma, ma Ghiotti è riuscito a mettere lo zaino sulle spalle dei suoi personaggi, lanciandoli in un viaggio che si rivela una corsa sul posto, un girare intorno alla ricerca di un senso della vita che non c’è. Ghiotti, attingendo dal serbatoio della poesia in termini di lingua e di musica, ha scritto un piccolo capolavoro, conservando una cifra stilistica che è dei Grandi e che oggi è unica nel panorama letterario giovanile italiano.
Ghiotti è poeta finissimo, narratore attento, dallo sguardo lucido e dalla penna elegante, ossigeno puro in mezzo a tanta narrativa sempre più uguale a sé stessa.

E se, come diceva Umberto Eco, ‘ogni libro è un fatto cosmologico’, Ghiotti decide di salutare i suoi lettori con la cosmologia del suo libro invitando a leggerne altri. Cosa che raramente accade.

Pagina Ultima pagina (nota)

Mi è piaciuta molto l’ultima pagina del libro. Ogni libro è un fatto cosmologico diceva Umberto Eco e tu qui racconti la cosmologia del libro invitando a leggere altri libri. Questo raramente accade.

Marzia Campagna

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