Cemento armato di Francesco Chiodelli e le trasformazioni illegali dello spazio urbano che spiegano certa politica

by Antonella Soccio

È dalla policy intesa come politiche pubbliche, che si genera, secondo il professor Francesco Chiodelli, autore del libro “Cemento armato” edito da Bollati Boringhieri e candidato al Premio letterario nazionale I fiori blu, l’illegalità diffusa dello spazio urbano, un concetto che travalica lo skyline e i piani regolatori delle città o dei paesi. Il docente di Geografia economica e politica dell’Università di Torino nel suo documentatissimo saggio indaga sei aspetti dell’urbanistica italiana, analizzando diversi ambiti: la libertà di culto, l’abusivismo, il supporto pubblico all’abitare, le ricostruzioni post sismiche della penisola, l’erogazione di servizi del welfare locale e la corruzione.

L’illegalità urbana in Italia è oggetto di una specifica «politica», che fa sì che essa venga prodotta e riprodotta anche quando è al centro di campagne repressive e attacchi. Le forme della costruzione dello spazio urbano sono molto porose, le infiltrazioni della mafia nel ciclo del cemento sono ormai la regola. E l’abusivismo rovina gli agglomerati e la stessa qualità ambientale con esternalità negative che ricadono su tutta la collettività. Spesso però, come si dimostra mirabilmente nel saggio, è la legislazione che produce illegalità. È l’aporia legislativa a creare il caos.

Il libro parte dall’analisi dei grandi condoni edilizi della Prima e della Seconda Repubblica. Dopo quello famigerato del berlusconismo se ne attende un altro, in epoca Meloni, annunciato dal Ministro Matteo Salvini, come ha rimarcato il professor Chiodelli nella presentazione del suo libro al secondo evento letterario de I fiori blu a Foggia. Sono oltre 5 milioni le domande di regolarizzazione inevase dai Comuni italiani. Con oneri di urbanizzazione non versati, parchi non realizzati, spazi ad uso commerciale spacciati per metri quadrati residenziali.

Palazzinari, semplici costruttori privati di case unifamiliari e mafie assortite infiltrate nell’economia reale utilizzano in maniera strumentale l’illegalità urbanistica per costruire rendite. Siano esse sociali, economiche, elettorali.

Ma Chiodelli ribalta i cliché dell’abusivismo narrato solo quando è meridionale. Non ci sono Sarno o Casamicciola nel suo testo, l’abusivismo è poderoso anche sulle coste liguri, il 37% del tessuto urbano romano, ritratto così bene da Accattone di Pier Paolo Pasolini, è di natura abusiva.

In Cemento armato si racconta di Desio nella provincia di Monza e Brianza e di come l’edilizia sia anche al Nord e soprattutto al Nord cemento delle carriere politiche.

«Volevo provare a scardinare le mappi mentali stereotipate dell’opinione pubblica rispetto all’illegalità, che non ha una geografia puntuale, ma è spalmata- ha spiegato il docente a bonculture- Io parlo di Desio, ossia un Comune nella Brianza in teoria civilissima e operosa, ma in realtà permeata da attività criminali e delinquenziali. Desio non è un bubbone pestilenziale in un corpo sano, l’urbanistica italiana è malata a diverse latitudini, a Desio come a Roma, di cui parlo, o Brescello o sebbene io non ne abbia fatto ricerca nelle città pugliesi».

Cemento armato appare un testo necessario e utilissimo da leggere in una città come Foggia, sia nei circoli dei lettori più avvertiti e informati sia tra gli studenti.

Nella città, ancora senza Pug, che ha visto ammazzati per mano mafiosa, prima Giovanni Panunzio, un imprenditore edile nella stessa sera in cui il Consiglio comunale, in quel 6 novembre del 1992, approvava il Piano regolatore Benevolo, e poi il direttore dell’Ufficio del Registro Francesco Marcone, nella città che ha la 167 più grande d’Italia e che ha visto la sua assise comunale nell’agosto del 2021 sciolta per mafia per infiltrazioni mafiose con i membri dei clan a cui venivano assegnati regolarmente alloggi popolari, il tema dell’urbanistica e dei tanti social housing che puntano a consumare altro suolo è centrale.

Al Sud le occupazioni di case di edilizia residenziale pubblica o l’acquisto truffaldino e abusivo rappresentano quasi l’unico orizzonte di futuro per chi non può permettersi un affitto, tanto meno un mutuo legale. I Cosimo e Chiara del libro, originari di Ponticelli, sono diffusissimi.

Eppure Chiodelli sottolinea di non generalizzare con l’antimeridionalismo. Se a Torino le occupazioni di alloggi rappresentano il 5% del fenomeno mentre a Napoli siamo già al 15%, certo Nord non è immune dagli occupanti. A Milano il trend viaggia sul 10%.

Perché l’Italia non vara un nuovo Piano Ina Casa? Perché non c’è un nuovo Fanfani?

«Il tema della casa è al di fuori dell’agenda politica da decenni da parte di qualsiasi governo- risponde l’autore- anche alcuni provvedimenti recenti in termini di bonus edilizi sono la manifestazione plastica che se si pensa alla casa in Italia si pensa soprattutto alla casa di proprietà. Che cos’è il bonus edilizio se non una immensa allocazione dei denaro verso i proprietari di casa? Non dico che sia giusto o sbagliato, ma dico che c’è una stortura, l’edilizia pubblica viene abbandonata e le risorse vengono dirottati verso la classe media, verso i proprietari di case».

Francesco Chiodelli è anche un esperto di Medio Oriente. Nel 2017 ha scritto “Shaping Jerusalem. Spatial Planning, Politics and the Conflict”.

Gli abbiamo chiesto cosa racconta il conflitto odierno della Gerusalemme contesa.

Anche nella guerra, sono le materie urbanistiche a dare senso all’orrore.

«La politica è indissolubilmente legata allo spazio molto più di quanto noi pensiamo, ho lavorato per dieci anni su Gerusalemme che dimostra come un conflitto etnico religioso, nazionalista, chiamiamolo come vogliamo in realtà si materializzi in processi molto concreti, di trasformazione di una città, di costruzione di immobili e di demolizione di altri. Dovremmo guardare di più allo spazio per capire la nostra politica». 

La foto di copertina è di Samuele Romano

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