Che il libro è un bene primario bisognerà ricordarsene quando l’emergenza sarà passata

by Marco Esposito

Il DPCM di venerdì scorso ha disposto la riapertura delle librerie. Il libro è riconosciuto come un bene essenziale, alla stregua dei prodotti alimentari, di quelli per l’igiene, dei farmaci, della benzina, delle sigarette, dei giornali.

Che i libri siano un bene essenziale lo sostengo da sempre, ancora di più da quando ho deciso di fare il libraio, hanno un valore sociale che nessun altro prodotto commerciale ha. Non mi piace molto la retorica del “pane dell’anima”, ma un po’ è così: sono un pezzo fondamentale e necessario della nostra vita e della società, uno strumento di libertà che ci aiuta a leggere la realtà come nient’altro.

E allora dovrei essere contento, finalmente si torna a lavorare! E invece no, non lo sono.

Faccio il libraio da cinque anni. Quando, con i miei soci, abbiamo deciso di aprire una libreria indipendente, ci sembrava un modo bello per restituire alla nostra città quello che avevamo ricevuto. Sono convinto che ogni libro letto sia un gesto politico, che prova a cambiare il mondo perché cambia noi stessi, ci rende migliori, ma anche peggiori, ci insegna a vivere, ad amare, ad essere felici. Insomma, i libri sono davvero un bene di prima necessità e le librerie sono un presidio sociale fondamentale.

Ma al di là di questo valore simbolico, i librai sono dei lavoratori, e riaprire la propria attività è un diritto che va esercitato in piena responsabilità e sicurezza.

Ci hanno chiesto, dall’oggi al domani, di riaprire rispettando distanziamenti complicatissimi da gestire in spazi piccoli come i nostri, effettuando sanificazioni che non si sa bene cosa siano, dotandoci di dispositivi di protezione individuale che non abbiamo in misura sufficiente. È vero, sono tanti i lavoratori che hanno continuato a fare il loro mestiere, pur in assenza delle tutele necessarie. Ma andare in libreria non è come andare al supermercato: il nostro è un mestiere di relazione, i libri vanno toccati, sfogliati, consigliati, discussi.

La necessità di mantenere le distanze e di evitare assembramenti durerà per molto tempo e prima o poi bisognerà riaprire: bisogna ripensarsi, cambiare modo di lavorare.

Ma noi, in realtà, non abbiamo mai chiuso. Come migliaia di librerie italiane, ci siamo inventati un servizio di consegne a domicilio, inviando il catalogo personalmente ai nostri lettori e portandogli i libri direttamente a casa; e poi abbiamo riempito i nostri social di incontri, presentazioni, letture teatrali, piccoli momenti di condivisione con chi ci segue e ci vuole bene.
Abbiamo provato, nonostante tutto, a continuare ad essere uno spazio di prossimità, che cammina e cresce con la sua comunità, dove le persone stanno insieme e si raccontano storie che ti cambiano la vita, anche a distanza. Questa è la sfida che abbiamo davanti per i prossimi mesi, trasformare ed adattare il nostro lavoro senza smettere di essere quello che siamo.

Che il libro è un bene primario bisognerà ricordarsene quando l’emergenza sarà passata, quando le librerie ricominceranno a chiudere non per la crisi causata dal Coronavirus ma per le loro storiche e irrisolvibili difficoltà economiche, quando leggeremo i dati impietosi sugli indici di lettura: perché in Italia i lettori sono pochi, al Sud sono pochissimi, e allora la retorica del pane dell’anima diventa vuota, perché il pane ha senso solo se qualcuno lo mangia.

Sono convito che aprire una libreria sia stato il gesto più politico che potessimo fare, ma penso anche che il diritto a lavorare in sicurezza vada garantito necessariamente. La decisione di riaprire senza garanzie e tutele è una scelta frettolosa e demagogica, in un momento in cui bisognerebbe fare uno sforzo di verità e di lucidità: perché si potrà ripartire solo se riusciremo a contribuire a costruire un modello società nuovo e più sostenibile, ripensando il nostro lavoro e il sistema di relazioni che necessariamente lo accompagnano, se riusciremo a cambiare restando noi, librai che vendono storie che cambiano il mondo.

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