“Come se tu non fossi femmina”: ispirazione e consigli di Annalisa Monfreda alle donne

by Paola Manno

Come se tu non fossi femmina. Appunti per crescere una figlia (Annalisa Monfreda, Mondadori, 2018) è più di un manuale con consigli bellissimi per crescere figlie femmine: è una sorta di romanzo on the road che racconta una vacanza al femminile, è un’avventura vera e propria, un viaggio dell’anima.

La Monfreda, 40 enne, direttrice di Donna Moderna e Star bene è una mamma come tante, una donna che, a pochi giorni da un viaggio organizzato in famiglia, alla notizia che il marito non può più accompagnarla, decide, con un po’ di timore iniziale, di intraprendere ugualmente la vacanza. Eh già, spesso noi donne all’inizio esitiamo. Spesso ci chiediamo se saremo capaci di viaggiare da sole con due bambine, se saremo in grado di fare affidamento solo sulle nostre forze, sul nostro senso dell’orientamento, sulle nostre risorse. Saremo abbastanza brave? “Non c’è nulla che non possiate fare, o tanto meno tentare, se lo desiderate veramente” Annalisa si dice, ci dice. È questa una delle 50 lezioni che, durante il viaggio verso la Croazia, trasmette alle sue bambine.

Che ti sia d’ispirazione – mi ha scritto l’autrice sulla dedica in prima pagina del romanzo che ho acquistato durante l’incontro al Piccolo Festival della Parola, a Noci. È tanta, devo ammettere, l’ispirazione che le sue parole trasmettono, perché l’autrice utilizza un linguaggio diretto, sincero. Vi ritrovo le parole di una donna onesta, che ha voglia di condividere con altre donne le sue esperienze. La Monfreda mette a nudo degli aspetti del suo carattere che potrebbero farla apparire fragile, si interroga sui suoi dubbi ma va oltre, riesce a trarre dalle fragilità una forza che all’inizio neanche lei sente di avere. È la donna che alla seconda gravidanza teme per il suo posto di lavoro e che invece proprio in quei mesi diventa direttrice di un importante giornale nazionale.

È una donna che parla con naturalezza di ciclo mestruale, perché convinta che “parlare sempre con chiarezza e disinvoltura del proprio corpo” sia fondamentale. È una donna che non ha paura delle altre donne: “Circondatevi di amiche più brave di voi in qualcosa. E siate all’altezza di quella amicizia”. La solidarietà femminile, il senso di sorellanza è vivo: “Regalate ambizioni agli altri e accettatene in dono dagli altri”. Cita Virginia Woolf, Simone De Beauvoir, Elena Gianini Belotti, maestre di tutte le femministe, ma anche Rupi Kaur, la dolcezza dei suoi versi. Per la Monfreda il femminismo è “una grande battaglia per la libertà”. È convinta che l’empatia sia femmina, per questioni culturali, non biologiche, e soprattutto che sia uno strumento straordinario. Infine (lezione numero 13) ci dice che “la bellezza non è perfezione, ma verità”.

Io amo le donne che parlano alle altre donne con il cuore. I suoi consigli alle figlie sono parole che dovremmo annotare sui nostri taccuini, leggerle alle bambine che abbiamo dimenticato di essere. Attraverso il viaggio-vagabondaggio delle tre protagoniste, senza alcuna prenotazione in hotel e con qualche imprevisto, le parole che restano sono piccoli scrigni da aprire, tappa dopo tappa. Durante la lettura ho pensato a quanto sia bello essere donna, ma anche essere madre, responsabile dell’educazione di una bambina, o di un bambino, che affronterà a breve gli anni complicati dell’adolescenza e poi se ne andrà via per il mondo solo con gli strumenti che saremo state in grado di darle o dargli.

Ho pianto molto durante la lettura, di gioia. A me sembra, questo qui, un libro che parla soprattutto d’amore e di libertà. E a me sembra pure che l’amore senza la libertà, non sia proprio un bel niente.

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