Da Giugni a Rota. Nasce la collana editoriale “I Formiconi” per rinverdire le tracce culturali pugliesi

by Francesca Limongelli

Nel 1962 Tommaso Fiore elaborava la sua attenta e appassionata analisi della sua regione la Puglia, attraverso l’osservazione dei più significativi fenomeni socio –politico culturali e prendeva come riferimento per creare il suo “atlante” alcune figure determinanti della politica italiana tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.  Erano i “Formiconi di Puglia” – come titolava il suo volume edito da Piero Lacaita – ovvero quei pensatori, intellettuali, lavoratori, instancabili nell’affrontare una “questione meridionale” che era però tutta nazionale, di un Paese politicamente ancora molto giovane.

I formiconi erano i re delle formiche, quegli intellettuali che gettarono in Puglia il seme della società moderna. È quindi un omaggio al suo pensare, al suo osservare, la nuova collana intitolata proprio “Formiconi” che la cooperativa Radici Future del sociologo Leonardo Palmisano ha presentato oggi in conferenza stampa insieme ai due curatori della stessa: il professor Pasquale Martino e il giornalista e critico cinematografico Oscar Iarussi.

“Formiconi è innanzi tutto un omaggio alla Puglia che lavora, a quelle formiche che tanto hanno dato all’Italia”, spiega Palmisano, “vogliamo raccontare, con le penne più capaci, la centralità della nostra regione nella carriera di importanti figure del panorama storico, culturale e sociale italiano” prosegue. 

Primo prodotto dato alle stampe il volume “Gino Giugni – il coraggio dell’innovazione” di Roberto Voza, dedicato al giuslavorista, barese di adozione, docente di Diritto del lavoro all’Università di Bari tra il 1960 e il 1975, che nel capoluogo fondò un’ importante “Scuola” di giuristi del lavoro e delle relazioni industriali, lasciando un segno indelebile nel contesto accademico, culturale e politico italiano.

I due curatori Pasquale Martino e Oscar Iarussi

Se quindi Tommaso Fiore aveva raccontato i formiconi dell’Italia pre repubblicana, qui i curatori si impegnano nel  guidare la creazione di “una mappa collettiva” come la definisce Pasquale Martino, “una biografia che si snoda attraverso i percorsi individuali di donne e uomini che hanno attraversato la Puglia – quindi non solo nativi – lasciando impronte  nei fatti e nelle idee, segnando la storia e la cultura contemporanee , nel corso della seconda metà del Novecento, senza escludere la possibilità di proporre ritratti anche di personaggi a noi più vicini”.  Guardando soprattutto alle giovani generazioni, la collana vuole anche avere valenza “divulgativa” come tiene a precisare Iarussi, convinto che in tantissimi oggi non conoscano né la figura di Giugni né tanto meno quella di Nino Rota, protagonista del secondo volume della collana, in uscita a inizio 2020, a firma del professor Pierfranco Moliterni.

Proprio pensando ai più giovani, prosegue Iarussi, “obiettivo di questo percorso non è monumentarne quindi i protagonisti o celebrarli, ma al contrario rinverdirli, sottolineando la loro vicinanza al tempo presente. Tanto Giugni quanto, diversamente poi Rota, sono archetipi di una Puglia splendente, che splende soprattutto quando è eretica. E l’eresia pugliese si è manifestata fortemente nel corso del Novecento: pensiamo a Benedetto Croce, a Ernesto De Martino o più di recente allo sbarco della Vlora o alla Primavera pugliese. In questo scenario i nostri formiconi Rota e Giugni rappresentavano entrambi un’eresia nel loro mondo: il primo era infatti definito “cinematografaro”, il secondo era un’anomalia in quanto ritenuto un mezzo sociologo”. 

Il coraggio dell’innovazione di Giugni è stato infatti proprio quello di portare il diritto nella società, concependolo, raccontandolo e studiandolo non come un’entità a parte, ma come strumento politico a tutti gli effetti e a riguardo l’autore Roberto Voza ricorda come “Giugni fu riformista nel senso puro del termine, di un riformismo che anelava alla giustizia sociale, radicale e lungimirante nel riconoscere al diritto del lavoro una valenza straordinaria e preziosa per le imprese”.

A proposito dell’attenzione ai più giovani, la collana di Radici Future ha attinto proprio alla loro creatività – in particolare quella di alcuni studenti di un Istituto professionale di Savona – per l’elaborazione grafica della copertina del suo primo volume.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.