“Divieto di balneazione” di Lorenzo Trigiani, la poesia come rivelazione sospesa dell’esistere. Tra viaggio (interiore) e stupore

by Antonella Soccio

Cerotti

Ho comprato cerotti

per medicare le notti

luminarie storte

in origine stelle cadenti

e pigiami a quadri

per quando arriverà Natale.

Quando un pubblicitario di straordinario talento usa le parole per comporre poesie, non sottrae soltanto velocità alle adolescenti associazioni allucinatorie, geniali e sghembe dei motti e degli slogan, donando sospensione e lentezza riflessiva al verso, ma riavvita il processo creativo al contrario. Come per riannodare tutte le prime e le seconde idee, scartate. L’istinto e il suo opposto.

Capita di fermarsi ad indugiare lungamente sulle parole leggendo l’ultima raccolta poetica di Lorenzo Trigiani “Divieto di balneazione” edito da peQuod, che arriva dieci anni dopo “Oli esausti” ed è arricchito dalle belle illustrazioni di Giuseppe Guida.

Se con la sua agenzia creativa Red Hot Trigiani insieme ai suoi collaboratori ha sempre meravigliato per eleganza formale e una perfezione quasi ludica, nelle poesie, per lo più brevissime, lascia sovente all’ultimo verso la rivelazione di una incompiutezza, di una delusione, di una certezza, di un amore resistente, di una età adulta che stenta a trovare la sua piena utilità.

I gioghi di parole, che pure ci sono (i sogni più frequenti diventano “i segni più frequenti”), insieme alla ricerca delle allitterazioni, sono decodificati e lasciano il posto ad epifanie di verità spesso così profonde da prendere alle spalle. Come nella bellissima “Eravamo re”.

Molte poesie rincorrono lo stile nominale degli elenchi emotivi e visivi, tipico degli esercizi di stile, del sasso nello stagno, col quale fare annegare suggestioni, sensazioni, immagini archetipiche, inconsci bislacchi, autoanalisi.

In ogni scritto emerge prepotente almeno una immagine indelebile. Le “scarpe da balera per camminare lungo i bordi”, le “rughe perdute”, le “virgole mancate”, le “rane che non sanno più saltare”, le “giacche larghe”, le “ciglia finte”.

Ricorrono alcuni topos attaccati alla pelle. Non solo la spiaggia, la salsedine e i miraggi d’estate delle lunghe giornate della provincia italiana in un’attesa simile a quelle di Luca Guadagnino. Trigiani predilige i treni, le stazioni, i viaggi di ritorno, le stelle cadenti, che illuminano molte sue poesie, con metafore potenti, fino alla parafrasi da San Lorenzo di Giuseppe Ungaretti.

“Si sta

come d’agosto

nel cielo

le stelle cadenti”.

Il poeta sembra considerare (con-sidera, stare con le stelle) un nuovo piano di realtà nella stasi turbolenta dell’ispirazione poetica.

I desideri, quelli no, restano dentro la penna, sul confine del non detto, incastonati nella melancholia. Con una reticenza sospesa. Nel poema di Ariosto la Luna diventa il luogo metaforico dove si raccoglie tutto ciò che si getta via sulla Terra, compreso il folle senno, in Trigiani la luna fa da tetto al desiderio appena pronunciato.

“Stelle mai sazie

cui seguirono

luci spente,

il guado e le sponde

di chi cercava

il verso di un lupo,

un desiderio

precipitato sulla luna”.

Con gli occhi puntati al cielo, alla ricerca di un viaggio metafisico, in cui non si sa più dove andare, Trigiani accompagna il lettore dentro le sue fragilità. Non c’è autocommiserazione, però, né la leziosa cura per i propri malanni fisici ed interiori, che tanto è in voga anche tra poeti di grido, amatissimi sui social.

Il pubblicitario non fa da metronomo ai suoi affanni, non cerca di assolutizzarli come un finto profeta. Nessuna nostalgia per gli anni ruggenti né indulgenze per il futuro. La ratifica del tempo che passa è cruda consapevolezza.

È dicembre e io ci sento il sottofondo di “Coriandoli a Natale” dei Subsonica, voi trovate la vostra musica.

Finisce

Finisce

che si impara

a rassegnare

il tempo delle mele

a progettare dighe

per separare l’uomo dal ragazzo

che nessuno, qui, ha il coraggio.

“Divieto di balneazione” sarà presentato il prossimo 6 dicembre alle 18.30 nello spazio live della Libreria Ubik. L’autore dialogherà con Pachi Caso e Micky de’ Finis.

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