Federico II tra ironia e fantasia

by Micky De Finis

Coquina – morte accidentale di un imperatore – autore: Pinuccio Pomo – casa Editrice Sveva.

Sarà stata la curiosità ma anche una punta di impertinenza a spingere la mano di Pinuccio Pomo nella scrittura di un libro che racconta  le ultime fasi di vita di un uomo, un grande uomo, messo al cospetto della sua imminente fine.

Ne ho avuta netta la sensazione presentando questo lavoro originale e intrigante scritto da un collega dalle spiccate doti culturali quanto enigmatiche. 

Cento pagine intrise di fantasia su un imperatore che l’autore non cita mai che scorrono in un pamphlet il cui titolo nasce dalla sua passione per la cucina ed in modo specifico dal suo ricettario:” liber de coquina”, che sposta anche dalla Francia alla corte Sveva la sua redazione. 

Siamo di fronte agli ultimi sette giorni di vita di un uomo potente tratteggiati con flashback ed osservazioni etiche di vizi e virtù. 

Sono tanti gli episodi importanti su cui Pomo si sofferma, da un figlio ribelle al protonotaro ma in modo precipuo sull’orso incatenato che genera sentimenti di compassione al punto di liberarlo e nel quale rivede quella sua prigionia legata al potere, al danaro, ai vizi, alla voluttà e a quella fissa che mai lo abbandonerà, l’amore per l’amministrazione della giustizia. 

L’ imperatore desidera ritornare fanciullo e coltivare la via del bene. Ogni giorno che gli rimane inizia con una citazione biblica facendo spesso riferimento a Giovanni, precursore di Gesù che predica la conversione e l’amore del prossimo così come la remissione dei peccati cui ambisce l’imperatore. 

Un libro ricco di sinonimie, allusioni, humor, ironia… La caduta del suo impero corrisponde a quella della sua fisicità, decisa da un errore commesso in cucina dal cuoco. Amaro destino !

Le immagini dei falchi che prima  preannunciano il potere e poi la débâcle con l’ingresso in scena dei pavoni quasi a voler simboleggiare la fatuità e l’inganno dell’umanità che fanno poi da cornice ai suoi ultimi respiri.

L’intera storia della specie umana ruota tra il concetto dell’utile e quello del sociale, tra razionalità e sentimento, vizi e virtù, tra calcolo e disinteresse, tra inganno e sincerità. Proprio come dice Serge Latouche :” la mancanza di valori porta all’insignificanza ed i valori non condivisi portano a rapporti di forza che giungono alla realizzazione del mito:” homo homini lupus”.

Ho trovato davvero amabile la lettura di questo libro che l’autore dipinge in un meraviglioso sincretismo di immagini e sensazioni con una scrittura fluida ma anche minuziosa e puntigliosa, sempre dotta.

Un plauso al mio collega ed amico che, con il suo stile, ci consente di riflettere sulla condizione di libertà e del vivere sano.

La presentazione del libro – di certo da suggerire per una lettura piacevole e al di fuori del consueto e dell’ovvio – nello scenario unico dei giardini delle scuderie del Centro Ippico di Foggia che ha ospitato la quarta Rassegna della Mostra Mercato “Rose Orti e Giardini” promossa, con lusinghiero successo di pubblico, da Cinzia Cicolella, impareggiabile donna al governo di un’iniziativa bellissima, direi molto sentimentale, che ha avuto il pregio di presentare tratti di un’eleganza inconsueta. 

Presenti l’editore Nino Marmo e il Presidente del Distretto Puglia Federiciana, Onofrio Giuliano. 

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