I consigli di Velasquez: lode della saggistica obliqua

by Francesco Berlingieri
adelchi

La divulgazione della Storia umana è una forma di resistenza.

E non soltanto in senso canonico – l’abusato e fallace mito secondo cui imparare da ciò che è stato aiuta a non ripetere l’errore – ma proprio in senso letterale: resto convinto, infatti, che un buon divulgatore, uno storico appassionato, possa ancora sovvertire le regole fittizie ed incancrenite del mercato. In tv – ed è piacevole saperlo, anche se non è affatto una scoperta – uno come Alberto Angela può far tremare le gambe ai sedicenti famosi sulle spiagge dell’Honduras. Ed uno come Alessandro Barbero tramutare l’incoronazione di Desiderio, re dei Longobardi, in una faccenda da Netflix. Perché, in fondo, per quanto variamente instupiditi dagli algoritmi, in ognuno di noi c’è ancora l’essere umano primordiale affascinato da fuoco. E dalle storie tramandate attorno alla brace.

Tutto sta a tirarlo fuori dalle coazioni a ripetere di una virtualità abbrutente.

E, per farlo, non serve solo l’attenzione di noialtri abbrutiti, la nostra provvisoria disponibilità all’ascolto: servono grandi raccontatori.

Perciò questo sarà un “consiglio” multiplo. E guarderà proprio in quella direzione: verso, cioè, quella genia di narratori che sanno vincere una distrazione apparentemente irreversibile e trascinarci dove non avremmo mai scommesso di finire.

Tanto più moderni quanto più fedeli al canone classico, i nostri professori tendono a svestirsi degli abiti accademici e tendere al pop: zero improvvisazione, zero fandonie o forzature ruffiane, assemblate per affascinare, per stupire, per accalappiare il lettore. Semplice linearità professionale – dote a cui ambire, sempre – e potenza dei fatti.

Alessandro Vanoli, storico del Mediterraneo, ha scelto le stagioni – la loro alternanza ciclica – per ripercorrere quel breve lasso di tempo che va dalla scoperta del fuoco al Babbo Natale rosso della Coca Cola. Per raccontarci la lotta dei nostri antenati contro gli elementi, il loro adattamento ad essi. In omaggio a questi mesi, è partito dall’inverno, dal racconto dell’attesa – come recita il sottotitolo. Ed il suo volumetto – duecento pagine, poco più – è un atto di pretesa confidenza col lettore. Di spudorata trasformazione dello storico in cantastorie del villaggio. Ci suggestiona con i fiocchi di neve fuori dalle finestre – e ci riesce persino con noialtri, che di neve manco a parlarne – e ci sgrana Cristo e il suo presepe, Lutero e il colore bianco, gli inverni fiamminghi, russi, romantici; Goethe e le fiabe di Andersen, come atti conseguenziali di una preghiera agnostica.

Nella stessa direzione – quella di una saggistica suggestiva ed obliqua, in cui il pretesto narrativo diventa centrale e serve ad arricchire, senza mai soppiantare, la schietta cronologia delle architetture divulgative classiche – vanno Mauro Oletti, Graziano Graziani e Dino Baldi. Più in generale, la favolosa Compagnia Extra della maceratese Quodlibet. Non sto qui a soffermarmi, per mera tirannia dello spazio, su ognuno dei loro lavori. Mi limito a suggerirvi alcuni titoli: Guida alle reliquie miracolose d’Italia, Atlante delle micronazioni, Vite efferate dei papi, Morti favolose degli antichi. E ad aggiungere che non si sta parlando di presuntuosa, pretenziosa voglia di stravolgere o stupire; o, peggio ancora, di capovolgere le narrazioni in parodie: il divulgatore possiede la chiave di lettura per incrinare l’apatia. E la sfrutta a tutto vantaggio di una Storia che si frantuma in decine di storie parziali e vitali, pregne di spunti eppure non isolate. Gratitudine.

E, potere della divulgazione per potere della divulgazione, approfitto di questi ultime righe per dedicarle alla Storia di Roma in sette saccheggi di Mattew Knaele e a Storia d’Italia in 15 film di Alberto Crespi. Con la speranza di poter storicizzare anche un loro approfondimento.

Per ora, ci servano anche loro da baluardi accennati di quella resistenza chiamata divulgazione storica.

Libri citati:

Alessandro Vanoli, InvernoIl racconto dell’attesa (Il Mulino)

Mauro Orletti, Guida alle reliquie miracolose d’Italia (Quodlibet)

Graziano Graziani, Atlante delle micronazioni (Quodlibet)

– Dino Baldi, Vite efferate dei papi (Quodlibet)

Dino Baldi, Morti favolose degli antichi (Quodlibet)

Mattew Knaele, Storia di Roma in sette saccheggi (Bollati Boringhieri)

Alberto Crespi, Storia d’Italia in 15 film (Laterza)

Francesco Berlingieri

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