In rete, dominati e sorvegliati dall’Algoritmo Sovrano

by Antonella Soccio
algoritmo

Luoghi digitali serializzati e deterritorializzati, che riducono al minimo la presenza dei corpi. Ma li sorvegliano, li controllano, li targhettizzano, li classificano. Per età, identità sessuale, censo, classe sociale, idee, desideri e futuro.

Sui Monti Dauni alla fine del 2018 era atteso Renato Curcio, poi una accesa polemica politica contro l’ex brigatista, ha indotto gli organizzatori del convegno a cancellare l’appuntamento.

Se la presenza del socioanalista e socio fondatore di “Sensibili alle foglie” può disturbare per il portato ideale e ideologico che ancora lo accompagna, i suoi saggi sulla rete sono da non perdere. E andrebbero letti in maniera massiva.

LA MISURAZIONE DELLE OMBRE. ANONIMI E ANOMICI

Il suo ultimo libro “L’Algoritmo Sovrano. Metamorfosi identitarie e rischi totalitari nella società artificiale” apre squarci di verità sulla presenza di tutti noi sulla rete e sui social. E come utilizzatori di app.

Secondo Curcio, la community non si configura affatto come un gruppo caldo e cioè maturato sul consolidamento dei legami relazionali voluti e decisi da persone reali, ma come semplici insieme di identità ibridate, solitudini digitali. Cita molto Bauman naturalmente. La community on line prende atto dalle derive relazionali che si registrano nella società liquida. L’ordine relazionale creato dalla società industriale sta definitivamente andando in frantumi, online si è spostato il luogo privilegiato dell’incontro.

Appare quindi profetico ma molto curciano il messaggio di fine anno di Beppe Grillo con un corpo perfetto e un volto-cervello sostituito da un grande schermo, automatizzato e nato per ubbidire ai tanti processi tecnici che ci accompagnano.

Apprendere e ubbidire

Le password, le identificazioni dei profili, le istruzioni della voce metallica alla guida, i pin al bancomat e mille altre operazioni della vita quotidiana, supportata dalla tecnica. L’algoritmo di Google che indicizza e mette in fila in ordine gerarchico le risposte è segreto, osserva l’autore. Questa segretezza ovviamente ha creato il nuovo selvaggio capitalismo digitale, in cui tutti siamo immersi.

Non mancano i riferimenti al digital philosopher di Matteo Salvini, Luca Morisi, che ha fatto della ripetizione e dell’engagement lo strumento perfetto della sua Bestia per amplificare i messaggi del “Capitano”. Una informazione ripetuta come un’eco accresce il suo indice di verità.

Il pamphlet è uno scrigno di conoscenze e di spunti da approfondire. Curcio elenca tutti i vari passi che gli stati nel mondo stanno compiendo per mappare e sorvegliare i cittadini. Dalla Cina all’Estonia fino alle sperimentazioni dei microchip sottocutanei.

L’esperimento cinese del credito sociale è tra i più totalitari, quello a cui tutti i governi tenderanno col tempo. L’Italia è agli albori, in grande ritardo, ma si adeguerà. Non è l’ambizione di Rousseau classificare tutti i cittadini e assegnare loro una identità digitale pubblica, spacciandola per democrazia diretta?  Gamificazione e controllo vanno a braccetto.

Tra le intuizioni più pericolose dell’algoritmo sovrano quelle relative ai meccanismi di scelta e selezione di Netflix e degli altri colossi del tempo libero, per i quali Curcio riprende le parole di un saggio di Dominique Cardon.

“La logica algoritmica sorveglia dappresso ciò che fanno gli individui poiché da brava conservatrice qual è, reputa che essi raramente siano all’altezza dei loro desideri. Preferendo i comportamenti effettivi alle aspirazioni, gli algoritmi c’impongono questo realismo efficace. Imprigionandoci nel nostro conformismo”.

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